La malattia o demenza di Alzheimer, che prende nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che ne descrisse i sintomi nel 1907 per la prima volta, colpisce circa il 5% della popolazione sopra i 60 anni e si manifesta inizialmente con una progressiva amnesia, prima sulle piccole cose, fino ad arrivare a non riconoscere nemmeno i familiari e ad avere bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. L’Alzheimer è uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali, che comporta una serie di difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività, in quanto colpisce sia la memoria che le funzioni cognitive, e questi si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare. Inoltre può essere causa di stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.
Il codice di esenzione della malattia di Alzheimer è 029 (Malattie croniche).

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“Mi sono accorto della presenza di un intruso… di qualcuno che non doveva essere lì, ma si chiamava Signora Malattia”. Padre Giancarlo Politi, missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) non nomina mai l’Alzheimer nella sua intervista con la dott.ssa Silvia Vitali, direttore medico Istituto Geriatrico Golgi di Abbiategrasso. Eppure l’Alzheimer si è da mesi impadronito della sua esistenza.

Milano - La Federazione Alzheimer Italia - la maggiore organizzazione nazionale non profit che opera per migliorare la qualità di vita dei malati e dei loro familiari - vince il primo premio Areté 2016, assegnato da Confindustria nella categoria Comunicazione Pubblica, per il progetto pilota “Comunità Amica delle Persone con Demenza” ad Abbiategrasso.
La cerimonia di consegna si è svolta martedì 4 ottobre all’interno dell’evento del Salone della CRS e dell’Innovazione Sociale. Ha ritirato il premio la presidente della Federazione Alzheimer Italia, Gabriella Salvini Porro.

La conferma arriva da un recente studio finlandese, condotto su un campione esteso di pazienti

L'esistenza di un legame tra l'impiego di farmaci antipsicotici e il rischio di sviluppo di gravi forme di polmonite è una possibilità da tempo sottoposta ad analisi scientifiche. Tuttavia, la maggior parte delle indagini finora svolte non ha preso in considerazione le persone con malattia di Alzheimer (AD), a cui questo tipo di medicinali viene abitualmente prescritto. Lo studio MEDALZ, pubblicato di recente sulla rivista Chest, è stato condotto da un team di ricercatori finlandesi con l'obiettivo di valutare la frequenza di ospedalizzazioni o decessi dovuti a polmonite in un'ampia popolazione di pazienti con Alzheimer trattati mediante antipsicotici.

USA - Biogen ha annunciato che ad aducanumab, il proprio farmaco sperimentale per la malattia di Alzheimer (AD) ad esordio precoce, è stata concessa la designazione Fast Track dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti. Il programma Fast Track sostiene lo sviluppo accelerato di nuovi trattamenti per gravi condizioni che risultano caratterizzate da un bisogno medico insoddisfatto.

In occasione della Giornata Mondiale Alzheimer celebrata il 21 settembre, la Federazione Alzheimer Italia, rappresentante per il nostro Paese di ADI - Alzheimer’s Disease International, ha presentato in Italia il Rapporto Mondiale Alzheimer 2016 intitolato “Migliorare l’assistenza sanitaria ai soggetti con demenza”.

Il 21 settembre ricorre la Giornata Mondiale della malattia

ROMA – Sono 25 milioni le persone al mondo colpite dalla malattia di Alzheimer, la più comune forma di demenza, che conta 1 milione di casi solo nel nostro Paese. La Società Italiana di Neurologia (SIN), in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer che si celebra mercoledì 21 settembre, fa il punto sulle strategie preventive in fase di sperimentazione per questa patologia.

L’Alzheimer è una patologia nota da tantissimi anni, la ricerca scientifica ne ha individuati i meccanismi ma fino ad oggi una terapia veramente efficace non era stata trovata. Ora la situazione sembra cambiare in meglio. Uno studio pubblicato sull’ultimo numero di Nature ha mostrato l’efficacia sull’uomo di un farmaco, aducanumab un anticorpo monoclonale di Biogen, capace di agire sulle placche amiloidi, gli accumuli di proteine nel cervello che si ritiene siano la causa della malattia. In sostanza in farmaco insegnerebbe al sistema immunitario a riconoscere le placche e ad attaccarle. La sperimentazione per ora è stata condotto solo su 165 persone, metà delle quali ha ricevuto una infusione settimanale, mentre gli altri hanno avuto un placebo. Si tratta dunque ancora di numeri piccoli che dovranno essere confermati da studi di fase III: Biogen ne ha già annunciati due che sono in fase di arruolamento.

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