Report Lyme 2022

Il report completo è disponibile sul sito web dell’Associazione Lyme Italia e coinfezioni

L’Associazione Lyme Italia e coinfezioni ha pubblicato il report “Malattia di Lyme: La voce di pazienti e caregiver”, un documento che è frutto di un lavoro di indagine condotto nel corso del 2021 su persone affette da questa patologia e relativi caregiver. L’obiettivo della ricerca è stato quello di descrivere lo stato dell’arte e individuare i bisogni e le istanze di pazienti e caregiver al fine di proporre, nelle opportune sedi, adeguate azioni concrete volte a risolvere le criticità emerse.

Borrelia

Lo studio, finanziato dall’Associazione Lyme Italia e Coinfezioni, valuterà l’efficacia dei principali antibiotici contro il microrganismo Borrelia

Roma - La malattia di Lyme è un’infezione trasmessa all'uomo dal morso di una zecca del genere Ixodes, e colpisce 230.000 persone l’anno, solo in Europa Occidentale. È oggi la patologia da vettore più diffusa in Nord America e in Europa. Si presenta frequentemente con un’iniziale eritema nella zona del morso, ma può avere un’escalation clinica e arrivare a colpire le articolazioni e perfino il sistema nervoso, provocando sintomi persistenti e debilitanti. L’infezione del batterio Borrelia, se non trattata in modo tempestivo e adeguato, può non rispondere alla terapia antibiotica ed essere di difficile gestione.

Linee guida

Le attuali linee guida europee non parlano di “sindrome di Lyme post-trattamento”, ma in quelle americane, in corso di aggiornamento, c’è un’apertura verso questa patologia

Nei giorni scorsi, l’Osservatorio Malattie Rare (OMaR) ha intervistato il prof. Ermenegildo Francavilla, direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive presso l’Ospedale “San Martino” di Belluno, per un approfondimento sulla malattia di Lyme. L’articolo è nato da una lettera ricevuta tempo fa da un gruppo di pazienti: nella missiva, tra le richieste di migliore diagnosi e assistenza vi erano delle informazioni scientifiche che hanno sollecitato la nostra curiosità e ci hanno spinto a un ulteriore approfondimento. Abbiamo quindi deciso di sentire un infettivologo aderente alla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), e organico in un centro di riferimento per la malattia. L’articolo che ne è seguito, che fa ampio riferimento alle linee guida europee sulla malattia, che poi coincidono nella sostanza con le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE) del Regno Unito, è stato molto criticato da alcuni pazienti.

Dottor Ermenegildo Francavilla

I sintomi sono vaghi e la diagnosi è complessa, ma i trattamenti esistono e funzionano: l’importante è rivolgersi a medici informati e preparati

Ubi Ixodes, morbi sunt”: dove ci sono le zecche, ci sono focolai di patologia. Questo è il curioso ma veritiero motto del dott. Ermenegildo Francavilla, direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive presso l’Ospedale “San Martino” di Belluno, che da anni si occupa di malattia di Lyme, una patologia trasmessa dalle spirochete di Borrelia burgdorferi, un batterio spesso veicolato dalle zecche della specie Ixodes ricinus, piuttosto diffusa in Italia. Il dott. Francavilla ha ripreso la lezione del dott. Giuseppe Caruso, infettivologo suo predecessore che, per primo, aveva descritto alcuni casi di Lyme nell’area del bellunese: perciò l’individuazione di una correlazione tra la presenza delle zecche e il diffondersi della malattia è un risultato che aiuta a fare una stima dell’entità del problema.

malattia di Lyme, Nino CartabellottaLa Fondazione GIMBE ha curato la traduzione del documento, destinato a professionisti sanitari e pazienti e contenente le più recenti indicazioni per la diagnosi e la terapia

Bologna – La malattia di Lyme è causata da un gruppo specifico di batteri trasmessi all’uomo tramite la puntura di una zecca infetta. La patologia determina vari problemi clinici: dal tipico rash cutaneo (eritema migrante) al coinvolgimento sistemico che può causare artriti, problemi neurologici e cardiologici. La probabilità di essere morsi da zecche infette e contrarre la malattia di Lyme aumenta nelle aree erbose e boschive, ma anche nei parchi e nelle aree verdi urbane.

Associazione Lyme Italia, foto di gruppoDaniela Colombo, presidente Associazione Lyme Italia: “La patologia è in aumento sul territorio nazionale, dove il rischio zecche è presente anche nelle aree verdi in zone urbane”

Roma – Il morso di una zecca può rappresentare l'inizio di un incubo. Un batterio che infesta questi parassiti, la Borrelia burgdorferi, può infatti essere trasmesso all'uomo provocando la malattia di Lyme, con il suo lungo strascico fatto di mal di testa, dolori articolari, debolezza, disturbi cardiovascolari e neurologici. Il fenomeno è in aumento a livello globale: negli Stati Uniti la Borreliosi di Lyme rappresenta la seconda malattia infettiva dopo l'HIV (con più di 300.000 nuovi casi stimati ogni anno). Anche personaggi famosi ne sono stati colpiti e hanno raccontato pubblicamente il proprio calvario, fra cui la top model Bella Hadid e sua madre, gli attori Richard Gere, Alec Baldwin e Ben Stiller, la cantante Avril Lavigne e persino l'ex presidente George W. Bush.

malattia di Lyme, zeccaLa metà dei pazienti con PTLDS riporta affaticamento, il 32% disturbi del sonno, il 28% dolore intenso e il 23% disturbi cognitivi

Baltimora (U.S.A.) – Nelle persone trattate per la malattia di Lyme, sintomi come affaticamento, dolore, insonnia e depressione possono persistere per lunghi periodi di tempo, nonostante le visite mediche e i test clinici di laboratorio risultino ampiamente nella norma. È la conclusione di un recente studio effettuato su 61 pazienti dai ricercatori della statunitense Johns Hopkins University.

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