La malattia di Dupuytren è una patologia rara del tessuto connettivo e colpisce quasi esclusivamente la mano. Generalmente, la condizione inizia a manifestarsi con la formazione di noduli sottocutanei che appaiono nella zona della fascia palmare, portando poi alla comparsa di un cordone fibroso al di sopra dei tendini. Evolvendo, la malattia determina la flessione permanente di alcune dita verso il palmo della mano (contrattura articolare). Questo disturbo progressivamente invalidante si verifica soprattutto nei maschi di età compresa tra 40 e 60 anni. Le cause esatte restano tuttora sconosciute, ma tra i fattori di rischio è incluso il fumo, la predisposizione genetica e la presenza di altre patologie (come diabete, epilessia e disfunzioni tiroidee).

Prof. Giuseppe GiudiceIl prof. Giuseppe Giudice (Bari): “La collagenasi è un trattamento rapido, efficace e risolutivo”. Novemila persone in Italia soffrono di questa patologia cronica e invalidante, che rappresenta la causa più comune di deformità della mano

BARI – Perché sottoporsi a un intervento chirurgico se la terapia più efficace è una semplice iniezione? La risposta è che molti pazienti affetti da malattia di Dupuytren non sanno di potersi sottoporre al trattamento con collagenasi, disponibile anche in Italia. “Dopo circa un mese dalla somministrazione del farmaco si raggiunge la riduzione della contrattura in circa l’80% dei casi; in particolare nell’86% dei casi con contrattura moderata e nel 75% dei casi con contrattura severa. A tre mesi dal trattamento il successo è stato raggiunto  complessivamente nell’80% dei casi”, spiega il Prof. Giuseppe Giudice, Direttore dell'U.O.C. di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e Centro Grandi Ustionati dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bari.

Si tratta di un enzima in grado di rompere il cordone fibroso provocato dalla malattia nel palmo della mano, ripristinando la normale funzionalità delle dita

Milano. Dal 2014 a oggi, oltre 200 casi curati per via mininvasiva non chirurgica, con un indice di gradimento del paziente molto elevato. A fornire questa panoramica sul trattamento della malattia di Dupuytren tramite collagenasi di Clostridium histolyticum è la dott.ssa Fabiana Zura Puntaroni, Surgery Assistant dell’Unità Operativa di Chirurgia della Mano dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano, diretta dal dottor Alberto Lazzerini.

Al San Camillo Forlanini, centro di riferimento del Lazio, sono stati trattati così già 200 pazienti

Roma – Trattare la malattia di Dupuytren, condizione che porta alla flessione progressiva di una o più dita con conseguente limitazione completa o parziale dell’estensione della mano, con trattamenti mininvasivi come la collagenasi di Clostridium histolyticum (CCH), allontana il rischio di recidive. A parlarne il dottor Nicola Felici, responsabile dell’UO di chirurgia ricostruttiva degli arti dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma, in relazione ai dati ottenuti da un’analisi di follow-up condotta su 100 pazienti, trattati nel suo centro, a 3 anni dalla somministrazione della terapia. In dettaglio, i risultati hanno mostrato che nelle articolazioni metacarpo-falangee trattate con collagenasi, la percentuale di recidiva è pari al 5%. A renderlo noto è stato lo stesso dottor Felici in occasione del Congresso annuale della Società Italiana di Chirurgia della Mano (SICM), svoltosi di recente a Palermo.

Grazie a questa innovativa procedura, il Policlinico si conferma centro d’eccellenza in Sicilia nell’ambito della chirurgia della mano

Palermo - Presso il Policlinico universitario 'Paolo Giaccone' di Palermo sono stati eseguiti, da poco più di due settimane, i primi interventi con collagenasi di Clostridium histolyticum, il trattamento non chirurgico per la malattia di Dupuytren. Sono 8 i pazienti finora trattati, tutti affetti da patologia in stadio 1 o 2: due di loro sono stati seguiti in ortopedia e traumatologia, gli altri sei in chirurgia plastica e ricostruttiva.

"Finalmente anche negli ospedali italiani arriva la terapia farmacologica per la malattia di Dupuytren a base di collagenasi". Questo il commento di Riccardo Luchetti, presidente della Società Italiana di Chirurgia della Mano: “L’Italia risulta l’unico paese Europeo che ha effettuato un coordinamento di sperimentazione come Società scientifica e i risultati sono in prima linea a livello europeo (veniamo citati appunto per serietà del lavoro eseguito). La prima fase definita Point X ha visto il coinvolgimento solo di alcuni centri come Milano, Savona e Modena; nella seconda fase, quella europea, la SICM ha coinvolto molti centri. Il coinvolgimento dei centri italiani è risultato distribuito per tutto il territorio da Padova a Palermo, da Firenze ad Ancona, da Torino a Cagliari e, con l’intervento dei Centri di Chirurgia plastica ed Ortopedia, si sono ottenuti così dati attendibili non legati all’entusiasmo del singolo centro. I dati sono in corso di pubblicazione”.

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