La malattia di Parkinson, scoperta agli inizi del 1800 da James Parkinson, venne chiamata per oltre un secolo “paralisi agitante” e anche “morbo di Parkinson”. Colpisce in modo indistinto i due sessi e può esordire a qualsiasi età, anche se, in prevalenza, i sintomi si riscontrano in pazienti sopra i 60 anni, raramente in pazienti sopra i 40 e in casi rarissimi in persone più giovani. Si tratta di un disturbo che colpisce il sistema nervoso centrale; il sintomo generalmente più evidente è il tremore, ma non basta questo per stabilire la diagnosi. Altri sintomi possono essere rigidità, lentezza nei movimenti, debolezza, problemi di equilibrio e postura ricurva.
Il codice di esenzione della malattia di Parkinson è 038 (Malattie croniche – Morbo di Parkinson e altre malattie extrapiramidali).

Per approfondimenti clicca qui.

Già reclutati i primi 5 pazienti che parteciperanno alla fase pilota

Sarà avviata a breve una sperimentazione sull’uso delle cellule staminali autologhe per il trattamento della Paralisi Supranucleare progressiva (Psp), una grave forma di parkinsonismo. Lo studio, autorizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, si svolgerà presso la Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano.
La sperimentazione prevede che  le cellule staminali mesenchimali prelevate dal midollo osseo dei pazienti stessi (quindi denominate “autologhe”) siano reimmesse nell'organismo vicino alle parti malate del cervello tramite un catetere introdotto nell'arteria  femorale e spinto in alto fino alle arterie che entrano nel cervello.

Potrebbe essere usata anche come marcatore di malattia

Usa – I ricercatori della Columbia University potrebbero aver identificato la causa della forma sporadica della malattia di Parkinson. La ricerca, pubblicata su Nature, dimostrerebbe il ruolo chiave della proteina alfa-sinucleina nel ruolo dello sviluppo della malattia e offrirebbe quindi nuovo potenziali bersagli terapeutici.

USA - La stimolazione cerebrale profonda (deep brain stimulation – DBD) potrebbe migliorare il tremore dei pazienti con malattia di Parkinson, imponendo il proprio ritmo sul cervello. Lo sostengono due studi condotti dalla Univeristy of Alabama e pubblicati sul Journal Movement Disorders.

Si tratta del PBT434, un composto a base di piombo che sembra aver superato con successo gli studi preclinici che ne hanno valutato l’idoneità a essere testato su pazienti umani con malattia di Parkinson.

L’effetto è dato dalla nicotina ma le sostanze della combustione sono nocive per la salute

ISRAELE - Il fumo di sigaretta potrebbe anche fare bene. E’ questo il risultato del controverso studio israeliano secondo il quale i geni CHRNB5, CHRNB4 e CHRNB3 diventando dipendenti dalla nicotina impediscono il progresso della malattia di Parkinson.

Il caffè aiuta i pazienti con malattia di Parkinson ad attenuare i sintomi motori della malattia cronica. Già da tempo gli studi hanno confermato che il caffè (e la caffeina) riducono il rischio della malattia. Ora però uno studio canadese pubblicato su Neurology sostiene che il caffè può aiutare il controllo del movimento, gravemente compromesso nei pazienti affetti da Parkinson.

Per farlo si sta testando un algoritmo matematico

Si tratta di un algoritmo di elaborazione del segnale vocale, elaborato da Max Little, matematico britannico che attualmente lavora presso il Massachussetts Insitute of Technologi di Boston. Little ha scoperto che esistono degli algoritmi informatici in grado di identificare alcuni sintomi del morbo di Parkinson attraverso l’analisi di segnali vocali.

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni