La malattia o demenza di Alzheimer, che prende nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che ne descrisse i sintomi nel 1907 per la prima volta, colpisce circa il 5% della popolazione sopra i 60 anni e si manifesta inizialmente con una progressiva amnesia, prima sulle piccole cose, fino ad arrivare a non riconoscere nemmeno i familiari e ad avere bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. L’Alzheimer è uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali, che comporta una serie di difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività, in quanto colpisce sia la memoria che le funzioni cognitive, e questi si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare. Inoltre può essere causa di stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.
Il codice di esenzione della malattia di Alzheimer è 029 (Malattie croniche).

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UK - Le donne affette dalla malattia di Alzheimer mostrano un declino cognitivo più rapido rispetto a quello degli uomini. Lo sostiene uno studio condotto all’Università di Hertfordshire (Regno Unito), recentemente pubblicato sul Journal of Clinical and Experimental Neuropsychology.

Secondo gli ultimi studi potrebbe presto essere disponibile un test veloce ed economico

Diagnosticare l’Alzheimer con un prelievo di sangue potrebbe diventare realtà. Lo sostiene uno studio condotto insieme da Emory University School of Medicine,University of Pennsylvania e Washington University e pubblicato sulla celebre rivista Neurology.
Secondo i ricercatori esistono infatti alcuni biomarcatori plasmatici in grado di rilevare la presenza della malattia di Alzheimer o la presenza di decadimento cognitivo.

Pubblicato su rivista internazionale lo studio condotto dall’Iss insieme a ricercatori statunitensi

Pare che in caso di pericolo i neuroni si difendano liberando estrogeni, gli ormoni sessuali steoidei. Lo sostiene uno studio italo-americano pubblicato su Plos One e coordinato da Walter Malorni, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità.

Nessun effetto benefico sulle capacità cognitive

Stavolta parliamo di una sperimentazione che non ha avuto buon esito. Si tratta del farmaco bapineuzumab attentus, sviluppato da Pfizer e Janssen, che non ha raggiunto, nonostante fosse arrivato alla terza fase di studio, nessuno degli obiettivi clinici preposti.

Presentati i trial sull’uso di EVP-6124 ed epithilone D

Alla riunione annuale dell'Associazione Alzheimer a Vancouver, si succedono, come era prevedibile, gli annunci sugli sviluppi della ricerca.
Finanziato dalla EnVivo Pharmaceuticals, che sta sviluppando il farmaco denominato EVP-6124, uno studio attesta che il farmaco ha contribuito a migliorare memoria, linguaggio, attenzione e altre abilità mentali nelle persone con malattia precoce di Alzheimer.

Il Ritalin, usato per curare i deficit di attenzione nei giovanissimi, potrebbe alleviare uno dei sintomi più comuni

Una nuova sperimentazione clinica, i cui risultati sono stati presentati il 18 luglio durante la Conferenza internazionale dell’Associazione Alzheimer a Vancouver, Canada,  dimostrerebbe che il Ritalin, un farmaco già usato per i disturbi da deficit di attenzione in soggetti molto giovani, può essere utile per i pazienti che soffrono di Alzheimer.

La malattia potrebbe essere innescata dal diabete o da alti livelli di grassi nel sangue

Fioccano le pubblicazioni scientifiche sulla malattia di Alzheimer che, tuttavia, richiedono indagini più approfondite prima di essere confermate.
Uno studio, effettuato da scienziati dell'Università di Medicina e Odontoiatria del New Jersey (UMDNJ), in collaborazione con gli scienziati della Northwestern University in Illinois,  che ha esaminato anche la retina (considerata un'estensione del cervello e più accessibile per esami diagnostici), avrebbe fornito l’evidenza sperimentale che il diabete è legato alla comparsa della malattia di Alzheimer.

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