HIV sta per Virus da Immunodeficienza Umana, ed è l’agente eziologico dell’AIDS. Il virus distrugge le cellule del sangue che sono indispensabili per il corretto funzionamento del sistema immunitario, la cui funzione è di difendere l’organismo dalle malattie. AIDS è invece l’acronimo di Sindrome da Immunodeficienza Acquisita e si manifesta quando il sistema immunitario è talmente indebolito dall’HIV che l’individuo è soggetto a un gran numero di malattie o infezioni, denominate “opportunistiche”. I primi casi di malattia furono riportati nel 1981, l’anno successivo vennero stabilite le modalità di trasmissione e nell’85 entrò in commercio il Test HIV per scoprire il virus nel sangue, poi sostituito da uno più rapido nel 1991. Nei primi anni non esistevano terapie, poi, col tempo, le cose sono molto cambiate: le terapie sono nate e si sono evolute, tuttavia non esiste ancora né un vaccino per evitare il contagio né una cura per eliminare del tutto il virus.
Il codice di esenzione dell'infezione da HIV è 020 (Malattie croniche).

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Ci sono  terapie ma il virus non è sconfitto, in Italia 160.000 sieropositivi, 30.000 ancora non lo sanno
Se ne parla in questi giorni allo IAS 2011 il più importante appuntamento mondiale sull’HIV

“Se pur con qualche cautela di fronte all’HIV oggi possiamo parlare di malattia virale cronica, l’80 – 85 per cento dei pazienti che ci sono noti hanno infatti una carica virale controllata e l’aspettativa di vita di una persona che contrae l’infezione oggi è comparabile, se non proprio uguale, a parità di altri fattori, a quella della popolazione generale. Un trentenne che si infetta oggi può attendersi altri 40 – 50 anni di vita”. A dirlo ieri, nel corso degli eventi collegati allo IAS 2011, il più importante convegno mondiale sull’HIV in corso proprio in questi giorni all’Auditorium di Roma, è stato il prof. Andrea Antinori, direttore di Malattie Infettive all’Istituto Spallanzani di Roma. Il panorama dunque è estremamente cambiato rispetto all’epoca in cui, ormai 30 anni fa, si scoprivano i primi casi di contagio e malattia, quando di fronte ad un diagnosi non si poteva avanzare alcuna ipotesi di terapia. Oggi di terapie ce ne sono, molte e diverse, con minori effetti collaterali di quelle di un tempo, tuttavia non esiste ancora una cura in grado di eliminare il rotavirus: lo si può silenziare, addirittura arrivare al punto in cui questo non si replica, ma ad eliminarlo non si è ancora riusciti.

La combinazione era stata sperimentata solo sugli animali, ora riguarderà soggetti sani. I centri che faranno la sperimentazione sono a Modena, Monza e Roma.

Il Centro Nazionale AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità avvia la prima fase del programma di sperimentazione clinica del vaccino preventivo dell’infezione da HIV (studio ISS P-002) basato su un vaccino che associa alla proteina Tat, che è già in fase avanzata di sperimentazione in studi clinici terapeutici di Fase II in Italia e Sud Africa, la proteina Env fornita da Novartis nell’ambito di una collaborazione nel progetto europeo AVIP.

Finanzieranno una ricerca volta ad eradicare il virus, sarà condotta in collaborazione con l’Università di Perugia

L’Istituto Superiore di Sanità si è aggiudicato oggi il premio della “Grand Challenges Explorations”, un’iniziativa finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation. All’ISS sono stati assegnati 100 mila dollari americani per un progetto di ricerca innovativo nel campo della Salute Globale e Sviluppo dal titolo “Identificazione di composti Tat-mimetici per combattere la latenza di HIV”, ideato dal dottor Marco Sgarbanti del reparto di Patogenesi Molecolare del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate.

Lo studio, che ha coinvolto i ricercatori dell’ISS, è stato fatto solo sulle scimmie: servirà tempo prima di arrivare all’uomo.
Un farmaco contenente oro, già conosciuto nel trattamento dell’artrite reumatoide, potrebbe essere la chiave di volta nella messa a punto di una cura efficace contro l’HIV/AIDS. L’auranofin – questo il nome del principio attivo – riesce infatti a stanare il virus proprio nelle sue ‘stanze più segrete’, in una sorta di magazzino virale in cui l’Hiv si annida, perché al riparo da farmaci e anticorpi. La notizia è stata pubblicata proprio oggi su 'Aids’, la maggiore pubblicazione scientifica nel campo e finanziata dalla Fondazione Roma. Lo studio internazionale ha come principale autore Andrea Savarino dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità e ha coinvolto altri ricercatori dello stesso Istituto.

Ci sono però molte cautele poiché il farmaco ha dimostrato di dare risultati solo nel corso del trattamento e possibili effetti collaterali gravi

Per gli adolescenti affetti da HIV che hanno sviluppato la lipodistrofia, una delle possibili conseguenze del trattamento con antiretrovirali, arriva la possibilità di utilizzare un nuovo farmaco: il Tesamorelin, da iniettare quotidianamente nell’addome. La notizia viene dalla FDA, l’autorità americana dei farmaci: per ora il farmaco sarà commercializzato solo negli Usa e con molte cautele visto che sono stati riscontrati possibili effetti collaterali che obbligano ad ulteriori studi e a uno stretto monitoraggio. Stando alle stime dell'Fda, le persone infettate dall'HIV che presentano la lipodistrofia potrebbero essere tra 200 mila e 800 mila.

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