Giuseppe Limongelli e Alessandro Dalla Corte

“La morte sopraggiunge per shock in seguito a rottura dell'aorta e grave emorragia interna”, spiegano gli esperti Limongelli e Della Corte. “Il rischio parte dal 40% al presentarsi dei sintomi e cresce dell'1% ogni ora”

Napoli – La dissezione aortica è la forma più frequente di sindrome aortica acuta. Fino a pochi anni fa veniva considerata una patologia molto rara, ma la vera incidenza è difficile da stabilire perché è spesso rapidamente fatale e non è possibile arrivare a una diagnosi. È infatti una delle cause di morte cardiaca improvvisa, un evento che si verifica anche in soggetti apparentemente sani, talvolta anche negli atleti, al di sotto dei 40 anni. La letteratura medica parla di circa 1.000 decessi di persone under 35 ogni anno: un dato che fa riflettere, e che ha fornito le motivazioni a una nuova proposta di legge il cui obiettivo è introdurre l'obbligo di diagnosi autoptica istologica e molecolare nei casi di morte improvvisa in età infantile.

Dr. Fabio Bertoldo

Il dr. Fabio Bertoldo (Tor Vergata): “Il rischio maggiore deriva dall'ipertensione arteriosa sistemica. Molti pazienti sono ipertesi e non lo sanno, perciò non assumono un'adeguata terapia”

Roma – Ogni anno, il 19 settembre, si celebra l'Aortic Dissection Awareness Day, una giornata dedicata alla consapevolezza sulla dissecazione (o dissezione) aortica. Si tratta di una patologia caratterizzata da una mortalità elevatissima, che può essere ridotta significativamente soltanto da un intervento chirurgico o da una procedura endovascolare, mentre un trattamento farmacologico andrebbe riservato a casi particolari e non è accompagnato da risultati tranquillizzanti.

Ritratto di Vlad III Tepes

Ricercatori dell’Università di Catania si sono avvalsi di moderne tecniche di indagine per far luce sulle condizioni di salute del principe Vlad III, detto l’Impalatore

In una scena del film “Dracula”, diretto da Francis Ford Coppola, si vede l’anziano conte - un magistrale Gary Oldman - prendere delle lettere dalle mani del suo giovane ospite/prigioniero Keanu Reeves poco prima di lasciarlo tra le lusinghe di tre donne vampiro e fuggire verso Londra. A quei tempi la corrispondenza era il metodo più usato per comunicare con persone molto distanti e, a differenza degli odierni social network, la carta implicava un contatto fisico con le mani di chi scriveva. Perciò le innumerevoli lettere che sono state tramandate ai contemporanei non contengono solo informazioni scritte ed evidenti ma anche tracce ‘segrete e invisibili’, in grado di rivelare molto di coloro che hanno scritto il contenuto e toccato la carta. Lo confermano le indagini di un team internazionale di ricercatori sotto la supervisione di Vincenzo Cunsolo, del dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Catania, che ha aggiunto nuovi particolari alla biografia del principe Vlad III di Valacchia, che ha ispirato la leggenda del conte Dracula.

biopsia liquida

Si tratta di una procedura non invasiva e ripetibile che permette il monitoraggio nel tempo della malattia

Palermo – È minimamente invasiva, ha tempi di refertazione molto rapidi ed è priva di complicanze, perché può essere effettuata con un semplice prelievo di sangue. La biopsia liquida è uno strumento sempre più importante nella sfida contro il cancro e presenta indubbi vantaggi rispetto all’approccio tradizionale costituito dall’analisi del tessuto tumorale. E oggi diventa ancora più precisa, grazie alla frammentonica, che consente di analizzare frammenti di DNA nel sangue, differenti in ogni neoplasia. Un approccio che, in prospettiva, potrà essere utile nella diagnosi precoce dei tumori, illustrato all’Università degli Studi di Palermo nella lettura magistrale di Christian Rolfo, Presidente della Società Internazionale della Biopsia Liquida (International Society of Liquid Biopsy, ISLB), Direttore del Clinical Research Center of Thoracic Oncology al The Tisch Cancer Institute del Mount Sinai Health System (New York) e Deputy Chair dell’Education Committee dell’International Association for Study of Lung Cancer (IASLC).

Dottoressa Lara Cavinato

Dall’analisi computerizzata delle immagini radiologiche è possibile ricavare informazioni sulla patologia ‘invisibili’ all’occhio umano

In certi film di fantascienza si vedono i protagonisti entrare in cabine di vetro e poi essere scansionati integralmente da centinaia di sensori i quali, in men che non si dica, restituiscono diagnosi accurate di malattie: si tratta solamente di una deriva fantastica o dietro all’immaginazione si cela un fondo di verità? La rapida esplosione del campo della radiomica sembra propendere per la seconda ipotesi e il livello di interesse per questo nuovo tassello della medicina personalizzata, che si basa sull’analisi matematica e computerizzata delle immagini radiologiche, è tale che numerose collaborazioni stanno già nascendo tra ingegneri, bio-matematici e medici di varie specialità. Ne abbiamo discusso con la dott.ssa Lara Cavinato, del MOX Lab presso il Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano, che ha affrontato queste tematiche durante il suo dottorato sponsorizzato dall’Istituto Clinico Humanitas e supervisionato dalla prof.ssa Francesca Ieva.

il team di 3D printing Lab

Con la stampa 3D, NEMOLAB mette a punto il tutore “polso-mano” che mima le proprietà eccezionali della natura

Milano – Quando il fascino e la perfezione della natura incontrano l’ingegno dell’uomo nascono opportunità e progetti straordinari. È il caso del bozzolo del baco da seta che ha ispirato i ricercatori di NEMOLAB, l’hub di ricerca tecnologica dedicato alle malattie neuromuscolari, nel realizzare con la tecnologia della stampa tridimensionale (3D) il primo “tutore polso-mano” bio-ispirato. L’ortesi, infatti, riproduce la struttura reticolare del bozzolo dei bachi, “mimando” le sue eccezionali proprietà meccaniche di flessibilità, traspirabilità e resistenza, per un ausilio estremamente leggero e resiliente nella sua capacità di sapersi adattare alle necessità di ogni paziente. 

dott. Carlo Sala

Il dr. Carlo Sala (CNR): “Vorrei far ripartire la ricerca, perché ad oggi per i pazienti esistono solo dei trattamenti sintomatici”

Milano – “Libro della vita” o “codice della vita”: fra le tante metafore con le quali viene descritto il nostro DNA, queste sono le più efficaci. Il processo che, a partire dalle informazioni contenute nei geni, porta alla formazione delle proteine, è infatti simile a quello delle lettere che formano una parola, o a quello delle parole che formano una frase. Ma in questa procedura, molto delicata, qualcosa può andare storto: un gene può non essere in grado di codificare per una proteina, oppure può causare la produzione una proteina ‘sbagliata’. Il risultato – tornando alla metafora – sarà una lettera mancante o errata, che forma una parola inesatta ma di cui si può ancora intuire il significato o, peggio, del tutto senza senso.

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