Francesca Taroni

Anche la sorella Cristina ha la stessa malattia, ma è la più piccola bambina al mondo a cui è stato somministrato il farmaco lumasiran, che le consentirà di evitare il destino di suo fratello

Milano – Il papà di Francesco ha compiuto uno dei gesti più belli che si possano fare nei confronti di un figlio: donargli un rene. Il bambino ha otto anni e i suoi reni sono stati messi a dura prova, fin dalla nascita, da una rara malattia genetica, l'iperossaluria primitiva di tipo 1. Anche la sorella Cristina, che ha solo un mese e mezzo, è affetta dalla stessa malattia, ma ha avuto la fortuna di ricevere la diagnosi ancor prima di nascere, e quindi ha potuto iniziare immediatamente un trattamento farmacologico. In realtà, anche Francesco è stato diagnosticato precocemente, ma il farmaco che oggi permetterà a Cristina di evitare il trapianto, purtroppo otto anni fa non esisteva.

I genitori non potevano sospettare di essere portatori della malattia, perché Francesco è nato sano. L'hanno scoperto solo quando il piccolo, all'età di due mesi e mezzo, ha avuto una sepsi: un'infezione che non ha niente a che fare con l'iperossaluria, ma in occasione della quale i medici della Clinica De Marchi (Policlinico di Milano) si sono accorti che qualcosa non andava. La creatinina, un indicatore dello stato di salute dei reni, era molto elevata, circa il doppio del normale, e ciò ha insospettito il dr. Antonio Mastrangelo, il quale ha ipotizzato che Francesco potesse avere questa rara malattia; sono stati infine i test genetici, eseguiti sul bambino e sui genitori, a chiarire ogni dubbio.

Nell'iperossaluria primitiva di tipo 1, un difetto genetico causa una sovrapproduzione di ossalato da parte del fegato, che a sua volta provoca i sintomi, fra cui nefrolitiasi e nefrocalcinosi. Per questo motivo Francesco è stato messo in lista d'attesa per un trapianto di fegato (possibile al raggiungimento di circa dieci chili di peso), che ha affrontato all'età di 13 mesi. “L'insufficienza renale lo ha reso inappetente, e ha dovuto tenere il sondino naso-gastrico fino ai cinque anni”, racconta la mamma, Alessandra. “Il peggioramento della funzionalità renale ha reso necessario un altro trapianto, questa volta di reni: è stato inserito nella lista d'attesa, ma sapevamo che sarebbe potuto passare un anno e mezzo o due. Perciò, dal settembre 2021, mio marito Luigi ha cominciato a fare le indagini per verificare se fosse sia compatibile che idoneo come donatore. Negli ultimi tempi, però, Francesco è peggiorato ed è dovuto ricorrere alla dialisi: a quel punto io, mio marito e l'équipe medica abbiamo deciso che non si poteva più aspettare, e che il rene donato a Francesco sarebbe stato quello di suo padre”.

Alessandra, essendo incinta, non poteva certo offrirsi per donare un suo rene. E già sapeva, avendo fatto un'amniocentesi, che anche la piccola Cristina aveva ereditato la malattia. Ma per lei, per fortuna, era disponibile un trattamento: il nuovo farmaco lumasiran, approvato in Europa nel novembre 2020. La bambina è nata pretermine (anche se solo per due giorni) ed è quindi diventata la più piccola al mondo a cui è stato somministrato questo farmaco.

Cristina dovrà seguire questa terapia per tutta la vita (un'iniezione al mese fino al peso di dieci chili, poi una ogni tre mesi): in questo modo potrà evitare di andare incontro al trapianto di fegato e reni. Oggi, infatti, non ha sintomi, si nutre senza problemi e cresce normalmente; sia lei che il fratello sono seguiti al Policlinico di Milano, rispettivamente dalla dr.ssa Francesca Taroni e dal dr. Fabio Paglialonga, presso la UOC di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Pediatrico diretta dal prof. Giovanni Montini. Recentemente abbiamo raccontato la storia di un'altra bambina, Caterina, in cura presso questi due specialisti per la stessa patologia. 

“Francesco e la sua famiglia sono seguiti ormai da anni presso il nostro reparto”, spiega la dr.ssa Francesca Taroni. “I miei colleghi hanno vissuto insieme a loro i primi mesi di vita di Francesco, la preoccupazione per la diagnosi, l’andamento così aggressivo della patologia e l’attesa del trapianto di fegato avvenuto così precocemente. Quando circa un anno fa la famiglia ci ha annunciato la nuova attesa, è stata per noi una grandissima gioia poter dire loro che in tutti questi anni 'qualcosa era cambiato'. Abbiamo spiegato loro che questa volta avevamo a disposizione un nuovo farmaco, il lumasiran, già utilizzato in altri piccoli pazienti presso il nostro Centro e in tutto il mondo, il quale si era dimostrato efficace nella riduzione degli eventi correlati a calcolosi nei pazienti affetti da iperossaluria di tipo 1. I dati relativi all'efficacia di lumasiran, nell'ambito dello studio ILLUMINATE-A, sono stati infatti recentemente pubblicati su una delle più autorevoli riviste scientifiche, il New England Journal of Medicine, dimostrando l’efficacia del farmaco nel ridurre i livelli di ossalati urinari e, quindi, la formazione di calcoli e il successivo danno renale nei pazienti affetti. I dati relativi ad altri due protocolli di studio (ILLUMINATE-B e ILLUMINATE-C) sono già stati ampiamente presentati a congressi internazionali e supportano quanto già evidenziato da ILLUMINATE-A”, prosegue la pediatra. 

Insieme ai genitori di Francesco abbiamo quindi deciso di eseguire un’amniocentesi per sapere fin da subito se la piccola fosse affetta da iperossaluria, in modo da aver già la diagnosi genetica e poter immediatamente richiedere il farmaco alla nascita. Insieme alla casa produttrice del lumasiran è stato fatto un vero e proprio lavoro di squadra per assicurare alla piccola il trattamento nel minor tempo possibile. Cristina, infatti, nonostante una nascita lievemente in anticipo, è riuscita a ricevere il trattamento nell'undicesima giornata di vita, previa approvazione del Comitato Etico del nostro ente. Attualmente la piccola sta bene, cresce regolarmente mantenendo una funzione renale normale e prosegue, secondo il protocollo, la somministrazione mensile di lumasiran, senza effetti collaterali. Intanto Francesco ha ricevuto un rene nuovo donatogli dal suo papà”, conclude la dr.ssa Taroni. 

Francesco quest'anno frequenta la seconda elementare. Non ha avuto una vita semplice: sommando i vari ricoveri, ha trascorso un anno intero in ospedale, oltre a vivere fino ai cinque anni con il sondino naso-gastrico e sottoporsi a numerosi controlli. È abbastanza piccolo di statura, e si nota ancora di più perché sia io che mio marito siamo molto alti, ma speriamo che possa recuperare”, prosegue la mamma, Alessandra. “I bambini nella condizione di Francesco e Cristina sono e rimangono bambini fragili e, pertanto, è molto importante che le persone intorno a loro siano vaccinate e attente alle proprie condizioni di salute. Ad esempio, i farmaci immunosoppressori che Francesco deve prendere, e che tengono sotto controllo il rigetto dell’organo trapiantato, lo lasciano senza difese rispetto a malattie come morbillo e varicella, per le quali, al giorno d’oggi, tutti i bambini dovrebbero essere vaccinati. Purtroppo, a causa degli immunosoppressori, Francesco non è protetto dal vaccino per queste patologie”.

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