In Italia, la fibrosi polmonare idiopatica è stata inserita tra le malattie rare esenti da ticket nel 2017, in base al Decreto sui nuovi LEA del 12 marzo. In genere, colpisce intorno ai 65 anni: i polmoni si riempiono di tessuto fibroso e la malattia toglie letteralmente il fiato, fino all'insufficienza respiratoria. Fino a poco tempo fa l'unica soluzione era il trapianto di polmoni. Nel nostro Paese, dal 29 giugno 2013, è regolarmente in commercio il pirfenidone, primo trattamento in grado di rallentare la progressione di malattia. Il farmaco viene erogato dalle farmacie ospedaliere su prescrizione del medico specialista. Da aprile 2016 è disponibile anche un secondo farmaco, nintedanib, anch'esso in grado di rallentare la progressione di malattia.

Il codice di esenzione dell'IPF è RHG010 (afferisce al gruppo "Malattie interstiziali polmonari primitive").

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La fibrosi polmonare idiopatica (IPF) è al centro dell’alleanza stipulata nei giorni scorsi tra Boehringer Ingelheim e Inventiva Pharma. Inventiva Pharma è un’azienda farmaceutica francese creata nel 2012 attraverso un management buyout di un impianto che Abbott aveva ottenuto come parte dell’acquisizione delle attività farmaceutiche di Solvay. Pur continuando a lavorare con gli ex colleghi di Abbvie attraverso accordi di R & S su malattie autoimmuni e fibrosi, l'alleanza con Boehringer segna la prima convalida veramente indipendente delle sue attività.

Grazie al farmaco ridotte le ospedalizzazioni e non c’è rischio di sanguinamento o eventi cardiovascolari. La terapia non deve essere interrotta anche in caso di progressione della malattia

Durante il Congresso Internazionale dell’American Thoracic Society (ATS), in corso a San Francisco, Roche ha presentato nuove evidenze dell’efficacia clinica di pirfenidone nel trattamento della fibrosi polmonare idiopatica derivanti dall’analisi di un pool di dati di fase III.

Boheringer Ingelheim, l'azienda produttrice, ribadisce il proprio impegno nei confronti dei pazienti

Da venerdì 22 aprile il farmaco nintedanib è disponibile per i pazienti italiani affetti da fibrosi polmonare idiopatica.
‘Per la malattia – spiega il Prof. Pesci – fino a pochi anni fa non esisteva alcun trattamento. A partire dagli anni 2000 sono stati condotti diversi studi randomizzati, controllati e in doppio cieco, che hanno permesso di analizzare più di 5000 pazienti affetti da IPF e individuare molecole efficaci per il suo trattamento che, sebbene non siano in grado di curare la patologia, possono rallentarne significativamente la progressione. Questo consente ai pazienti di avere un’aspettativa di vita più lunga e qualitativamente migliore. Il primo farmaco efficace ad entrare sul mercato tre anni fa è stato il pirfenidone, ora l’arsenale terapeutico a disposizione dei clinici si è arricchito con nintedanib.

Edra lancia IPF Community, un portale italiano sulla fibrosi polmonare idiopatica. 100.000 sono i cittadini europei che sono affetti da Fibrosi Polmonare Idiopatica e circa 8.000 gli italiani: una delle principali criticità per la cura della patologia è rappresentata dal ritardo diagnostico, a causa dell'aspecificità dei sintomi, e da un infrequente approccio di carattere multidisciplinare, che prevede il coinvolgimento di un pneumologo, di un radiologo e di un patologo che abbiano una specifica competenza.

Deputati di tutti i partiti chiedono all'esecutivo di Bruxelles misure concrete per i malati di IPF

“Migliorare la vita dei pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica è un dovere di tutti gli Stati membri. Non esiste un diritto alla salute limitato solo ad alcuni soggetti e non ad altri. Tutti hanno lo stesso diritto di ricevere le migliori cure possibili e l'Europa non può ignorare queste richieste”. Queste le parole con cui Stefano Maullu, europarlamentare Forza Italia, ha accompagnato la sua firma alla dichiarazione scritta 26/2016 su questa malattia rara.

È stato presentato nei giorni scorsi il nuovo progetto di ricerca biennale denominato “Micro RNA per la terapia della fibrosi polmonare idiopatica”, finanziato dalla Fondazione CRTrieste e promosso dalla SC di Pneumologia dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, in collaborazione con un'importante rete scientifica multidisciplinare composta dal Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e di Biotecnologie di Trieste (ICGEB), dal Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute dell’Università degli Studi di Trieste, dall’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Verona, dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dalla Temple University di Philadelphia.

L’associazione “Profondi Respiri Onlus”, fondata nel settembre del 2015, nasce per offrire ai pazienti una rete di amicizie unitamente a strumenti e servizi informativi organizzativi e culturali.
L'obiettivo dei sei fondatori è quello di favorire momenti di incontro per lo scambio di esperienze tra le persone affette dalle patologie rare del polmone, i loro familiari e soggetti privati e pubblici intenzionati ad offrire il proprio contributo.

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