sindrome di Guillain-Barré, Alessandro MagnoFinora si è creduto che la morte a 32 anni del re macedone fosse dovuta a infezione, cirrosi o avvelenamento. Uno studio neozalendese propende invece per una malattia neurologica che lo paralizzò per sei giorni

Alessandro Magno potrebbe essere morto per una malattia neurologica, la sindrome di Guillain-Barré. Si riscriverebbe così quella pagina di storia secondo la quale il re macedone sarebbe morto a 32 anni per infezione, cirrosi o avvelenamento. La nuova teoria, proposta dagli studiosi dell'Università di Otago, in Nuova Zelanda, è contenuta in un articolo pubblicato sulla rivista The Ancient History Bulletin.

A sostenere questa tesi sulla morte, che risale al 323 avanti Cristo, è la ricercatrice Katherine Hall. Tutto parte da un dettaglio: “Nessuno – ha affermato Hall – ha fornito una spiegazione plausibile e fattibile per un fatto registrato da una sola fonte: il corpo di Alessandro Magno non ha mostrato alcun segno di decomposizione per sei giorni dopo la morte”.

Insieme al ritardo segnalato nel decadimento del corpo, si dice che il re abbia avuto una febbre, poi dolore addominale e una paralisi progressiva e simmetrica. Inoltre, sarebbe rimasto con la piena capacità di intendere e volere fino a poco prima di morire. La Hall ritiene che questi elementi siano una diagnosi della sindrome, contratta da un'infezione da Campylobacter pylori (comune all'epoca e motivo frequente della stessa malattia). Gli studi sulle cause della morte di Alessandro Magno si sono concentrati sulla febbre e sul dolore addominale: secondo la nuova analisi, invece, sarebbe stato sottovalutato proprio il ruolo dell'attività del cervello.

Si tratterebbe, dunque, di una variante acuta della malattia che ha prodotto la paralisi ma non ha portato confusione o incoscienza. Un altro tema, poi, è quello dell'accertamento della morte di Alessandro. “Potrebbe essere il caso più famoso di falsa diagnosi di morte mai accertata”, sostiene Katherine Hall. La paralisi, la minor domanda di ossigeno che ha ridotto la visibilità del respiro, le pupille fisse e dilatate, avrebbero quindi portato a un errore da parte dei medici dell'epoca. Da qui la spiegazione per la mancata decomposizione del corpo: non sarebbe avvenuta, come avevano creduto i contemporanei, perché Alessandro era un semidio, ma semplicemente perché il re non era ancora morto.

La sindrome di Guillain-Barré è una delle patologie trattate nel corso del convegno "Neuropatie disimmuni acquisite: un esempio di buona sanità nelle malattie rare", organizzato oggi, a Roma, da CIDP Italia Onlus e Rarelab. Per un resoconto dettagliato delle tematiche affrontate in occasione dell'incontro, leggi i seguenti articoli:
- "Neuropatie disimmuni: Italia al top per diagnosi, ma restano difformità di cura tra le regioni"
- "Al via #lenostrestorie, la campagna di sensibilizzazione sulle neuropatie disimmuni di CIDP Onlus"

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