farmaci Miastenia gravis

I due farmaci sperimentali sono attualmente in valutazione sia in Europa che negli Stati Uniti

Bruxelles (BELGIO) – L’azienda biofarmaceutica UCB ha annunciato la pubblicazione su The Lancet Neurology dei dati degli studi di Fase III MycarinG e RAISE, rispettivamente condotti per valutare l'efficacia e la sicurezza dei farmaci rozanolixizumab e zilucoplan in pazienti adulti affetti da miastenia gravis generalizzata (gMC). Le due molecole hanno meccanismi d'azione specifici e sono mirate a diversi meccanismi fisopatologici alla base della malattia.

La miastenia gravis generalizzata (gMG) è una malattia autoimmune rara, cronica, fluttuante, con manifestazioni fenotipiche eterogenee, caratterizzata da disfunzioni e danni a livello della giunzione neuromuscolare. Si ritiene che diversi fattori siano alla base della patologia, tra cui il sistema del complemento, le cellule immunitarie e gli autoanticorpi IgG patogeni. Le persone affette da miastenia gravis (MG) possono manifestare una serie di sintomi, tra cui ptosi palpebrale (caduta delle palpebre), visione doppia e difficoltà a deglutire, masticare e parlare, oltre a una grave debolezza muscolare che, quando coinvolge i muscoli della respirazione, può essere potenzialmente letale.

Nello studio MycarinG, che ha coinvolto 200 pazienti adulti con miastenia gravis generalizzata positivi agli autoanticorpi del recettore dell'acetilcolina (AChR-Ab+) o agli autoanticorpi della tirosin-chinasi muscolo-specifica (MuSK-Ab+), rozanolixizumab ha dimostrato miglioramenti statisticamente significativi e clinicamente rilevanti negli outcome specifici della patologia, coerenti con i risultati pubblicati in precedenza. Le riduzioni del punteggio della scala MG-ADL (MG Activities of Daily Living), dal basale al giorno 43, sono state maggiori nel gruppo rozanolixizumab 7 mg/kg e nel gruppo rozanolixizumab 10 mg/kg rispetto al placebo.

Entrambi i dosaggi di rozanolixizumab sono stati generalmente ben tollerati, con una frequenza di TEAE (eventi avversi durante il trattamento) simile tra le due dosi. I TEAE più frequentemente riportati sono stati cefalea, diarrea e piressia. È stata riportata una maggiore incidenza di cefalea nei gruppi rozanolixizumab rispetto al placebo. I tassi di interruzione del trattamento a causa degli eventi avversi sono stati bassi.

È importante notare che lo studio MycarinG ha incluso anche outcome riferiti dai pazienti (PRO) come endpoint secondari. Il nuovo questionario Myasthenia Gravis Symptoms PRO (MGS-PRO), utilizzato per valutare la gravità dei sintomi e l'impatto della MG sulla vita dei pazienti, ha dimostrato risultati statisticamente significativi in favore di rozanolixizumab rispetto al placebo.

"I risultati dello studio MycarinG supportano il meccanismo d'azione dell'inibizione del recettore Fc neonatale e il potenziale di rozanolixizumab nei pazienti adulti con miastenia gravis generalizzata e con autoanticorpi del recettore dell'acetilcolina o della tirosin-chinasi muscolo-specifica”, ha spiegato la Professoressa Vera Bril, Professore di medicina (neurologia) dell'Università di Toronto, Direttore della sezione neuromuscolare della Divisione di Neurologia dell'Università di Toronto e dello University Health Network sempre di Toronto, e lead investigator dello studio MycarinG. “Rozanolixizumab ha mostrato miglioramenti clinicamente rilevanti negli outcome riferiti dai pazienti e valutati dallo sperimentatore per entrambe le dosi di 7 mg/kg e 10 mg/kg".

Nello studio RAISE, condotto in 174 pazienti adulti con gMG da lieve a grave e positivi agli autoanticorpi del recettore dell'acetilcolina (AChR-Ab+), zilucoplan ha dimostrato una rapida efficacia, con miglioramenti consistenti, sostenuti, clinicamente rilevanti e statisticamente significativi rispetto al placebo, dal basale alla settimana 12, in entrambi gli endpoint riferiti dai pazienti e dai medici, valutati tramite le scale di punteggio MG-ADL, QMG (Quantitative Myasthenia Gravis),  MGC (Myasthenia Gravis Composite) e MGQoL15 (Myasthenia Gravis Quality of Life 15). Alla settimana 12, un maggior numero di pazienti che hanno ricevuto zilucoplan ha ottenuto una riduzione di almeno 3 punti del punteggio MG-ADL senza terapia di salvataggio, rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo (73% e 46%, rispettivamente). Inoltre, un numero maggiore di pazienti che hanno ricevuto zilucoplan rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo ha ottenuto una riduzione di almeno 5 punti nel punteggio QMG senza terapia di salvataggio alla settimana 12 (rispettivamente 58% e 33%).

Zilucoplan è stato generalmente ben tollerato, con un profilo di sicurezza favorevole. I TEAE più frequentemente riportati nel gruppo zilucoplan sono stati arrossamento al sito di iniezione, cefalea, diarrea e peggioramento della MG. Le incidenze di eventi avversi gravi e infezioni gravi sono state simili in entrambi i gruppi. Tutti i pazienti che hanno completato il periodo di trattamento di 12 settimane hanno scelto di partecipare allo studio di estensione RAISE-XT. Se approvato, zilucoplan sarebbe il primo inibitore del componente C5 del sistema del complemento che i pazienti con gMC possono autosomministrarsi a casa.

"Nello studio RAISE, zilucoplan ha mostrato miglioramenti rapidi e clinicamente rilevanti nei risultati di efficacia specifici per la miastenia gravis, ha avuto un profilo di sicurezza favorevole ed è stato generalmente ben tollerato, senza importanti riscontri relativi alla sicurezza”, ha dichiarato James F. Howard, Distinguished Professor of Neuromuscular Disease, Professor of Neurology, Medicine and Allied Health presso la University of North Carolina e principal investigator dello studio RAISE.

“C'è una costante necessità di opzioni terapeutiche mirate e ben tollerate per migliorare la qualità di vita delle persone affette da miastenia gravis generalizzata. Molti degli attuali trattamenti hanno solo un effetto sintomatico, il che comporta un onere terapeutico che si aggiunge a quello già notevole della malattia”, ha dichiarato Iris Loew-Friedrich, Executive Vice-President e Chief Medical Officer di UCB. “Questi articoli pubblicati su The Lancet Neurology rafforzano ulteriormente il potenziale di rozanolixizumab e zilucoplan quali opzioni terapeutiche mirate ai pazienti, per aiutarli a gestire sintomi mutevoli e imprevedibili, sia a casa propria che in ambiente sanitario.”

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