Aviano (Pn) – Anche i pazienti affetti da tumori del retto con linfonodi metastatici alla diagnosi iniziale – circa il cinquanta percento dei casi – possono accedere a percorsi terapeutici finalizzati alla conservazione della parte anatomica interessata: lo attesta uno studio condotto su 226 persone con carcinoma localmente avanzato trattati all’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica statunitense Annals of Surgical Oncology.
L’osservazione è stata condotta dal gruppo multidisciplinare costituito al Cro per il trattamento dei tumori colo-rettali: specialisti chirurghi, oncologi medici, radioterapisti, gastroenterologi, anatomopatologi, radiologi, medici nucleari e ricercatori sperimentali, indagano da tempo sulla possibilità di trattare i tumori del retto in modalità conservativa, fattispecie questa che consentirebbe di evitare interventi demolitivi con miglioramento della qualità della vita.
In un terzo dei casi di carcinoma trattato con radio e chemioterapia pre-operatoria è stata notata una scomparsa completa delle cellule del tumore; nei soggetti con risposta patologica completa dopo la radio-chemioterapia e la sola asportazione locale del tumore a causa di condizioni di salute precarie che controindicavano un intervento chirurgico maggiore, o che rifiutavano un intervento con colostomia definitiva, è stato altresì osservato un tasso di guarigione elevato. I dati hanno persuaso l’equipe a ipotizzare la possibilità di un approccio conservativo. Al Cro si è pertanto dato corso a studi clinici che hanno dimostrato efficacia e sicurezza oncologica di protocolli terapeutici comprendenti, in casi selezionati, la conservazione del retto. In caso di risposta patologica completa, dopo la sola asportazione locale del tumore, il rischio oncologico è infatti accettabile e i tassi di guarigione sono paragonabili a quelli dei soggetti con linfonodi giudicati non-metastatici e a quelli dei soggetti sottoposti ad intervento demolitivo.
La fase successiva allo studio, attualmente in corso, prevede la valutazione di un protocollo terapeutico in cui nei casi con risposta clinica completa, valutata mediante nuove tecniche strumentali, sarà eseguita la sola osservazione dopo la radio-chemioterapia (follow-up). In progress, inoltre, anche studi laboratoristici per identificare marcatori in grado di prevedere la probabilità di raggiungere una risposta patologica completa in modo da disegnare percorsi terapeutici sempre più efficaci e personalizzati.
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