Le indicazioni per ottenere cure mediche e le specifiche per i malati rari e cronici provenienti dai territori del conflitto
Sono 81.739 le persone giunte finora in Italia secondo quanto dichiarato ieri, 3 aprile, dal Viminale: 42.181 donne, 8.285 uomini e 31.273 minori . Le destinazioni principali sono Milano, Roma, Napoli e Bologna. In questa fase l’accoglienza sta avvenendo principalmente in modo informale, attraverso la rete di parenti, amici o conoscenti ucraini già regolarmente residenti in Italia (più di 230 mila).
Ma cosa succede esattamente alle persone che entrano in Italia e hanno necessità di cure mediche? Cosa accade ai malati rari che entrano nel territorio nazionale e hanno bisogno di continuità assistenziale? Per chiarire alcuni aspetti lo Sportello Legale Osservatorio Malattie Rare ha realizzato, in collaborazione con l’Avvocato Celeste Attenni, foro di Roma, un dossier dedicato alle misure d’accoglienza valide sul territorio nazionale. (scaricalo qui)
“Ci siamo concentrate in particolare sugli aspetti legati all’assistenza sanitaria– spiega l’Avv. Roberta Venturi, responsabile dello Sportello Legale OMaR – con l’idea di mettere le informazioni raccolte a disposizione delle associazioni di pazienti italiane, che in molti casi stanno supportando le associazioni ucraine che si occupano della stessa patologia. Con la consapevolezza che in questo momento è davvero fondamentale diffondere informazioni corrette e verificate.”
“In questa situazione di emergenza la prima cosa da sapere è che, nei casi di afflusso massiccio di sfollati provenienti da paesi terzi che non possono rientrare nel loro paese d'origine, viene concessa la protezione temporanea, una tutela immediata e temporanea – spiega l’Avv. Valentina Lemma – Sportello Legale OMaR- che assicura il soggiorno, l’assistenza sanitaria, l’accesso agli alloggi, al mercato del lavoro, all’istruzione.”
“Sul fronte sanitario – precisa l’avv. Lemma - per i cittadini stranieri non in possesso del permesso di soggiorno, il diritto alle cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali, anche se continuative, alle cure per malattia e infortunio nelle strutture pubbliche o private convenzionate, è sempre garantito. La persona accolta sul territorio nazionale deve però presentare la richiesta di un tesserino chiamato “STP” (Straniero Temporaneamente Presente), rilasciato dalla ASL del territorio di accoglienza, valido sei mesi ed eventualmente rinnovabile. La procedura per la richiesta del tesserino deve essere determinata a livello regionale. Per questo abbiamo raccolto le indicazioni di tutte le regioni italiane che si sono già espresse circa la procedura da attivare”.
LE DISPOSIZIONI SANITARIE URGENTI PER CHI ENTRA IN ITALIA
“Secondo l’ordinanza n.873 del 6 marzo 2022 della Protezione civile, fino al 31 marzo 2022, i soggetti provenienti dall’Ucraina a seguito del conflitto in atto che accedono al territorio nazionale devono effettuare, tramite tampone, un test molecolare o antigenico per SARS-CoV-2 entro 48 ore dall’ingresso, e sono tenuti a osservare per i 5 giorni successivi il periodo di auto sorveglianza previsto – spiega Venturi - Al punto di ingresso, o comunque entro i cinque giorni successivi dall’ingresso, devono essere garantite le misure di sanità pubblica con particolare attenzione alla somministrazione dei vaccini anti-Covid-19, difterite, tetano, pertosse, poliomielite. Successivamente gli verrà offerta la somministrazione di vaccini per altre patologie, secondo la normativa vigente. Tali disposizioni sono necessarie ai fini dell’accoglienza, attualmente regolata dalla sopracitata ordinanza e dalle indicazioni delle prefetture. Anche nel caso delle vaccinazioni è necessaria la tessera sanitaria temporanea STP”. (per ulteriori dettagli si rimanda al dossier completo)
L’ACCOGLIENZA DEI MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI
“Tra i profughi ucraini, tantissimi sono minori di età, anche malati rari, che, purtroppo, spesso arrivano sul nostro territorio da soli, senza genitori o tutori. Dal punto di vista giuridico sono considerati minori stranieri non accompagnati - spiega l’Avv. Celeste Attenni del foro di Roma - La loro presenza deve essere segnalata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni del distretto in cui si trovano, per avviare le procedure del caso, compresa la nomina dell’eventuale tutore. In proposito – sottolinea l’avv. Attenni - in proposito, è importante sensibilizzare tutte le persone che si stanno attivando per organizzare forme di accoglienza ad uno scrupoloso rispetto delle procedure onde scongiurare il rischio - segnalato anche dall’Associazione Magistrati per i Minorenni e la Famiglia con comunicato del 10.03.2022 - di atteggiamenti predatori nei confronti di bimbi non in stato di abbandono, il rischio di un approccio semplificante la loro condizione di elevatissimo stress, il rischio di una modalità poco appropriata, frettolosa e potenzialmente produttiva di altro dolore in presenza di percorsi di accoglienza non adeguatamente preparati”.
LE PROCEDURE REGIONALI
Come anticipato, sono le Regioni a diffondere le informative circa le specifiche procedure da adottarsi sui territori rispetto all’accoglienza medico-sanitaria. Tutte le regioni hanno dunque recepito la normativa nazionale e sovranazionale e si stanno attivando per rendere pubbliche le procedure.
Al momento sono 16 le regioni che hanno reso disponibili le informazioni online.
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