Uno studio ha descritto 542 casi pubblicati in letteratura, rivelando la grande eterogeneità fenotipica e geografica della malattia

Rio de Janeiro (BRASILE) – Molto di ciò che è noto sulla polineuropatia amiloide da transtiretina (ATTR-PN) proviene dallo studio della mutazione Val30Met, che nel 1984 è stata la prima ad essere identificata e rappresenta il genotipo più comune di questa rara malattia ereditaria. Ad oggi, quasi cento genotipi ATTR sono stati identificati in circa quaranta Paesi: questo, insieme alla variabilità fenotipica associata, fa capire quanto sia eterogenea. Il legame fra il genotipo (la specifica mutazione genetica che provoca la malattia) e il fenotipo (le sue manifestazioni cliniche) è proprio il tema di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Orphanet Journal of Rare Diseases da un team di studiosi brasiliani, tedeschi e statunitensi.

La prevalenza globale dell'ATTR-PN è in qualche modo aneddoticamente stimata fra i 5.000 e i 10.000 casi, ma un'altra analisi pubblicata di recente su Muscle and Nerve ha riportato che potrebbe arrivare fino a 38.000 persone. In questa patologia, dei depositi di sostanza amiloide si accumulano nei nervi periferici e all'interno degli organi principali, portando a una progressiva e debilitante polineuropatia sensomotoria e a una disfunzione autonomica, che possono manifestarsi con difficoltà motorie, debolezza muscolare e insufficienza multiorgano. In quasi tutti i casi, l'ATTR-PN porta alla perdita delle funzioni corporee, a una ridotta qualità di vita e alla morte entro 10-15 anni dall'esordio, spesso a causa di complicanze cardiache.

Lo studio apparso sull'Orphanet Journal of Rare Diseases ha descritto 542 casi di ATTR-PN sintomatica registrati in 32 Paesi, identificati attraverso una revisione della letteratura pubblicata tra il 2005 e il 2016. La nazione con il maggior numero di pazienti è risultata la Francia con il 17,9%, seguita da Giappone, Cina e Italia: quest'ultima, con i suoi 58 casi, rappresenta il 10,7% del totale. L'Asia orientale (Giappone, Cina, Taiwan e Corea del Sud) ha contribuito con una proporzione ritenuta considerevole (200 casi, il 37%), mentre circa il 18% dei pazienti proveniva da nazioni in cui la malattia è tradizionalmente considerata endemica, come il Portogallo, il Giappone e la Svezia.

I genotipi più comuni tra i 65 rappresentati nel campione erano Val30Met (47,6%), Ser77Tyr (10%), Ala97Ser (6,5%) e Phe64Leu (4,4%); in Italia i più frequenti si sono rivelati i 24 casi di Phe64Leu e 21 di Val30Met. I pazienti con genotipi diversi dai precedenti quattro erano caratterizzati dall'età minima all'esordio (in media 49,2 anni) e alla diagnosi (53,4 anni): al contrario, l'età media di esordio del genotipo Phe64Leu era di 67,5 anni e quella alla diagnosi di 71,3 anni. La prevalenza del coinvolgimento degli arti superiori e inferiori al momento della diagnosi (rispettivamente il 67 e il 41%) osservata in tutti i casi si è dimostrata coerente con la presentazione tipica dell'ATTR-PN.

Altri dati interessanti emersi al momento della diagnosi includevano un alto tasso di impotenza tra i casi Ala97Ser rispetto a tutti gli altri (il 67% contro il 21%) e un alto tasso di sintomi della vista, come opacità visiva e glaucoma, nei casi Ser77Tyr (il 93% contro il 16% delle altre mutazioni). Da queste scoperte – concludono gli autori dello studio – emerge la convinzione che l'ATTR-PN sia una malattia molto più variabile del previsto, sia dal punto di vista fenotipico che da quello geografico.

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