Assessore Politiche per la Salute, Raffaele Donini, annuncia: “Il 31 gennaio convocato tavolo per operazione verità”. In piazza persone con sla, atassia, sclerosi multipla, miastenia gravis e altre malattie rare
Pettorine bianche con lo slogan “Il Bene deve vivere al Bellaria”, si sono riuniti sotto le torri della Regione Emilia Romagna per chiedere che il centro di neuroscienze “Il Bene” dell’IRCCS Bellaria di Bologna non venga chiuso. Sono i pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica, atassia, sclerosi multipla, miastenia gravis e altre patologie neurologiche rare, riuniti nelle associazioni AssiSla, Aisa, AssiSm e Miastenia Insieme, fino ad oggi seguiti dal direttore del Centro “Il Bene”, il Dottor Fabrizio Salvi, ma destinati, in seguito all’imminente pensionamento di quest’ultimo e all’annunciata chiusura della struttura, ad essere smistati presso altri specialisti o presso i propri medici di base.
Ma i pazienti e le loro famiglie non ci stanno, non vogliono lasciare la loro struttura di riferimento: "Oggi protestiamo insieme a una piccola parte dei nostri 2.000 malati - ha spiegato Italo Forni, presidente di AssiSM - perché togliere un servizio come questo sarebbe disastroso. Chiediamo la possibilità di continuare con il nostro neurologo almeno per altri tre anni”.
Nel corso della manifestazione, insieme a diversi consiglieri di maggioranza e opposizione, è arrivato l’Assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, il quale ha annunciato la convocazione di un vertice il prossimo martedì 31 gennaio con Ausl, Città metropolitana di Bologna, le associazioni e anche i clinici coinvolti. L’obiettivo è effettuare una "operazione verità" su tutta la vicenda, ha dichiarato l'assessore aggiungendo: “Non dovete né vedere diminuire la qualità della cura, né essere oggetto di strumentalizzazione – ha affermato rivolgendosi ai manifestanti - Al tavolo che abbiamo convocato metteremo a posto la cosa nel modo migliore per voi”. Quanto alla nomina del successore di Forni, Donini ha chiarito che "Non è compito dell'assessorato definire i percorsi professionali, non scegliamo noi i primari. Su questo ci sono responsabilità precise in capo all'Ausl, ma il tavolo serve a garantire soprattutto ai cittadini e ai pazienti le migliori soluzioni".
Sulla vicenda, la capogruppo Fratelli d'Italia in Regione, Marta Evangelisti, presente alla manifestazione, chiede la "continuità dei servizi" nei confronti dei malati di Sla e prende atto "con favore dell'apertura all'ascolto e al confronto che l'assessore Raffaele Donini ha già promesso alla manifestazione, raccogliendo anche una delle nostre istanze". "Condividiamo totalmente la preoccupazione delle associazioni e delle famiglie interessate - afferma l'esponente Fdi - e riteniamo che la soppressione del programma, con conseguente dispersione dei pazienti, vanificherebbe le esperienze e le competenze raccolte in 20 anni, oltre alle difficoltà che si creerebbero nelle altre strutture sanitarie per la presa in carico di un numero così elevato di persone determinerebbe".
Anche la Lega ha portato il proprio sostegno ai manifestanti riuniti davanti alla sede della Regione. "Oggi siamo scesi in piazza a fianco delle associazioni dei pazienti AssiSla, Aisa, AssiSm e Miastenia Insieme - afferma il capogruppo leghista in Regione, Matteo Rancan - per fare sentire la nostra vicinanza a migliaia di malati che si sentono completamente abbandonati dalle istituzioni dopo la notizia dell'imminente pensionamento del Dottor Fabrizio Salvi, lo specialista che seguiva gran parte dei pazienti affetti da sindromi riconosciute come malattie neurologiche rare e neuroimmuni in carico al centro stesso". I consiglieri del Carroccio sono invece più critici, rispetto a FdI, riguardo alle rassicurazioni fornite dall’Assessore Forni che, secondo Rancan, “non bastano”. Per questo, annuncia, ora "porteremo in aula la vicenda: alle parole devono seguire i fatti". Rincara la dose un altro consigliere regionale della Lega, Daniele Marchetti: "Il centro 'Il Bene' compie un'azione fondamentale per i malati e garantisce prestazioni che l'Asl non riesce ad assicurare. Si tratta di un'eccellenza che va tutelata e che dovrebbe andare oltre alle singole figure professionali". Il timore è quello della dispersione dei pazienti presso varie unità operative. "È indispensabile che tale struttura resti invece al centro anche dei Pdta, i programmi di presa in carico di riferimento per le varie patologie trattate, nella loro attuazione ed eventuali revisioni", conclude Marchetti.
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