La richiesta del farmaco è cresciuta vertiginosamente in seguito al suo utilizzo in pazienti con COVID-19
Da quando è stato autorizzato dall’AIFA per abbassare la carica virale nei pazienti affetti da COVID-19, il farmaco Plaquenil (idrossiclorochina), un antireumatico modificante la malattia (DMARD) utilizzato anche nei casi di malaria, è diventato quasi introvabile nelle farmacie di tutta Italia. Tra primi a denunciare il fatto sono stati i pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico che, attraverso il Gruppo italiano per la lotta contro il LES, hanno segnalato estreme difficoltà nel reperire il medicinale, da tempo indicato per la loro patologia. A ribadire il problema, confermato da tanti altri pazienti italiani con malattie autoimmuni, era stato anche l’Osservatorio Malattie Rare (OMaR).
Lo scorso 24 aprile, visto il perdurare della carenza di idrossicolorochina, gli On. Wanda Ferro e Marcello Gemmato (FDI) hanno rivolto un’interrogazione sul tema al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute e al Ministro della Difesa. “Di fatto – si legge nel testo presentato dai due Deputati – il farmaco Plaquenil non è in carenza, ma la richiesta è talmente elevata (5 volte il consumo medio storico con un trend in costante crescita) che si verificano indisponibilità presso grossisti e farmacie: se da un lato, infatti, viene solitamente utilizzato per il trattamento di malattie autoimmuni come l'artrite reumatoide, la sindrome di Sjogren o il lupus eritematoso sistemico (LES), motivo per cui i pazienti che “vivono” di questo farmaco ne stanno facendo scorte, preoccupati di non riuscire più a trovarlo, dall'altro il boom del Plaquenil è dovuto anche al via libera dato dall'AIFA per il trattamento dei casi meno gravi di infezione da Sars-CoV-2; il risultato è che in pochi giorni il Plaquenil e gli altri farmaci a base di idrossiclorochina sono diventanti merce rara nelle farmacie di tutto il territorio nazionale, con il rischio che persone affette da artrite reumatoide, sindrome di Sjogren o LES rischiano di dover interrompere le terapie”.
Data la situazione, gli On. Ferro e Gemmato hanno chiesto al Governo se ritenga necessario autorizzare la produzione di farmaci a base di idrossiclorochina da parte dello Stabilimento Chimico-Farmaceutico Militare di Firenze, al fine di garantire la continuità terapeutica dei pazienti affetti da patologie autoimmuni già in trattamento cronico con il medicinale e assicurare la disponibilità del farmaco anche per i pazienti con COVID-19.
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