misure anti contagio covid

Nell’ultima settimana +28,1% dei contagi ma per ora restano in vigore le misure meno restrittive

A metà agosto, quindi ben prima dell’attuale risalita dei contagi, il Ministero della Salute era intervenuto con una nuova Circolare che, “considerata l’attuale evoluzione del quadro clinico dei casi di malattia COVID-19 nonché della corrente situazione epidemiologica” ha aggiornato le indicazioni sulle misure di prevenzione della trasmissione di SARS-CoV-2.

Tali misure restano, a oggi, ancora valide, anche se non si esclude che possano essere riviste proprio in ragione della citata risalita dei contagi. I dati più recenti, raccolti da Lab24 de Il Sole 24 Ore, mostrano come nella settimana che va dal 9 al 15 novembre ci sono stati 34.319 casi, +28,1% rispetto alla settimana precedente (2-8 novembre). Sono 6.777 i test positivi al coronavirus registrati in Italia mercoledì 15 novembre, ultimo dato giornaliero disponibile. Lo stesso giorno della settimana precedente erano stati 4.756 (+42,5%).

COSA FARE IN CASO DI CONTAGIO

Le persone risultate positive a un test diagnostico molecolare o antigenico per SARS-CoV-2 – si legge nel testo della Circolare – non sono più sottoposte alla misura dell’isolamento.

Il Ministero inserisce comunica una raccomandazione, per tutti i contagiati, a osservare le medesime precauzioni valide per prevenire la trasmissione della gran parte delle infezioni respiratorie.

In particolare è consigliato:

  • Indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie (mascherina chirurgica o FFP2), se si entra in contatto con altre persone.
  • Se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi.
  • Applicare una corretta igiene delle mani.
  • Evitare ambienti affollati.
  • Evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, ed evitare di frequentare ospedali o RSA. Questa raccomandazione assume particolare rilievo per tutti gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, che devono quindi evitare il contatto con pazienti a rischio.
  • Informare le persone con cui si è stati in contatto nei giorni immediatamente precedenti alla diagnosi, se anziane, fragili o immunodepresse.
  • Contattare il proprio medico curante se si è persona fragile o immunodepressa, se i sintomi non si risolvono dopo 3 giorni o se le condizioni cliniche peggiorano. Per quanto riguarda le persone con diagnosi confermata di Covid-19 ricoverate in ospedale oppure ospiti di RSA si rimanda alle norme fin qui attuate.

COSA FARE IN CASO DI CONTATTO CON CASI DI COVID-19

Per queste persone non si applica nessuna misura restrittiva. Si raccomanda comunque che le stesse pongano attenzione all’eventuale comparsa di sintomi riconducibili ak Covid-19 (febbre, tosse, mal di gola, stanchezza) nei giorni immediatamente successivi al contatto. Nel corso di questi giorni è opportuno che la persona eviti il contatto con persone fragili, immunodepressi, donne in gravidanza. Se durante questo periodo si manifestano sintomi suggestivi di Covid-19 è raccomandata l’esecuzione di un test antigenico, anche autosomministrato, o molecolare per SARS-CoV-2.

 

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