Sono oltre 5 milioni e chiedono solo le migliori cure possibili. Non sfilano in corteo. Non si arrampicano sui tetti. Non alzano striscioni in aria. Anche volendo non potrebbero farlo. Sono i malati reumatici italiani, condannati ad una vita di dolore e invalidità perché non sempre hanno accesso alle migliori cure possibili. A differenza dei malati reumatici del resto d’Europa. E, come se non bastasse, persino nel nostro Paese ci sono politiche sanitarie così differenti da trasformare la cura della malattia in una lotteria tra chi ha avuto la fortuna di nascere nella regione giusta e chi no.
La denuncia viene da Gabriella Voltan presidente dell’Associazione Nazionale dei Malati Reumatici (ANMAR) che domani, in occasione della Giornata Mondiale del Malato Reumatico, chiede l’aiuto della Società civile affinché nel nostro Paese i malati possano contare, tutti, sulle migliori cure possibili. Ad affiancare i malati sono scesi in campo anche i medici, i reumatologi, che quotidianamente combattono questa battaglia insieme ai pazienti. Lo faranno con un appello - denuncia nel corso di un convegno “Improve to Move – Movimento è vita” promosso da ANMAR, SIR, CROI e FIRA alla Sala Capitolare Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, Senato della Repubblica.
L'appello viene sottoscritto da voci autorevoli come quella di Giovanni Minisola (Presidente della Società Italiana di Reumatologia – SIR), Luigi Di Matteo (Presidente del Collegio Reumatologi Ospedalieri Italiani – CROI), Guido Valesini (Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite- FIRA) e dalle principali Associazioni di malati. Un appello-denuncia che domani mattina nel corso del Convegnoa, verrà recapitato direttamente nelle mani del ministro della salute Ferruccio Fazio previsto tra i relatori del convegno.
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