Anna Mazzeo

La prof.ssa Anna Mazzeo: “In pazienti trapiantati, il farmaco ha indotto miglioramenti in rapporto a neuropatia, funzione autonomica e qualità della vita”

Messina – Grazie a uno studio internazionale condotto anche in Italia saranno sempre di più i pazienti affetti da amiloidosi ereditaria da transtiretina (hATTR) che potranno beneficiare del trattamento con il farmaco patisiran. Le nuove evidenze scientifiche, infatti, indicano che la terapia è efficace anche nei pazienti che, pur sottoposti a trapianto di fegato, hanno continuato a peggiorare: ciò significa che a breve, anche nella pratica clinica, sarà possibile rispondere alle esigenze di questa popolazione, finora mai soddisfatte.

L'amiloidosi hATTR è una malattia sistemica con decorso progressivo, potenzialmente fatale se non diagnosticata precocemente”, spiega la prof.ssa Anna Mazzeo, neurologa presso l'Unità Operativa Complessa di Neurologia e Malattie Neuromuscolari dell'AOU Policlinico “G. Martino” di Messina e principal investigator dello studio. “Le caratteristiche cliniche possono variare a seconda del tipo di mutazione di cui il soggetto è portatore: nella gran parte dei casi vi sono segni clinici e sintomi di coinvolgimento del sistema nervoso periferico e del cuore. L'obiettivo principale delle terapie è quello di rallentare o bloccare la produzione della transtiretina (TTR), la proteina da cui originano i depositi di amiloide. In particolare, se questo avviene nelle fasi iniziali della malattia, è maggiore la possibilità di ripristinare una normale funzione degli organi colpiti”. 

Perché in alcuni casi la malattia continua a progredire anche in seguito al trapianto di fegato?

“Il trapianto di fegato, organo che produce in maggior quantità la transtiretina, sin dagli anni '90 e fino ad alcuni anni fa è stato l’unico trattamento disponibile. Tale procedura ha il razionale di sopprimere la principale fonte di proteina mutata; tuttavia, seppur in piccole quantità, la transtiretina viene prodotta anche dalla retina e dai plessi corioidei. Giova sottolineare che il trapianto di fegato ha dimostrato di dare risultati soddisfacenti nei soggetti portatori della variante Met30 (cioè la variante portoghese con esordio precoce) e con breve durata di malattia. Purtroppo, in Italia e in altri Paesi europei questa mutazione è associata a un esordio più tardivo e a un fenotipo differente. Vari studi in letteratura hanno documentato in tali soggetti una minore efficacia del trapianto di fegato, anche a causa della continua deposizione di transtiretina normale sui depositi già formati, determinando così un'ulteriore progressione di malattia”.

Ma ora il vostro studio, appena pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale, l'American Journal of Transplantation, cambia lo scenario...

“Recentemente, due nuove molecole si sono dimostrate in grado di rallentare o bloccare la produzione di TTR e il processo di fibrillogenesi, entrambe con risultati molto incoraggianti: l’una (patisiran) interferendo con l’RNA messaggero della TTR, l’altra (inotersen) con la tecnologia antisenso. Purtroppo i pazienti già sottoposti a trapianto di fegato, a causa della non conoscenza degli effetti di tali molecole su una popolazione fragile come i trapiantati, non potevano assumere tali farmaci. Ora uno studio internazionale multicentrico di Fase III-B, condotto con il supporto di Alnylam, ha valutato la sicurezza e l'efficacia di patisiran in quei pazienti con amiloidosi hATTR che presentavano progressione di malattia pur avendo già effettuato un trapianto di fegato ortotopico (OLT). Per l'Italia hanno partecipato allo studio alcuni pazienti seguiti presso il centro di Messina”.

A quali conclusioni siete giunti?

“Lo studio ha evidenziato risultati molto promettenti: in particolare, la terapia con patisiran ha indotto una riduzione dei livelli sierici di TTR superiore all'80%, il miglioramento della neuropatia, della funzione autonomica e della qualità di vita, unitamente a un buon profilo di sicurezza. Questi dati sono coerenti con quelli già osservati nello studio APOLLO”.

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