Giovanni La ViaLa risoluzione dell'europarlamentare PPE chiede che non si possa più eludere l'obbligo di testare i nuovi farmaci sia sugli adulti che sui bambini: “È uno sforzo che le aziende sono in grado di sostenere”

STRASBURGO (FRANCIA) – “La legislazione esistente in tema di farmaci pediatrici è stata realizzata nel 2007 e poi applicata nel 2013: dopo dieci anni era opportuno mettere in evidenza le sue lacune”. A dichiararlo è l'europarlamentare del PPE Giovanni La Via, presidente della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI).

Il deputato, lo scorso 15 dicembre, insieme ad altri colleghi appartenenti a diversi raggruppamenti politici, fra cui l'italiana Elena Gentile (PSE), ha presentato una risoluzione per chiedere la modifica del regolamento sui farmaci pediatrici.

Come avevamo già raccontato, infatti, la legge attuale prevede che le aziende farmaceutiche siano obbligate, per ottenere l'esclusiva di mercato, a testare tutti i nuovi farmaci sia sui bambini che sugli adulti. Tuttavia, è possibile ottenere un'esenzione o una deroga nel caso in cui l'azienda stia sviluppando un medicinale per un tipo di tumore presente negli adulti ma non nei bambini.

“In passato le attività di ricerca hanno sempre riguardato sia i farmaci per adulti che quelli pediatrici, ma col tempo abbiamo assistito all'utilizzo sempre più frequente di questa esenzione per lo sviluppo di molecole specifiche per i tumori degli adulti, ma non dei bambini”, spiega l'on. La Via. “Il risultato è stato che la sperimentazione in oncologia pediatrica si è ridotta, il che significa meno farmaci a disposizione dei pazienti. Perciò abbiamo chiesto alla Commissione Europea di intervenire e modificare questo percorso, con l'obiettivo di rendere disponibile un maggior numero di opzioni terapeutiche ai pazienti oncologici pediatrici”.

Un tema che riguarda anche e soprattutto le malattie rare e i farmaci orfani, dato che la frequenza di un gran numero di tumori infantili rientra nei canoni previsti dall'Unione Europea per la definizione di patologia rara. “Tutte le più importanti associazioni internazionali a difesa dei pazienti hanno accolto la risoluzione con grande entusiasmo: ciò significa che la strada intrapresa è quella corretta”, prosegue La Via.

“Occorre un maggiore impegno in questo senso da parte delle aziende farmaceutiche: sono note le marginalità nello sviluppo e commercializzazione dei farmaci, perciò non ci sembra di chiedere loro uno sforzo che non sono in grado di sostenere. La conseguenza sarà un maggior numero di sperimentazioni scientifiche e una risposta alle esigenze dei pazienti pediatrici”.

Un'iniziativa che riflette l'atmosfera di grande fermento che si respira in questi mesi nel Parlamento Europeo: proprio nei giorni scorsi, infatti, è entrato in una fase più avanzata un progetto che porterà grandi cambiamenti nella vita di milioni di pazienti: le Reti Europee di Riferimento (ERN). Nate per applicare il diritto dei cittadini in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera, le ERN sono state presentate ufficialmente nel corso della terza conferenza sul tema, che si è svolta nella capitale lituana Vilnius.

“Si procede nel lavoro di implementazione delle Reti, con l'obiettivo di individuare, catalogare e mettere a regime i diversi centri che le compongono”, conclude l'on. La Via. “Le ERN serviranno a condividere le migliori conoscenze scientifiche e cliniche di operatori sanitari e centri di eccellenza, aiutando nella diagnosi, nel trattamento e nella gestione delle malattie rare. Il progetto è partito, ma si tratta di un sistema progressivo che ora sta entrando in una nuova fase e del quale vedremo i risultati nei prossimi anni”.

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