Prof. Agostini (Padova): 'Una terapia corretta può evitare l'invalidità grave. In Italia miglialia di pazienti sono colpiti da immunodeficienza anticorpale senza saperlo'
“Le immunodeficienze dell’adulto sono purtroppo nettamente sottodiagnosticate. In particolare tra i pazienti affetti da patologie respiratorie croniche, come la BCPO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), le bronchiectasie, l’asma e le malattie interstiziali del polmone, la presenza di una concomitante immunodeficienza è più comune di quanto si possa pensare.” A spiegarlo è il prof. Carlo Agostini, Direttore della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica dell’Università di Padova, che ha recentemente spiegato tutto ciò nel corso del Congresso AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri) appena conclusosi a Napoli, in una sessione intitolata ‘Diagnosi e terapia delle Immunodeficienze primitive anticorpali: un esempio di join venture tra pneumologi ed immunologi clinici’.
“E’ stata una delle prime preziose occasioni in cui immunologi clinici e pneumologi si sono trovati insieme per discutere di questo aspetto delle immunodeficienze – prosegue Agostini – che troppo spesso non viene considerato. Per questo motivo purtroppo i pazienti arrivano dall’immunologo clinico troppo tardi, a volte già ossigenodipendenti, con invalidità gravi che si sarebbero potute evitare con una corretta terapia sostitutiva a base di immunoglobuline.” Ciò succede perché purtroppo tra i clinici è diffusa l’errata percezione che le immunodeficienze siano una problematica presente esclusivamente nei pazienti pediatrici e non negli adulti.
“In presenza di infezioni polmonari ricorrenti, bronchiectasie, asma, BPCO soprattutto se sono assenti fattori di rischio è sufficiente effettuare il cosiddetto ‘profilo proteico’, un esame semplice ed economico che permette di valutare la produzioni di anticorpi nel paziente. Qualora si riscontrasse una ipogammaglobulinemia ovvero la diffettosa produzione di anticorpi è necessario indagare la presenza di un’immunodeficienza e, se presente, colmare la carenza con l’infusione di farmaci a base di immunolglobuline. La terapia con immunoglobuline arresta le infezioni e rallenta la progressione delle patologie croniche come la BCPO e le bronchiectasie. Migliora la qualità della vita del paziente a tutti i livelli, favorendo nettamente anche gli aspetti lavorativi e relazionali.”
“In Italia sono circa 2.000-2.500 le persone censite con immunodeficienze anticorpale ma sulla base dei dati epidemiologici mondiali possiamo stimare che in Italia siano presenti almeno il doppio di pazienti – conclude Agostini - In Italia, dunque, sono vi sono migliaia di pazienti colpiti da immunodeficienze anticorpale senza saperlo. Tenendo conto di questo e del fatto che il 30% dei pazienti con immunodeficienza muore per complicanze polmonari è assolutamente necessario che pneumologi e immunologi clinici collaborino sempre più strettamente, nell’interesse dei pazienti e del SSN, soprattutto se consideriamo i costi sociali di malattie croniche invalidanti come la BPCO e le bronchiectasie.”
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