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l'innovativo radiofarmaco è indicato per le forme tumorali del tratto gastro-entero-pancreatico
Il lungo percorso del farmaco Lutathera® [lutezio (177Lu) oxodotreotide], dalle primissime ricerche all’immissione in commercio in Italia, si sta per concludere. A meno di due anni dall’approvazione da parte della Commissione Europea, il medicinale sta terminando l’iter registrativo per la commercializzazione. Lutathera® è indicato nel trattamento di tumori neuroendocrini (NET) del tratto gastro-entero-pancreatico (GEP-NET) progressivi, ben differenziati (stadio G1 e G2 secondo la classificazione della World Health Organization), non asportabili chirurgicamente o metastatici, trovando così un campo di applicazione ideale su una fetta di malati per i quali non esiste una terapia alternativa.
In questi casi, infatti, il tumore è così avanzato che, di fronte all'insuccesso dei farmaci comunemente impiegati per trattare i NET, non esistono altre opzioni terapeutiche. O meglio, non esistevano: perché l’avvento di Lutathera® sta cambiando la medicina nucleare puntando i riflettori su un settore nuovo, la teragnostica. Con il termine teragnostica ci si riferisce alla strategia d’intervento che prevede la possibilità di usare la medesima combinazione di agenti radiomarcati per identificare e trattare il tumore. Più nel dettaglio, essa consente di individuare (fase diagnostica) alcuni recettori specificamente espressi dalla cellula tumorale e, di conseguenza, sfruttarli per contrastare il tumore (fase terapeutica). Nel caso dei GEP-NET, i recettori sono quelli per la somatostatina, la cui espressione sulla superficie cellulare di diversi tumori neuroendocrini ha permesso di usarli per combattere la crescita del tumore.
Come recentemente discusso a Barcellona, in occasione dell’ultimo incontro scientifico ENETS, per il paziente affetto da tumore neuroendocrino la terapia con peptidi radio marcati (PRRT) rappresenta un’opzione terapeutica e ha in Lutathera® uno degli alfieri di punta: i risultati dello studio clinico di Fase III NETTER-1 in cui è stato testato – e su cui si basa l’approvazione concessa dalla Commissione Europea – mostrano un significativo aumento della sopravvivenza libera da malattia e della sopravvivenza generale nel gruppo di pazienti trattato con Lutathera® rispetto a quello trattato con octreotide LAR 60 mg.
Il nuovo radiofarmaco ha mostrato anche un buon profilo di sicurezza e tollerabilità. La funzionalità epatica e renale sono state accuratamente monitorate e Lutathera® non si è reso responsabile dell’insorgenza di effetti collaterali gravi. La qualità della vita, infatti, è uno dei parametri più considerati per questa categoria di pazienti e dai dati ottenuti da NETTER-1 si è potuto osservare come, rispetto all'octreotide LAR, il trattamento con Lutathera® fosse associato ad un sensibile miglioramento in termini di salute generale e di qualità della vita dei pazienti. È un dato di enorme peso che si accompagna a quello sull’efficacia e costituisce un ottimo biglietto da visita per questo innovativo radiofarmaco.
Tutti gli elementi di questo cocktail sono stati adeguatamente miscelati e manca poco, ormai, al momento che i medici attendono da mesi, quello in cui poter trattare con un farmaco efficace i pazienti con tumore neuroendocrino avanzato, i quali, dal canto loro, hanno l’urgenza di accedere a un’alternativa terapeutica concreta.
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