Al Congresso AIMN si è parlato dei nuovi radiofarmaci mirati, che permettono di coniugare diagnosi e terapia

Durante il XIV Congresso Annuale dell’Associazione Italiana di Medicina Nucleare e Imaging Molecolare (AIMN), svoltosi a Rimini tra l’11 e il 14 aprile 2019, si è affrontato il tema della teragnostica, un settore nuovo che combina il valore di molecole marcate con radionuclidi, da impiegare in fase diagnostica e terapeutica. Nell’intervista esclusiva realizzata dall’Osservatorio Malattie Rare, il prof. Orazio Schillaci, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Nucleare del Policlinico Tor Vergata e Presidente dell'AIMN, descrive il modo in cui la normativa italiana, nel più ampio contesto regolatorio della medicina nucleare, stia subendo radicali modifiche e si stia adattando alle nuove normative europee come la Direttiva Europea 2013/59/Euratom.

Il prof. Schillaci approfondisce anche il discorso sulla teragnostica, spiegandone il significato e l’utilità e fornendo, al contempo, le coordinate per comprendere come stia cambiando la medicina nucleare, sempre più spinta dall’immissione sul mercato di nuove molecole come Lutathera®, un radiofarmaco che allarga gli orizzonti terapeutici dei pazienti affetti da tumori neuroendocrini del tratto gastro-entero-pancreatico (GEP-NET).

Contestualmente, il prof. Luigi Mansi, Professore Ordinario di Medicina Nucleare e Vicepresidente AIMN, ci fa capire, con l’aiuto di calzanti paragoni, come la medicina nucleare non sia una specialità di cui avere timore o della quale diffidare. Molto spesso confondiamo il rischio con la sua stessa percezione e il messaggio che Mansi lancia ai microfoni dell’Osservatorio Malattie Rare è che non bisogna confondere il nucleare con la medicina nucleare, la quale lavora a bassissimo rischio e, grazie anche alla teragnostica, sta portando grandi benefici ai pazienti.

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