Per il chirurgo ortopedico Antonio Vespasiani (Milano) la cura del freddo sarebbe sufficiente a guarire, da sola, un gran numero di patologie

MILANO – Perché la crioterapia sistemica non ha ancora avuto, in Italia, il successo che riscuote nel centro e nord Europa? Il Prof. Antonio Vespasiani ha le idee chiare: “Prima di tutto non c’è sufficiente informazione, e poi noi, come altri paesi del Mediterraneo, abbiamo la cultura del sole, del caldo; siamo rimasti fermi alla maglia di lana e alla borsa dell’acqua calda. Inoltre, siamo troppo legati alla medicina tradizionale”. Vespasiani, docente di Clinica Ortopedica all’Università di Milano, è stato primario del Reparto di Chirurgia della Mano e Microchirurgia Nervosa e Vascolare dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini, dove ha lavorato per 40 anni. Oggi dirige il centro Omniamedica, da lui fondato a Milano.

Alla fine degli anni ’80 il Prof. Vespasiani conobbe l’inventore della crioterapia sistemica, il medico giapponese Toshima Yamauchi, che lo indirizzò in una clinica tedesca dove rimase folgorato da questa pratica, che volle sperimentare su se stesso: “Rimasi due giorni in quell’ospedale, parlai con i medici e i pazienti, e conobbi una donna, arrivata in sedia a rotelle, che dopo un mese di cura fu in grado di fare la maratona di New York. Io stesso, reduce da una settimana bianca di sci, mi sentii restituito ad una perfetta forma fisica”.
 
Professore, che effetto ha il freddo intenso sul nostro corpo?
Tutti noi abbiamo circa due metri quadrati di pelle, ricca di terminazioni nervose, e inoltre nella cute è contenuto un litro e mezzo di sangue. Quando viene a contatto con il gas freddo secco prodotto dall’azoto liquido, si crea una vasocostrizione cutanea, la quale invia un forte messaggio all’ipotalamo, che controlla il sistema immunitario. L’ipotalamo reagisce con una vasodilatazione interna che determina un potenziamento della circolazione: il sangue, più ossigenato, purifica i tessuti e allontana i mediatori chimici delle varie malattie. Lo shock termico, prodotto dal freddo, riattiva il sistema immunitario e rigenera il corpo e la mente, eliminando i mediatori chimici della fatica, del dolore, della contrattura, dell’infiammazione e delle malattie sistemiche.
 
Per quali patologie ha indirizzato i suoi pazienti alla crioterapia?
Principalmente per tutte le malattie autoimmuni quali l’artrite reumatoide, la spondilite anchilopoietica (la fusione ossea delle vertebre fra loro), la psoriasi, l’asma, e non da ultimo per questa misteriosa malattia che si chiama fibromialgia (ne soffrono due milioni di persone in Italia), che può guarire in assenza di medicine e di cure lunghe, costose e spesso inutili. Ho già trattato alcuni casi di fibromialgia con un risultato temporaneo di remissione clinica della sindrome e con enorme soddisfazione e gioia dei malati, in quattro-cinque sedute di crioterapia. Sono in forte aumento i pazienti affetti da patologie ricorrenti o croniche del sistema muscolo-scheletrico: in prima linea l’artrosi, la lombalgia, l’artrite reumatoide, la sindrome cervicale, le tendiniti, le discopatie, la sciatica, la periartrite, il famoso e temibile colpo della strega, che si dissolve in una sola seduta, e in particolare tutti gli esiti recenti e pregressi dei traumi sportivi e non. La crioterapia ha inoltre un effetto modulante sui disturbi del sonno e della memoria, che vengono eliminati con ritorno alla normalità.
 
Controindicazioni?
La crioterapia offre solo benessere, e non nuoce: come diceva Ippocrate, “primum non nocere”. In genere, però, si evita nelle persone ipertese e in chi ha patologie cardiache e vascolari, tipo il fenomeno di Raynaud o la malattia di Buerger.
 
I suoi pazienti, quindi, associano la crioterapia alle terapie mediche tradizionali?
No, non è più necessario fare ricorso a terapie mediche: è sufficiente la crioterapia sistemica e la ginnastica o un semplice esercizio fisico. Per avere un risultato stabile occorrono da 6 a 10 sedute, qualcuna in più per le malattie sistemiche.
 
Ci sono dati scientifici che indicano senza alcun dubbio la validità di questa pratica?
Esistono centinaia di studi nella letteratura mondiale a favore della crioterapia, prima fra tutti la monografia “Die Kraft aus der Kälte” (La forza dal freddo) del Prof. Winfried Papenfuß. Purtroppo, quando va bene il vecchio metodo, si fatica ad accettare il nuovo. Il freddo, inoltre, spaventa e per questo motivo viene visto dal malato con una forma di apprensione, sospetto e incredulità, ma tutti i pazienti che hanno provato questa terapia hanno sempre avuto grandi benefici.
 
Attenzione: vi invitiamo a leggere anche la scheda informativa sulla crioterapia sistemica.

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