La carenza di fosfomannomutasi II (PMM2-CDG) è il più comune dei cosiddetti 'disturbi congeniti della glicosilazione' (CDG) e rappresenta una malattia multisistemica che, in gran parte dei pazienti, comporta anche un coinvolgimento del cervelletto. Dato che, ad oggi, diversi agenti terapeutici sono in fase di sviluppo, la sperimentazione clinica di questi candidati farmaci comporta la necessità di un punteggio standardizzato per la misura della disfunzione cerebellare. Sulla rivista Orphanet Journal of Rare Diseases è stato recentemente pubblicato uno studio progettato per accertare l'affidabilità dell'International Cooperative Ataxia Rating Scale (ICARS) nella valutazione dei danni cerebellari in bambini e adolescenti con diagnosi geneticamente confermata di PMM2-CDG.

La carenza di fosfomannomutasi è una malattia rara che è causata da mutazioni nel gene PMM2 e che, principalmente, da origine a disturbi del sistema nervoso centrale e periferico. Il fenotipo è estremamente variabile, con alcuni pazienti che sviluppano una grave patologia sistemica spesso fatale e altri che presentano forme più lievi, con un coinvolgimento neurologico abbastanza leggero. I sintomi che caratterizzano la malattia sono atassia, ritardo psicomotorio e altre manifestazioni non neurologiche, tra cui enteropatia, disfunzioni epatiche, problemi cardiaci e renali, anomalie della coagulazione e difetti della crescita.

Il coinvolgimento cerebellare è una caratteristica comune nei bambini con PMM2-CDG, la maggior dei quali evidenzia, alla nascita, un'ipotrofia del verme e degli emisferi cerebellari che tende a progredire verso l'atrofia. Molti sintomi neurologici della malattia, come dismetria, movimenti oculari anomali, tremore, disartria, deficit cognitivo, basso quoziente intellettivo (QI) e, soprattutto, atassia, possono essere spiegati da questa sindrome cerebellare che comporta severe disabilità.

Solitamente, la gravità dei pazienti con PMM2-CDG viene complessivamente stimata mediante la scala 'Nijmegen Pediatric CDG Rating Scale' (NPCRS), la quale, pur fornendo una valutazione multisistemica che include il coinvolgimento neurologico, non prende in considerazione i sintomi cerebellari.

Gli autori dello studio hanno cercato di accertare l'affidabilità dell'International Cooperative Ataxia Rating Scale (ICARS) per la misurazione del grado di compromissione cerebellare in un gruppo di bambini e adolescenti con PMM2-CDG. L'ICARS è una scala specificamente convalidata per valutare l'atassia cerebellare, con i valori più elevati che denotano le maggiori anomalie cliniche. Inoltre, questa scala include punteggi parziali su postura e andatura, funzioni cinetiche, capacità oculomotorie e anomalie del linguaggio.

Tre neurologi pediatrici indipendenti hanno valutato, tramite ICARS, 13 pazienti con PMM2-CDG e 21 individui sani di controllo. I risultati ottenuti sono stati poi confrontati con i punteggi della scala NPCRS, mediante la quale gli stessi soggetti sono stati valutati da uno dei tre neurologi, e con i dati ricavati da analisi molecolari, esami cerebrali di risonanza magnetica (MRI) e test sul QI.

In base a quanto emerso dallo studio, la scala ICARS si è rivelata un affidabile strumento per la valutazione della compromissione cerebellare nei pazienti con PMM2-CDG, con un'attendibilità interna giudicata 'buona' (alfa di Cronbach = 0,72) e con un accordo tra esaminatori (in questo caso i tre neurologi) apparso 'quasi perfetto' (ICC = 0,99).

L'ICARS ha dimostrato di essere significativamente correlata con il punteggio NPCRS totale, anche se è stato rilevato un disaccordo per quanto riguarda le categorie di gravità. Infatti, i pazienti con elevati valori ICARS rientravano in una classe di bassa/moderata gravità secondo la NPCRS, e solo il soggetto con il punteggio ICARS più alto (79) è stato giudicato grave anche in base alla NPCRS.

Infine, i risultati ottenuti hanno permesso di dimostrare, per la prima volta, una correlazione tra ICARS, MRI e QI nei pazienti con PMM2-CDG. Ad esempio, i pazienti con mutazioni p.E93A, p.C241S o p.R162W, hanno mostrato un fenotipo della malattia più lieve, con punteggio ICARS più basso e meno gravi anomalie cerebellari evidenziate da MRI. Al contrario, i soggetti portatori di mutazione p.P113L o p.E139K, hanno ottenuto i valori ICARS più elevati ed evidenziato forme accentuate di atrofia cerebellare.

In ogni caso, i ricercatori sottolineano come la limitata dimensione del campione utilizzato nello studio implichi la necessità di effettuare ulteriori indagini, soprattutto per quanto riguarda proprio la relazione emersa tra punteggio ICARS e grado di atrofia cerebellare rilevata nei pazienti.

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