Una nuova interrogazione parlamentare e la risposta del sottosegretario Costa: l’ossigeno è scarsamente disponibile
A oltre un anno di distanza dalla lettera di FIMARP (Federazione italiana IPF e malattie rare polmonari) e dall’interrogazione della Sen. Paola Binetti (FI), che denunciava la mancata operatività dell’Art. 5 ter del DL n. 18 del 17 marzo 2020 “Disposizioni per garantire l'utilizzo di dispositivi medici per ossigenoterapia”, la XII Commissione Affari sociali torna sulla questione grazie a un’interrogazione a risposta immediata presentata nei giorni scorsi dall’On. Carnevali (PD), proprio sulle misure da adottare in favore dei pazienti che necessitano dell'ossigenoterapia.
L’ART. 5 TER DEL DL 18/2020
Secondo quanto previsto dal citato Art. 5 ter, si sarebbe dovuta rendere operativa la possibilità di ricaricare i presìdi portatili in tutte le strutture pubbliche dotate di impianti di dispensazione dell'ossigeno e in via sperimentale fino all'anno 2022 presso le farmacie territoriali con l'obiettivo di garantire, alle persone con insufficienze respiratorie acuto-croniche, la possibilità di avvalersi anche in ambiente non domestico del dispositivo che consente la ricarica dell'ossigeno liquido.
LE CRITICITÀ SOLLEVATE DALL’INTERROGAZIONE
L'attuazione di tale disposizione – sottolinea il testo dell’interrogazione – sarebbe dovuta avvenire entro il 31 luglio 2020, con decreto dei Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentite la Federazione dei farmacisti titolari di farmacie private nonché la Federazione nazionale delle farmacie comunali, d'intesa con la Conferenza permanente Stato, regioni e province autonome, e, nelle more dell'adozione del decreto, il Ministro avrebbe potuto provvedere, con ordinanza
“A quasi due anni dal termine previsto per l'emanazione del decreto, – denunciano gli interroganti – questo non è stato ancora adottato né il Ministro ha esercitato la possibilità di provvedere con ordinanza, lasciando i pazienti in ossigenoterapia nell'impossibilità di ricaricare i propri presìdi portatili e limitando notevolmente la libertà di movimento delle persone che necessariamente utilizzano un supporto esterno per poter respirare agevolmente”.
È chiaro come, per molti malati rari e cronici affetti da patologie polmonari, l'impossibilità di ricaricare il dispositivo rappresenta un vero e proprio impedimento fisico a vivere una vita normale e ad allontanarsi in sicurezza dalla propria casa per lunghi periodi. Per questo gli interroganti chiedono al Ministro della salute quale sia, allo stato attuale, “l'iter per l'emanazione del decreto di cui all'articolo 5-ter del decreto-legge n. 18 del 2020, nell'ambito delle iniziative che il Ministro interrogato intende adottare affinché i pazienti che necessitano dell'ossigenoterapia possano vivere anche al di fuori delle mura domestiche una vita il più in sicurezza possibile.
LA RISPOSTA DEL SOTTOSEGRETARIO COSTA
Nel pomeriggio di mercoledì 22 giugno, durante il Question time in XII Commissione, il Sottosegretario per la salute Andrea Costa, nel rispondere all’interrogazione ha riferito che la criticità che sta alla base dell'adozione della norma, ovvero la carenza di ossigeno, già durante la prima fase della pandemia non era tanto connessa alla carenza di punti di distribuzione e ricarica, quanto alla carenza di bombole, in quanto, nonostante l'industria lavorasse a pieno regime, la domanda era nettamente superiore alla capacità produttiva. Infine, ha aggiunto che gli uffici competenti stanno effettuando ulteriori approfondimenti tecnici necessari a superare i dubbi interpretativi, in modo che si possa adottare il decreto in coerenza con il quadro normativo di riferimento.
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