VII edizione del Premio OMaR: premiazione di Vincenzo Manes

Il fondatore del Dynamo Camp Italia si è aggiudicato il riconoscimento dedicato all'imprenditore farmaceutico, scomparso due anni fa

Roma – Vincenzo Manes, imprenditore, filantropo e fondatore del Dynamo Camp Italia, si è aggiudicato la seconda edizione del Premio “Eugenio Aringhieri”, il riconoscimento speciale per la divulgazione dell'innovazione scientifica in ricordo del manager farmaceutico scomparso prematuramente due anni fa. Per la Giuria, Manes ha saputo far vivere nella sua iniziativa alcuni tratti fondanti della personalità di Aringhieri, quali l’attenzione alle persone e al bene comune, un focus permanente sull’innovazione e una straordinaria capacità di comunicare e trasmettere i valori della stessa. Il Dynamo Camp, infatti, è un progetto che nasce per accogliere bambini e adolescenti affetti da patologie gravi e croniche e per assisterli con terapie ricreative che aiutino ad affrontare la malattia e la convalescenza. Il riconoscimento è stato assegnato lo scorso 23 settembre, nell’ambito della VII Edizione del Premio OMaR per la Comunicazione sulle Malattie e i Tumori Rari, durante la cerimonia di premiazione che si è svolta a Roma, all'Ara Pacis.

Così Vincenzo Manes descrive la sua filosofia di vita: “La fiducia nasce dal basso, da azioni positive che ciascuno può intraprendere. Il capitale sociale, così importante per lo sviluppo non solo umano ma anche economico, nasce dall’impegno di ciascuno nella cura del bene comune. Alla società del rischio si reagisce investendo in nuovi legami sociali e in responsabilità comuni, riscoprendo che bene sociale e bene individuale o si sviluppano insieme o deperiscono entrambi. Oggi, al Dynamo Camp ospitiamo 2.200 ragazzi l'anno, abbiamo 303 persone occupate tra fissi e stagionali, 1.500 volontari a fronte di 2.500 richieste, e raccogliamo un totale complessivo di 10 milioni di euro”, ha sottolineato Manes. “Dalla sua fondazione nel 2014, il Dynamo Camp è diventato un'istituzione davvero complessa, grazie alla grande passione di tutti quelli che ci lavorano e di un'unica caratteristica che le contraddistingue tutte: l'autenticità delle intenzioni e di quello che fanno ogni giorno. È la forza maggiore del progetto che abbiamo costruito”.

Il Premio “Eugenio Aringhieri” è stato istituito dall'Osservatorio Malattie Rare in memoria dell'amministratore delegato del Gruppo Dompé e Presidente del gruppo Biotecnologie di Farmindustria, deceduto a 58 anni, uomo di grande visione e tra i più noti e apprezzati dirigenti dell’industria farmaceutica italiana. Eugenio Aringhieri è stato un punto di riferimento nel mondo della ricerca farmaceutica, una persona carismatica che ha fatto della parola chiave “innovazione” la sua filosofia. È stato un uomo estremamente lungimirante: sosteneva che la condivisione, il fare rete, fosse condizione necessaria per affrontare nuove sfide. Per questo, la Giuria del Premio OMaR ha deciso – in accordo con la moglie Paola e i due figli Giorgio e Lorenzo – di premiare un professionista come Vincenzo Manes, una personalità di altissimo profilo manageriale capace di impegnarsi nel sociale in modo tanto efficace e innovativo da costruire un vero e proprio nuovo modello di sostenibilità in un contesto tanto complesso e delicato come quello del terzo settore.

A premiare Vincenzo Manes è stato il Viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri che, in occasione del VII Premio OMaR, ha rilasciato delle importanti dichiarazioni riguardo l'aggiornamento del Piano Nazionale Malattie Rare e l'ampliamento del panel dello screening neonatale. Presenti in sala anche i due figli di Aringhieri. “Papà è stato un grandissimo comunicatore perché era innamorato di quello che raccontava, cioè la passione per il lavoro che svolgeva”, ha ricordato Giorgio Aringhieri, dopo la proiezione di un commovente video-tributo sulla vita del padre. “Non ha mai accettato compromessi e non gli è mai sembrato di far fatica: anzi, la fatica è l'unico compromesso che ha sempre accettato. Era una persona che amava le altre persone, perché se non ti circondi di gente che ti stimola, a un certo punto rimani vuoto”.

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