Farmaci

Il farmaco ha dimostrato di poter migliorare i livelli di emoglobina in pazienti non trattati con inibitori del complemento, rendendoli indipendenti da trasfusioni

Milano – La casa farmaceutica Novartis ha annunciato i risultati dettagliati dello studio di Fase III APPOINT-PNH, condotto per valutare l’impiego del farmaco sperimentale iptacopan in pazienti adulti con emoglobinuria parossistica notturna (EPN) non trattati (naïve) con inibitori del complemento, comprese le terapie anti-C5. Lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario e ha dimostrato benefici clinicamente significativi in tutti gli endpoint secondari. Questi dati sono stati presentati al 49° meeting annuale della European Society for Blood and Marrow Transplantation (EBMT).

L’emoglobinuria parossistica notturna (EPN) è una malattia ematologica rara, cronica e grave, mediata dal cosiddetto sistema del complemento. Nonostante il trattamento con anticorpi monoclonali anti-C5, la patologia si caratterizza per significativi bisogni non soddisfatti, perché un’ampia percentuale di persone affette da EPN rimane anemica, affaticata e dipendente dalle trasfusioni di sangue.

Iptacopan è un inibitore sperimentale mirato del fattore B della via alternativa del complemento, somministrato per via orale. Il farmaco agisce a monte della via terminale C5 del complemento, prevenendo, nell’ambito della EPN, non solo l’emolisi intravascolare, ma anche quella extravascolare.

Nello studio APPOINT-PNH, secondo stime basate su modelli statistici e tenendo conto dei dati mancanti, grazie al trattamento con iptacopan il 92,2% dei pazienti ha ottenuto un aumento del livello di emoglobina pari o superiore a 2 g/dl rispetto al basale, senza la necessità di trasfusioni di globuli rossi dopo il periodo di trattamento principale di 24 settimane. Nessun evento clinico di emolisi breakthrough (BTH) né alcun evento avverso vascolare maggiore (MAVE) sono stati osservati durante il periodo di 24 settimane di sperimentazione.

Nei pazienti trattati con iptacopan i livelli di lattato deidrogenasi (LDH) sono diminuiti dell’83,55% dal basale a 24 settimane. Inoltre, i partecipanti alla sperimentazione hanno segnalato miglioramenti clinicamente significativi in relazione al sintomo di affaticamento (fatigue), con un aumento medio aggiustato di 10,75 punti, rispetto al basale, nella scala Functional Assessment of Chronic Illness Therapy–Fatigue, raggiungendo livelli assoluti simili a quelli riportati nella popolazione generale.

“Oltre al miglioramento dell’emolisi e della fatigue osservata con i trattamenti attualmente disponibili, i pazienti con EPN emolitica trattati con iptacopan ottengono anche un miglioramento dell’anemia non raggiungibile con gli anticorpi monoclonali anti-C5; questi dati sottolineano il potenziale di iptacopan come farmaco orale per cambiare la gestione clinica di questa malattia devastante”, ha spiegato Antonio Risitano, sperimentatore co-responsabile dello studio, Presidente dell’International PNH Interest Group e Direttore dell’Unità operativa di ematologia e trapianto ematopoietico del Centro di riferimento per l’anemia aplastica e l’emoglobinuria parossistica notturna presso l’AORN San Giuseppe Moscati di Avellino.

L’altro sperimentatore co-responsabile dello studio, il Prof. Régis Peffault de Latour, del Saint-Louis Hospital, Greater Paris University Hospital, ha aggiunto: “I risultati di APPOINT-PNH sono coerenti con i profili di tollerabilità e sicurezza osservati nello studio APPLY-PNH ed evidenziando la possibilità di controllare l’emolisi con iptacopan per via orale, con una quasi completa eliminazione della necessità di trasfusioni di sangue”.

Nello studio APPOINT-PNH, iptacopan ha dimostrato un profilo di tollerabilità e sicurezza coerente con i dati riportati in precedenza. Gli eventi avversi (EA) più comunemente segnalati sono stati infezioni (nel 40,0% dei pazienti, principalmente COVID-19 [15,0%] e infezioni del tratto respiratorio superiore [12,5%]), cefalea (27,5%) e diarrea (7,5%), con quattro eventi avversi gravi.

"I risultati degli studi clinici APPLY-PHN e APPOINT-PHN confermano il potenziale di iptacopan nel trattamento dell’EPN, una malattia che impatta pesantemente sulla vita delle persone, che spesso si trovano ad affrontare difficoltà per le quali non è stata ancora individuata una risposta efficace”, commenta Paola Coco, CSO & Medical Affairs Head IM di Novartis Italia. “Mentre attendiamo con fiducia gli esiti delle prime sottomissioni alle autorità regolatorie nell’EPN, proseguiamo nell’attività di ricerca su iptacopan nelle altre malattie mediate dal complemento con i risultati di fase III in altre patologie”.

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