“Non senti più nulla sotto i tuoi piedi, è un vortice che ti risucchia completamente”; “Cerchi un punto di appiglio ma non lo trovi”; “il soffitto diventa pavimento e il pavimento diventa soffitto”; “diventa un problema fare tutto”; “è una malattia che ti porta ad essere solitario”. Questi sono solo alcuni esempi di quello che prova un paziente affetto dalla malattia di Menière, un disturbo che colpisce l’orecchio interno e che si caratterizza per l'accumulo di endolinfa all'interno del labirinto e per la conseguente alterazione del segnale nervoso tra orecchio e cervello.
A raccontarlo alcuni pazienti in un video prodotto dall’associazione AMMI (Associazione Malati Di Menière Insieme) e Acufeni.net Onlus, con la regia di Improvvisati Official, per diffondere la conoscenza su questa patologia poco conosciuta, che ha come principali sintomi perdita dell'udito (inizialmente momentanea), vertigini e capogiri, mancanza di equilibrio, percezione di "rumori" o "fischi" nell'orecchio (acufeni), sensazione di pressione o dolore nell’orecchio colpito, nausea, vomito, sudorazione fredda e ipotensione arteriosa. Sintomi meno comuni sono, invece, il nistagmo e lo svenimento improvviso senza perdita di coscienza.
La malattia di Menière può colpire chiunque e insorgere a qualunque età, ma i soggetti più colpiti sono i maschi tra i 40 e i 60 anni. L'incidenza nella popolazione è di circa 1 caso ogni 1.000 individui. Nell'80-90% dei pazienti, i sintomi della malattia interessano soltanto un orecchio (sindrome monolaterale), mentre quando sono coinvolte entrambe le orecchie (sindrome bilaterale), essi compaiono nel secondo orecchio dopo 2 o 3 anni rispetto al primo.
In una prima fase della malattia, la sintomatologia si manifesta in attacchi transitori ed episodici, che possono durare da 20 minuti a diverse ore, in genere non più di 3 o 4. Successivamente, è frequente che il paziente sia soggetto ad attacchi ravvicinati nel tempo (dalle 6 alle 11 crisi in un anno, circa), che possono durare un paio di giorni o anche una settimana. Ne segue un periodo di remissione, interrotto da un'altra serie di attacchi.
Purtroppo, ad oggi non esiste una terapia specifica per la sindrome, sebbene si possano attenuare o prevenire determinati sintomi, come, ad esempio, gli attacchi di vertigine e nausea.
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