Caregiver

Di prossima attivazione, il progetto ProFAD si propone di potenziare le competenze necessarie per fornire un’adeguata assistenza ai pazienti

Prendersi cura di una persona affetta da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) non è semplice, e spesso perfino gli operatori socio-sanitari delle cooperative o aziende che forniscono assistenza per conto della ASL, per quanto formati, non hanno le competenze necessarie per mettere in atto un intervento pronto ed efficace sui pazienti. In molti casi, poi, gli operatori ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) mancano anche delle competenze relazionali indispensabili per fornire la propria opera in ambiente domestico. Per non parlare del turn over che caratterizza queste figure sanitarie, da sempre molto forte e accentuatosi durante la pandemia per via di un esodo di personale verso il servizio pubblico. Come se non bastasse, poi, l’assistenza domiciliare non copre mai le 24 ore, lasciando comunque la cura delle persone con SLA nelle mani di familiari e badanti, che a volte non hanno mai effettuato prima quella serie di manovre e operazioni necessarie a garantire la sopravvivenza dei pazienti.

Da questi assunti prende le mosse il Progetto Formazione Assistente Domiciliare (ProFAD), che prenderà prossimamente il via grazie all’associazione ConSLAncio Onlus, nata nel 2015 per supportare i pazienti di SLA e i loro familiari e caregiver. “Si tratta di un progetto a cui teniamo particolarmente”, spiega la presidente Nicoletta De Rossi. “La formazione di badanti e caregiver familiari che si trovano ad occuparsi della persona con SLA dopo la tracheostomia è fondamentale. È importante fornire il giusto supporto e la dovuta preparazione a chi dovrà affrontare un momento così traumatico sia per il malato che per le persone che se ne prendono cura. Oggi l’aspettativa di vita dei malati tracheostomizzati si è allungata proprio grazie agli ausili disponibili, ma è necessario che tutto venga gestito nel migliore dei modi. È nostra intenzione dare il massimo supporto alle famiglie che ci chiedono aiuto, sostenendole fin dai primi momenti di comprensibile smarrimento”.

Il percorso formativo, completamente gratuito, è rivolto a 14 partecipanti e prevede una durata complessiva di 300 ore, di cui 200 di teoria e le restanti 100 di pratica. Diviso in 8 diversi moduli, si propone di potenziare sia le competenze tecnico-sanitarie che quelle emotivo-relazionali. L’obiettivo è quello di approfondire la conoscenza delle difficoltà del paziente con SLA e del malato cronico complesso, insieme alle relative tecniche di gestione domiciliare. I partecipanti avranno anche l’occasione di maturare uno stile relazionale adeguato al setting dell’assistenza domiciliare e un’appropriata gestione delle emozioni che inevitabilmente ci si trova ad affrontare nell’accompagnamento delle persone con malattia cronica progressivamente ingravescente, per evitare l’insorgere del burnout.

Per maggiori informazioni sul corso è possibile contattare ConSLAncio scrivendo un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o seguendo le istruzioni riportate sul sito web dell’Associazione.

Leggi anche: “Dalla ricerca al supporto, l’impegno dell’associazione ConSLAncio per le persone affette da SLA

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