Alcuni pazienti accusano il sintomo anche tre anni prima di dare un nome alla malattia
E’ possibile che un senso costante di fatica, noto come affaticamento cronico, possa essere un sintomo di esordio della sclerosi multipla (SM), una malattia demielinizzante autoimmune e infiammatoria del sistema nervoso centrale.
La prevalenza di questa malattia è considerata superiore ai 5 casi ogni 10.000, pertanto non la si considera una malattia rara, è piuttosto una malattia cronica che con le malattie rare condivide numerose analogie tra le quali il fatto che non ci sia nessuna cura definitiva e vi sia anche una certa difficoltà nella diagnosi. I sintomi più diffusi sono neuropatie periferiche, problemi motori, disturbi alla vista o di linguaggio e vertigini. Talvolta, tuttavia, tutto comincia con un senso di fatica costante, un affaticamento che diventa cronico e al quale forse non si è ancora data la dovuta attenzione. Proprio sul legame tra affaticante cronico e sviluppo della sclerosi multipla si è concentrata una recente ricerca effettuata da Joseph Berger all’Università del Kentucky, uno studio finanziato da Bayer e presentato all’incontro annuale del “Consortium of Multiple Sclerosis Center”.
Il prof. Berger mostra come il 30 per cento dei pazienti a cui è stata diagnosticata la malattia dal 2005 ad oggi abbia manifestato come sintomo principale un forte affaticamento. Il risultato più sorprendente della ricerca di Berger è stata la constatazione che in molti casi l’affaticamento cronico è stato l’unico sintomo manifesto della SM e che la rilevanza di tale fattore è tale che, pur presentando anche altri sintomi, in molti casi i pazienti lo hanno riferito al proprio medico curante come primo e principale disturbo.
Quasi un terzo dei pazienti risulta appunto aver parlato di tale sintomo al proprio dottore anche due o tre anni prima che gli venisse diagnosticata la sclerosi multipla. I ricercatori hanno inoltre potuto constatare che le prescrizioni mediche successive a tali visite solo nel 10 per cento dei casi prevedevano medicinali indicati per l’affaticamento, quali per esempio le anfetamine o il modafinil (Provigil).
Berger ha in programma ulteriori studi per definire il ruolo dell’affaticamento nello sviluppo della sclerosi multipla, sia come elemento precursore che come elemento predittore della malattia, ed è anche prevista un’analisi comparativa del ruolo della stanchezza nel manifestarsi di altre patologie quali depressione, asma, ipertiroidismo, anemia e artrite reumatoide. Mark Freedman, dell’Università dell’Ottawa, si è espresso in merito agli studi di Berger affermando che tali ricerche sono estremamente rilevanti per capire quanto la fatica debba incidere nella diagnosi della sclerosi multipla.
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