Il farmaco di Alnylam, basato su RNAi, entrerà a breve nella Fase III di sviluppo

Cambridge (USA) – Alnylam Pharmaceuticals, azienda leader nel settore delle terapie basate su RNAi (RNA interference), ha ottenuto dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti la designazione di 'terapia fortemente innovativa' (Breakthrough Therapy) per givosiran (ALN-AS1), terapia RNAi in via di sperimentazione per la profilassi degli attacchi in soggetti affetti da porfiria epatica acuta (AHP). Tale designazione viene concessa dalla FDA per accelerare lo sviluppo e la revisione di nuovi farmaci in grado di trattare malattie molto gravi o mortali, nei casi in cui dagli studi clinici emergano dati preliminari a sostegno di evidenti benefici derivanti dall'impiego della nuova molecola rispetto alle terapie disponibili.

"I pazienti affetti da porfiria epatica acuta, una classe di malattie ultra-rare, soffrono di gravi attacchi neuroviscerali che spesso richiedono un'immediata ospedalizzazione, e sono affetti da sintomi cronici e debilitanti che compromettono gravemente la loro quotidianità. La decisione della FDA rappresenta il riconoscimento sia dei primi incoraggianti risultati ottenuti con givosiran che della necessità di elaborare nuove opzioni terapeutiche per questa malattia", ha dichiarato Jeff Miller, Vice Presidente di Alnylam e Direttore Generale del Programma Givosiran. "Crediamo che givosiran diventerà presto un trattamento capace di trasformare radicalmente l'esistenza dei pazienti con questa malattia devastante e potenzialmente letale. Pertanto, stiamo lavorando per far rapidamente avanzare questo programma in collaborazione con le autorità regolatorie mondiali, forti del fatto di aver recentemente ricevuto anche la designazione PRIME dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Abbiamo, pertanto, intenzione di avviare lo studio clinico di Fase III su givosiran già alla fine del 2017".

Il punto di partenza per la designazione di terapia fortemente innovativa sono stati proprio i promettenti risultati derivanti dallo studio di Fase I su givosiran, che hanno messo in luce le significative riduzioni nel numero di attacchi di porfiria. I dati aggiornati di questo trial saranno divulgati nel corso di una presentazione orale che si terrà il 26 giugno 2017, durante il Congresso Internazionale su Porfirine e Porfirie (ICPP) di Bordeaux (Francia).

Lo studio clinico di Fase I su givosiran
Lo studio clinico di Fase I su givosiran si configura come un trial randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo. I dati presentati alla riunione dell'American Society of Hematology (ASH), nel 2016, hanno fornito le prime prove dell'attività clinica di givosiran in termini di significativa riduzione sia del numero che della frequenza degli attacchi di porfiria. Inoltre, è emerso il ruolo di givosiran nella sostanziale riduzione delle dosi annuali di emina somministrate ai pazienti con porfiria intermittente acuta (AIP), la forma più comune e grave di AHP. Nelle prime due coorti di dosaggio, givosiran è stato ben tollerato dai pazienti, senza eventi avversi gravi correlati al farmaco. Nella terza coorte di dosaggio, condotta in cieco, dopo il trasferimento dei dati è stato riportato un decesso imputabile a pancreatite acuta, ma la correlazione con givosiran o con placebo è stata giudicata improbabile.

Le porfirie epatiche acute
Le porfirie sono una famiglia di rari disturbi metabolici, la maggior parte dei quali ad ereditarietà autosomica dominante, causati da mutazioni genetiche che compromettono la produzione di uno degli otto enzimi responsabili della biosintesi del gruppo eme. La porfiria epatica acuta (AHP) fa parte di un sottoinsieme di porfirie in cui la carenza enzimatica si riscontra nel fegato, e che include la porfiria intermittente acuta (AIP), la coproporfiria ereditaria (HCP) e la porfiria variegata (VP). Nei pazienti con AHP, l'esposizione a determinati farmaci, i fattori dietetici o anche i cambiamenti ormonali possono innescare una forte induzione di acido delta-aminolevulinico-sintasi 1 (ALAS1), che può portare all'accumulo di intermedi neurotossici dell'eme con notevole amplificazione dei sintomi della malattia. I pazienti con AHP possono essere affetti da manifestazioni che, a seconda del tipo specifico di malattia, comprendono attacchi acuti e/o ricorrenti di grave entità, con severi dolori addominali, neuropatia periferica e autonoma, manifestazioni neuropsichiatriche, lesioni cutanee e possibile paralisi o morte, se non si interviene o si presentano ritardi nella terapia. Non esistono trattamenti approvati per la prevenzione degli attacchi; l'unico trattamento autorizzato contro gli attacchi acuti sono le iniezioni di emina (Panhematin® o Normosang®), un preparato ottenuto a partire dal sangue umano contenente il gruppo eme. L'emina va somministrata direttamente attraverso una grande vena o mediante linea endovenosa centrale ed è associata ad una serie di complicanze tra cui tromboflebiti e anomalie di coagulazione. La somministrazione cronica di emina, inoltre, può provocare insufficienza renale, sovraccarico di ferro, infezioni sistemiche (a causa del requisito di accesso venoso centrale) e, in alcuni casi, tachifilassi.

Informazioni su givosiran
Givosiran (ALN-AS1) è una terapia somministrata per via sottocutanea che, sfruttando la tecnologia di RNA interference, colpisce specificamente l'acido delta-aminolevulinico-sintasi 1 (ALAS1). Attualmente, il farmaco è in via di sviluppo per il trattamento delle porfirie epatiche acute, tra cui la porfiria intermittente acuta (AIP). L'AIP è la più comune delle porfirie ed è una malattia autosomica dominante ultra-rara causata da mutazioni in grado di compromettere la funzionalità dell'enzima porfobilinogeno deaminasi (PBGD) provocando l'accumulo di specie intermedie tossiche, tra cui l'acido aminolevulinico (ALA) e il porfobilinogeno (PBG). Givosiran è un coniugato ESC-GalNAc-siRNA che mira ad ALAS1, espresso nel fegato e coinvolto nella sintesi di PBGD, un enzima essenziale nel percorso di biosintesi del gruppo eme. L'inibizione di ALAS1 è in grado di ridurre l'accumulo di intermedi tossici del gruppo eme capaci di provocare le manifestazioni cliniche tipiche dell'AIP. Givosiran ha la potenzialità di prevenire i ricorrenti attacchi causati da questa malattia. Di recente, givosiran ha ottenuto la designazione PRIME da parte dell'EMA, con la quale l'Agenzia Europea per i Medicinali intende contribuire a far giungere con maggiore rapidità le nuove terapie ai pazienti, supportando le aziende nello sviluppo di medicinali per malattie ancora orfane di cura, quando i dati clinici precoci mostrano un buon potenziale. Givosiran ha ottenuto anche la denominazione di farmaco orfano, sia negli Stati Uniti che in Europa, per il trattamento della porfiria epatica acuta.

RNA interference
La tecnica di RNA interference (RNAi) è una rivoluzione nell'ambito della biologia, dal momento che rappresenta una svolta nella comprensione di come, nelle cellule, i geni vengano 'accesi' e 'spenti', e si annuncia come un approccio completamente nuovo nella scoperta e nello sviluppo dei farmaci. Presentata come "una grande scoperta scientifica che si realizza più o meno una volta ogni decennio", questa metodica si definisce oggi come una delle più promettenti frontiere della biologia nella scoperta di nuovi farmaci, tanto che, nel 2006, si è aggiudicata il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina. L'RNA interference è un processo naturale di silenziamento dei geni che trova luogo in tutti gli organismi, dalle piante ai mammiferi. Sfruttando il processo biologico naturale di RNAi che si verifica nelle cellule, si può ipotizzare la creazione di una nuova classe di medicinali, le cosiddette 'terapie RNAi'. Le molecole che mediano il processo di RNA interference, note come 'small interfering RNA' (siRNA), comprendono la piattaforma terapeutica sviluppata da Alnylam. Silenziando specifici mRNA, tali molecole sono progettate per impedire la produzione delle proteine che sono causa di malattie.

Per ulteriori informazioni, leggi il comunicato stampa originale (in lingua inglese).

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