Pedalata Arcobaleno della Speranza

Protagonista dell’iniziativa è l’ematologo Roberto Laudati, che nel dicembre 2021 si è ammalato di linfoma non Hodgkin

Roma - Da Torino a Roma in bicicletta. Per dimostrare che è possibile convivere con una patologia oncoematologica e che una vita attiva contribuisce non solo alla prevenzione dei tumori ma anche alla salute di chi ha già ricevuto una diagnosi di malattia, migliorando il benessere fisico e psicologico dei pazienti. È la storia di Roberto Laudati, medico ematologo presso l’Unità di Ematologia AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, che domenica 30 aprile è partito da Torino, la sua città, alla volta di Roma, in sella alla sua bicicletta. Un viaggio di oltre 700 chilometri, per dimostrare la valenza terapeutica dell’attività fisica nelle terapie oncologiche. La manifestazione si articola in 5 tappe, con partenza da Centro Oncoematologico Subalpino di Torino e arrivo al Dipartimento di Onco-Ematologia del Policlinico di Tor Vergata di Roma giovedì 4 maggio.

Nel dicembre 2021 – racconta Roberto Laudati - mi è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin e, da allora, seguendo le indicazioni degli studi più recenti, ho iniziato un programma di attività fisica che mi ha notevolmente aiutato nel contrastare gli effetti collaterali della terapia e, spero, la malattia stessa. Di qui l’idea della pedalata Torino-Roma, con l’intento di unire idealmente tutti i Centri Oncoematologici italiani e di far conoscere l’importanza dell’esercizio fisico anche durante la terapia per contrastare i tumori”.

Sono circa 2 milioni e 250mila gli italiani che vivono con un tumore, il 4% dell’intera popolazione (fonte AIOM); nel corso del 2022 è stato calcolato che in Italia ci siano state circa 391.000 nuove diagnosi di tumore. I casi di neoplasie ematologiche sono in aumento a causa dell’invecchiamento generale della popolazione ma le speranze di vita sono maggiori, e il 40-50% dei pazienti può addirittura aspirare alla guarigione. Inoltre, i notevoli progressi della medicina hanno fatto sì che molte delle malattie considerate mortali si siano trasformate in croniche.

“L’attività motoria, anche per chi si sottopone alla chemioterapia, è fondamentale non solo per migliorare la qualità di vita dei pazienti ma anche per prevenire gli effetti collaterali delle terapie oncologiche a lungo termine. Un’attività fisica personalizzata sulle caratteristiche del paziente, che nelle prime 8-12 settimane deve essere seguito da un “allenatore esperto”, riesce a restituire buona parte della perdita di efficienza fisica, psicologia e mentale, oltre a porre le basi per la prevenzione di altre complicazioni”, dichiara la Dottoressa Maria Christina Cox, ematologa presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria Policlinico Tor Vergata di Roma e docente di esercizio fisico adattato nei pazienti con tumore.

I pazienti oncologici, se guidati da esperti, possono dedicarsi in sicurezza ad esercizi volti a migliorare il benessere, la funzionalità fisica e la qualità della vita, mitigando anche la stanchezza legata alla patologia; svolgere attività fisica, infatti, riduce ansia, depressione e dolore ed è anche utile per migliorare la qualità del sonno, aumentare il senso di benessere e l’autostima, oltre che per mantenere una certa mobilità e indipendenza. Ovviamente occorre tener presente le condizioni specifiche del paziente, del tipo di tumore e del trattamento in corso, rivolgendosi sempre al proprio oncologo per capire bene come e quanto muoversi. Numerosi studi hanno dimostrato che le persone che hanno avuto un tumore e si sono mantenute fisicamente attive manifestano una maggiore aderenza alle terapie, presentano un minor rischio di recidive e un aumento della sopravvivenza rispetto alle persone inattive.

Obiettivo della “Pedalata Arcobaleno della Speranza”, che è partita dal Centro Oncoematologico piemontese di Torino e si concluderà al Dipartimento di Ematologia del Policlinico di Tor Vergata, è quello di unire idealmente tutti i centri onco-ematologici italiani. Per la pedalata vengono utilizzate due biciclette a pedalata assistita, adatte anche a chi inizia a fare attività sportiva durante la malattia; una delle due biciclette è utilizzata da Roberto mentre sull’altra si alterneranno alcuni suoi amici sportivi e anche altre figure che vorranno unirsi a questa avventura.

La pedalata ha un duplice obiettivo”, afferma Maria Stella Marchetti, Presidente de L’Arcobaleno della Speranza Odv. “Sensibilizzare medici, operatori sanitari e pazienti sull’importanza dell’attività fisica in tutte le sue forme per migliorare la qualità di vita dei pazienti onco-ematologici e raccogliere fondi per finanziare due borse di studio destinate ad esperti di scienze motorie al fine di realizzare il progetto di esercizio fisico adattato a pazienti onco-ematologici sia pediatrici che adulti. La nostra Associazione è da sempre impegnata nel favorire il miglioramento dei servizi e dell’assistenza sociosanitaria in favore dei pazienti leucemici ed altri emopatici e delle loro famiglie”.

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