Luc Montagnier

Sull’origine del SARS-CoV-2 ci sono teorie fantasiose e una versione ufficiale, quella dell'OMS, che ammette: “Non sappiamo ancora come è nato”

Da più di tre mesi il mondo combatte la sua battaglia contro il nuovo Coronavirus, ma conosciamo ancora pochissimo del nostro nemico: non sappiamo neppure da dove viene. In una prima fase sembrava assodato che la scintilla fosse partita dal mercato del pesce di Wuhan, poi le teorie, più o meno fantasiose, si sono moltiplicate, e al momento abbiamo una versione ufficiale e, fondamentalmente, tre ipotesi. Quale di queste teorie è quella vera? Analizziamole insieme.

LA VERSIONE UFFICIALE: I PIPISTRELLI

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) mette in chiaro sul suo sito che “attualmente la fonte di SARS-CoV-2, il Coronavirus che causa COVID-19, non è nota”. Secondo la massima autorità sanitaria a livello globale, tutte le prove disponibili suggeriscono che il virus abbia un'origine naturale (animale) e che non sia stato quindi creato in laboratorio: il suo serbatoio ecologico è “molto probabilmente” nei pipistrelli.

I primi casi di COVID-19, come sappiamo, sono stati identificati nella città di Wuhan nel dicembre 2019. L'OMS ammette che in questa fase non è possibile determinare con precisione come gli umani in Cina siano stati inizialmente infettati. Tuttavia, ci viene in aiuto l'esperienza dell'epidemia di SARS del 2002, provocata da un ‘fratello’ dell'attuale Coronavirus. Il virus SARS-CoV si diffuse prima fra i pipistrelli ferro di cavallo, poi fra gli zibetti (carnivori che vivono nell'Asia meridionale) quali vettori intermedi, e infine passò all'uomo. Allo stesso modo, si pensa che SARS-CoV-2 abbia saltato la barriera della specie, dal pipistrello all'uomo, attraverso un ospite intermedio, ovvero un'altra specie animale più vicina all'uomo, come un animale domestico o selvatico addomesticato. Ad oggi, però, questo animale non è stato identificato.

Il nostro Istituto Superiore di Sanità (ISS) si allinea: “La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto (chiamato “spillover” o salto di specie) e si pensa che possa essere alla base anche dell’origine del nuovo Coronavirus. Al momento la comunità scientifica sta cercando di identificare la specie animale dalla quale è stato trasmesso il virus all’uomo”.

UN'ARMA BIOLOGICA DIFFUSA DI PROPOSITO?

Il SARS-CoV-2 potrebbe essere un virus artificiale, creato a tavolino come arma biologica e diffuso di proposito per oscure strategie finanziarie o per sterminare la razza umana? La risposta è la più banale: no, perché non ci sono motivi per pensarlo. E non siamo noi a dover convincere i sostenitori di questa ipotesi che ciò non è avvenuto, ma i complottisti a dover dimostrare che è andata così: l'onere della prova spetta a loro. Quindi, passiamo oltre.

UN VIRUS SFUGGITO DAL LABORATORIO?

Se si trattasse invece di un virus creato in laboratorio a scopi di ricerca, e sfuggito all'esterno per un tragico errore? Ne è convinto Donald Trump, ma non il suo virologo di fiducia, Anthony Fauci. Intanto, l'intelligence americana indaga. Nell'occhio del ciclone c'è l'Istituto di virologia di Wuhan che sorge vicino al famigerato mercato del pesce della città cinese, inizialmente indicato come fonte del primo focolaio.

Non è un mistero che all'interno di questo laboratorio siano stati condotti degli studi sui pipistrelli ferro di cavallo, i vettori intermedi della SARS: dal 2005 al 2017, l'Istituto ha pubblicato varie ricerche in proposito. Però, finora, niente può dimostrare la fuoriuscita accidentale del virus dal laboratorio. Gli esperti, inoltre, hanno già da tempo escluso la possibilità che il virus sia artificiale, con diverse pubblicazioni sulle più autorevoli riviste scientifiche come Nature e The Lancet.

LA TEORIA DEL PREMIO NOBEL

Fino a pochi giorni fa, insomma, il discorso sembrava chiuso, e chiunque avesse dei dubbi a riguardo veniva considerato semplicemente uno che vede cospirazioni ovunque. Poi qualcosa è cambiato: Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina nel 2008, insieme a Françoise Barré-Sinoussi, per aver scoperto nel 1983 il virus dell'HIV, ha dichiarato in un'intervista che la diffusione del Coronavirus è stata un errore umano degli scienziati che cercavano di mettere a punto un vaccino, proprio contro l'AIDS. “Un lavoro da apprendisti stregoni”, l'ha definito.

“Con il mio collega, il biomatematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus RNA. Non siamo stati i primi: un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare uno studio che mostra come il genoma completo di questo virus abbia all'interno delle sequenze di un altro virus, quello dell'AIDS”, ha spiegato Montagnier. “Il gruppo indiano ha ritrattato dopo la pubblicazione, ma la verità scientifica emerge sempre. La sequenza dell'AIDS è stata inserita nel genoma del Coronavirus per tentare di fare il vaccino”.

I complottisti di tutto il mondo hanno rialzato la testa: grazie a questo insperato assist, possono vantare un endorsement addirittura da parte di un Premio Nobel. Ma chi è, oggi, Montagnier? Basta leggere la sua biografia per capire che ormai da diversi anni si è allontanato dalla medicina ufficiale per abbracciare teorie alternative. Ha iniziato ad assumere posizioni controverse e non dimostrate proprio sul virus del quale era più esperto, l'HIV, per poi diventare un idolo dei no-vax, sostenendo la più volte smentita correlazione dei vaccini con l’autismo. Infine si è convertito all’omeopatia e ha esaltato i suoi concentrati di papaya (donati anche a Giovanni Paolo II), che, a suo dire curano il Parkinson e la SARS. Emblematico il titolo di un articolo di Repubblica di tre anni fa: “Dal Nobel alle bufale, il declino di Luc Montagnier. Scoprì il virus HIV, ora è no-vax”.

DI CHI POSSIAMO FIDARCI?

Quindi, non ci possiamo fidare ciecamente neppure di un Premio Nobel? Talvolta no: anche avendo ricevuto l'onorificenza svedese, Montagnier resta sempre un uomo, e può sbagliare. L'obiezione è immediata: ma chi può dire che sbaglia? La comunità internazionale degli scienziati, che si riconosce in un metodo, quello scientifico, che pubblica i propri studi su riviste peer-reviewed e che, infatti, ha replicato compatta al professore francese.

Sul riferimento agli elementi estranei al virus, Etienne Simon-Lorière, dell’Istituto Pasteur di Parigi, ha spiegato: “Non ha senso. Sono dei piccoli elementi che si trovano anche in altri virus della stessa famiglia. Se prendiamo una parola da un libro e questa parola ricorda quella di un altro libro, possiamo dire che uno ha copiato dall'altro? Tutto ciò è assurdo”. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani, ha aggiunto che “il virus non cambia, è stabile e non ci sono prove che sia stato creato in laboratorio”. Anche per il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, non ci sono evidenze che avvalorino la tesi. Infine, Gianni Rezza, direttore Malattie Infettive dell’ISS, ha fatto notare che “da qualche tempo Montagnier è un po’ fantasioso nell’ipotesi scientifica”.

Forse non bisogna lasciarsi prendere dalla fretta, e mettere da parte una cospicua mole di dati prima di avventurarsi in affermazioni che possono essere facilmente smentite il giorno stesso. Per scoprire l'origine della SARS ci sono voluti quindici anni: solo nel 2017 il virus è stato associato ai pipistrelli, proprio dai virologi di Wuhan contro i quali, oggi, tanti puntano il dito. Anche per il nuovo Coronavirus, probabilmente, solo il tempo ci darà le risposte che cerchiamo.

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