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Il documento contiene misure gestionali ospedaliere per mantenere la continuità terapeutica e assistenziale dei malati di tumore

Milano – Rivedere e riorganizzare drasticamente la cura dei pazienti oncologici e la ricerca scientifica a causa della crisi causata dalla pandemia di COVID-19. È questo che, nel giro di poche settimane, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e altri sei importanti centri europei per il cancro affiliati al Cancer Core Europe (CCE) sono stati costretti a fare, cercando di mantenere naturalmente inalterata la qualità dell’assistenza per i propri pazienti.

Un’organizzazione e un approccio alle malattie oncologiche per alcuni versi totalmente nuovi, esaminati e approfonditi in un articolo pubblicato dall’autorevole rivista Nature Medicine che ha raccolto misure e provvedimenti intrapresi dai 7 centri di eccellenza in Europa appartenenti al CCE. Azioni mirate non solo prevenire la diffusione del virus in generale, ma soprattutto per proteggere i pazienti con cancro, la cui malattia li rende particolarmente vulnerabili alle complicazioni se infetti.

“La pandemia di COVID-19 ha colpito in tempi e con forza diversa tutti i paesi in Europa e nel modo. Il rischio di contagio non risparmia nessuno, cittadini e pazienti con ogni tipo di malattia. I pazienti con cancro sono una popolazione speciale con un profilo immunologico che li classifica come particolarmente fragili. E fragili sono anche gli istituti e Centri dedicati alla loro cura in quanto hanno dovuto affrontare una crisi e una emergenza in assenza di conoscenze sul fenomeno e policy pronte ad essere attivate”, afferma Giovanni Apolone, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “Ecco quindi che i diversi Istituti nei diversi paesi hanno reagito, in maniera diversa sia nella organizzazione dei flussi che di linee guida per trattare i pazienti. L’esperienza dei 7 centri del network CCE rappresenta non solo un esempio di cosa è stato fatto in 7 centri di eccellenza europei ma anche una opportunità di imparare sul campo e produrre una conoscenza empirica su come comportarci in futuro”.

Lo studio pubblicato su Nature Medicine mette a confronto le scelte che l’INT e gli altri sei centri oncologici del Cancer Core Europe hanno fatto, e condiviso, per adattarsi al nuovo mondo COVID-19, nonché le considerazioni e le incertezze che devono affrontare. Ad esempio, tutti i sette centri oncologici del CCE hanno preso provvedimenti per mantenere elevati standard di cura nonostante la carenza di dispositivi di protezione individuale, letti, personale e altre risorse. I trattamenti sono stati rinviati o adeguati per proteggere il sistema immunitario dei pazienti con cancro, i momenti di contatto sono stati limitati o convertiti in interazioni remote, complete di quante più garanzie possibili per non influire sulla cura del paziente. Gli studi clinici sono stati rivalutati per verificare la necessità di mantenimento o interruzione. Tutte azioni e pratiche che, insieme alle esperienze di altri centri simili in tutto il mondo, d'ora in poi continueranno a generare nuovi dati al fine di compiere scelte e giudizi fondati utili per il futuro.

“In questo momento di emergenza sanitaria, il contributo di ciascuno di noi è quello di garantire la miglior qualità di assistenza nell’ambito delle proprie competenze”, commenta Filippo de Braud, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’INT. “Abbiamo quindi pubblicato insieme ad altri 6 centri di ricerca oncologica europei con cui componiamo il network Cancer Core Europe gli elementi di consenso e quelli da approfondire sui comportamenti da tenere per garantire la miglior qualità di assistenza oncologica anche in questo comune momento di emergenza sanitaria. Il ruolo di INT è fondamentale perché siamo stati i primi a dover affrontare il problema tra i paesi occidentali e molti ci stanno guardando anche alla luce del fatto che siamo riusciti in tempi brevi a darci un’organizzazione interna pragmatica e efficiente nonostante la complessità della situazione”.

Esistono infatti diversi aspetti che gli istituti oncologici devono prendere in considerazione per garantire la continuità nella cura del cancro, aspetti che vanno dalle attività cliniche alle capacità tecniche e assistenziali dei centri di cura. Nello specifico si tratta di:
- Attività cliniche che riguardano l’adattamento dei compiti per mantenere i centri oncologici il più possibile liberi da COVID-19; adeguamento dei regimi di trattamento standard e deviazione dai protocolli di trattamento stabiliti per motivi di sicurezza;
- Comunicazione e assistenza psicosociale per i pazienti;
- Presenza di personale qualificato. In questo senso è essenziale la velocità e la capacità del centro oncologico di testare il personale per COVID-19, al fine di garantire la continuità delle cure;
- Capacità degli istituti di cura, che devono essere in grado di discutere di trattamenti alternativi come la radioterapia e/o le terapie sistemiche, discutere il rinvio di determinate operazioni elettive e accelerare i trattamenti finché sarà disponibile una capacità sufficiente;
- Collaborazioni regionali e nazionali per condividere l'onere dell'assistenza per i malati di cancro.

LE MISURE DELLA RETE CANCER CORE EUROPE IN PILLOLE

Misure di cautela in ospedale
- Organizzare un team di crisi a livello ospedaliero responsabile del coordinamento delle misure tra i reparti.
- Incoraggiare i pazienti a non arrivare presto ai controlli concordati. Comunicare con loro via sms quando si è pronti per la visita, in modo che possano aspettare fuori dall’ospedale o in macchina.
- Invitare i pazienti a non visitare l'ospedale se hanno sintomi indicativi di possibile COVID-19 (a meno che la richiesta di visita non sia urgente).
- Chiamare i pazienti il giorno prima delle visite programmate per discutere dell’eventuale presenza di sintomi correlati al COVID-19.
- Controllare i pazienti all'ingresso dell’ospedale per verificare eventuali sintomi di COVID-19 e febbre.
- Isolare rapidamente i pazienti con COVID-19 in reparti specializzati e, se possibile, trasferirli negli ospedali regionali preposti all’emergenza.
- Ridurre al minimo le attività di ricerca preclinica.
- Interrompere il reclutamento di pazienti per studi clinici o trial che richiedono azioni e/o visite. Considerare eventuali eccezioni relative a specifici tumori o per studi la cui interruzione potrebbe compromettere il successo dello studio stesso.
- Discutere di ogni paziente con un team multidisciplinare per prendere in considerazione modalità di trattamento alternative con il minor numero di visite possibile o di durata inferiore.
- Discutere degli aggiustamenti terapeutici (rispetto alle linee guida regolari) nelle riunioni di gruppo multidisciplinari.
- Se possibile, condurre le consultazioni multidisciplinari di gruppo a distanza o includere un solo rappresentante per ciascuna disciplina al fine di limitare il numero di persone partecipanti.
- Informare i pazienti di un possibile aumento del rischio associato alla terapia antitumorale durante la pandemia COVID-19.
- Utilizzare le consultazioni telefoniche o video per i professionisti sanitari che hanno bisogno di auto-isolarsi.
- In caso di rinvio di procedure o momenti di contatto, anticipare eventuali problematiche/incapacità di azione future.
- Non prescrivere corticosteroidi come anti-emetici (se evitabile), e limitare il loro uso in pazienti trattati con immuno-checkpoint blocco, per ridurre la vulnerabilità al COVID-19.
- Discutere con ogni paziente delle procedure di rianimazione per anticipare eventuali decisioni future sulla gestione della terapia intensiva.

Misure di cautela in ambulatorio
- Valutare criticamente seconde opinioni.
- Fissare appuntamenti di follow-up via telefono (tranne quando l'esame fisico sia strettamente necessario).
- Se possibile, ridurre o rimandare gli esami radiologici.
- Dare priorità ai trattamenti orali o sottocutanei rispetto ai trattamenti a base di infusione per ridurre il tempo trascorso in ospedale.
- Eseguire analisi del sangue al di fuori dell'ospedale (ad esempio in centri di medicina generale o a casa), quando possibile.
- Consegnare i farmaci orali a casa dei pazienti, piuttosto che prevederne il ritiro in farmacia.

Misure di cautela per l’assistenza quotidiana
- Considerare di omettere i trattamenti di supporto (es. nessuna infusione di bifosfonati, tranne nel caso di ipercalcemia).
- Quando possibile, organizzare la somministrazione di trattamenti di mantenimento via endovena a casa.
- Quando risulta impossibile procedere con la somministrazione a casa si deve considerare la possibile interruzione temporanea, o la riduzione della frequenza dei trattamenti via endovena per la cura di tumori metastatici meno aggressivi per il paziente.

Misure di cautela per la radioterapia
- Considerare regimi ipofrazionati per i pazienti con limitato beneficio aggiuntivo rispetto ai regimi regolari.
- Utilizzare maggiormente la radioterapia in sostituzione all'intervento chirurgico.

Misure di cautela per la chirurgia
- Considerare il rinvio di interventi chirurgici con elevata morbilità e mortalità durante la pandemia.
- Considerare altre modalità di trattamento che abbiano uguale beneficio (es. radioterapia per il cancro alla prostata, chemio-radioterapia curativa per altri tipi di tumori o radioterapia cerebrale per metastasi).

Altre misure di cautela
- Considerare lo spostamento di alcuni interventi (es. endoscopie di follow-up) in cliniche private.

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