Ricerca scientifica

In occasione dell’Advanced Therapies Congress 2023 sono stati presentati gli incoraggianti dati preliminari dello studio di Fase I/II in corso sul farmaco

Lo scorso marzo si è svolta a Londra una tra le più grandi conferenze sulla terapia cellulare e genica e la biotech Moderna Therapeutics ha presentato i primi risultati di un trial clinico di Fase I/II su mRNA-3927, una terapia sperimentale per il trattamento dell’acidemia propionica (AP). L’azienda americana, nota al grande pubblico per aver prodotto uno dei vaccini utilizzati per il COVID-19, sta investendo per applicare la tecnologia dell’mRNA anche alle malattie rare. I risultati illustrati a Londra, seppur preliminari, mostrano un beneficio clinico indotto dal farmaco mRNA-3927, con i pazienti affetti da AP che hanno visto una riduzione degli eventi di scompenso metabolico correlati alla patologia.

L’acidemia propionica (AP) è una rara malattia metabolica che rientra nel gruppo delle organico-acidurie ed è causata dal deficit di attività della propionil CoA carbossilasi, un enzima deputato alla scomposizione di proteine e acidi grassi. Quando questo processo non funziona, si verifica un accumulo di sostanze tossiche nel sangue e nei tessuti che provoca danni al sistema nervoso e complicazioni di vario genere all’organismo. La malattia ha un tasso di prevalenza a livello mondiale di circa un caso ogni 100.000 nati vivi ed è dovuta a mutazioni nei geni PCCA (nel caso della AP di tipo I) o PCCB (AP di tipo II), che codificano per due diverse subunità della propionil CoA carbossilasi.

In Italia l’acidemia propionica è inserita nell’elenco delle malattie oggetto di screening neonatale: una diagnosi precoce, infatti, permette di intervenire tramite l’interruzione dell’assunzione di proteine e la somministrazione di terapie di supporto prima che si verifichino complicanze a lungo termine. Purtroppo, ad oggi non esiste un trattamento risolutivo per la patologia e le opzioni terapeutiche sono limitate alla gestione dei sintomi.

Proprio per trovare una soluzione terapeutica efficace, la ricerca sta percorrendo anche la strada dell’mRNA: ormai famosa per essere stata protagonista della lotta al COVID-19, questa tecnologia si sta dimostrando applicabile in diversi ambiti, tra cui le malattie rare in generale e l’acidemia propionica in particolare. Infatti, la terapia sperimentale mRNA-3927, somministrata per via endovenosa, è progettata per codificare proprio per le due subunità che formano la propionil CoA carbossilasi, l’enzima carente nella AP. Lo studio clinico di Fasi I/II sul farmaco è attualmente in corso e ha coinvolto 13 centri tra Stati Uniti, Canada e Regno Unito. La previsione è quella di arruolare 42 pazienti con, sia adulti che pediatrici, e di suddividerli in 6 coorti per la valutazione di diversi dosaggi della terapia.

Per approfondimenti, leggi la notizia su Osservatorio Terapie Avanzate.

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