Grazie alla collaborazione con il San Giovanni Battista di Roma, che verrà illustrata nei dettagli martedì 29 Novembre, nasce in Italia la prima rete per linfedema primitivo, lipodistrofie, lipedemi e le malformazioni venose.
Il linfedema primario familiare è una grave malattia genetica che coinvolge il sistema linfatico e che, per la sua incidenza, può dirsi rarissima. Il ruolo del sistema linfatico è quello di recuperare i fluidi dai tessuti periferici e riportarli nella circolazione sanguigna a livello del cuore. In questa malattia il sistema linfatico inizia a mostrare i primi segni di malfunzionamento tra la nascita e i 10 anni di età, anche se in alcuni casi, insorge più tardi, verso i 40 anni di età. Nei pazienti affetti, il sistema linfatico cessa di funzionare favorendo la formazione di edema a livello degli arti periferici (con conseguente accumulo di fluidi nei tessuti sottocutanei degli arti) e a livello dei visceri interni (con conseguente versamento di fluidi nei polmoni e nell’addome). La patologia porta a conseguenze estremamente gravi: diminuita funzionalità degli arti, ulcerazioni cutanee, infezioni ossee, dolore cronico; in casi estremi si hanno necrosi tissutale, ischemie, setticemia e morte.
Nel corso degli anni la malattia può portare all’amputazione dell’arto coinvolto. Nel tentativo di salvare gli organi viscerali, i pazienti sono sottoposti a lunghi e dolorosi interventi chirurgici che spesso sono eseguiti all’estero. La forma più grave della malattia viscerale è quella polmonare che dà origine ad una polmonite interstiziale con pleurite asettica.
Le forme famigliari e quelle primarie di linfedema sono state correlate a mutazioni presenti in due geni denominati FOXC2 e VEGFR3. Il test genetico per entrambi i geni è riconosciuto dal Servizio Sanitario Nazionale come unica diagnosi certa della patologia e quindi essenziale anche per vedersi riconosciuta l’invalidità permanente. In Italia l’unico laboratorio che offre il test genetico è la MAGI preceduto da altri tre laboratori in Europa (uno in Germania, uno in Francia ed uno in Belgio). MAGI ha deciso di occuparsi della diagnosi genetica della malattia e di redigere la prima casistica italiana collaborando con l’associazione di malati “SOS linfedema” presieduta dal Dr. Franco Forestiere e con il Professor Sandro Michelini dell’Ospedale “San Giovanni Battista” di Roma di proprietà del Sovrano Militare Ordine di Malta. Il Professor Michelini è ritenuto oggi il più grande esperto di questa malattia in Italia.
E’ proprio questa l’alleanza che verrà formalmente presentata martedì in una conferenza stampa all’Ospedale San Giovanni Battista, un incontro che sarà l’occasione di spiegare i risultati eccellenti ottenuti fino ad oggi e le linee di sviluppo per il prossimo futuro.
Altre patologie rarissime e fino ad oggi ‘orfane’di adeguati test diagnostici in Italia nonché oggetto di ricerca del MAGI sono:
Il Lipedema primario degli arti nei suoi tre stadi clinici, sembra insorgere alla pubertà sulla base di un disequilibrio del microcircolo determinato da una rallentata capacità di trasporto linfatico locoregionale.
La Lipodistrofia dolorosa e fortemente deturpante, peraltro censita dall’O.M.S. tra le malattie ufficialmente riconosciute, può arrivare ad indurre gravi disabilità nei soggetti che ne sono affetti con netta riduzione delle performance personali nelle attività della vita quotidiana. Molti di questi quadri sono spesso associati ad una condizione di soprappeso ponderale, fino all’obesità patologica. Un calo ponderale, nella maggior parte dei casi, si realizza essenzialmente in altre sedi corporee ma non in quelle in cui la forma patologica si è instaurata (in genere glutei, cosce e gambe con risparmio del piede per l’arto inferiore, braccio ed avambraccio con risparmio della mano per l’arto superiore). Un incremento ponderale, viceversa, si evidenzia immediatamente nelle zone corporee già colpite dall’affezione aggravandone il quadro clinico.
Tali affezioni rispondono scarsamente ed in maniera incompleta all’esercizio fisico fine a se stesso.
Rispondono parzialmente ad alcuni principi farmacologici e risentono parzialmente e contemporaneamente (spesso con recidive a breve anche più serie dal punto di vista clinico) del trattamento chirurgico con ‘Liposuzione’.
Le malformazioni venose possono avere un decorso a volte asintomatico per anni, e rivelarsi poi successivamente anche in tarda età, spesso a seguito di un trauma, di un’infezione, di uno squilibrio ormonale secondario alla pubertà, alla gravidanza, alla menopausa o all’uso di pillola anticoncezionale. Esse possono presentarsi ovunque nell’organismo, inclusi gli organi interni, anche se più frequentemente le troviamo localizzate alle labbra, la lingua le guance, e agli arti inferiori.
Clinicamente una malformazione venosa può decorrere asintomatica oppure essere molto dolorosa a seconda della sede e della localizzazione. Se localizzata in sede gastrointestinale, il sintomo di esordio può essere un sanguinamento estemporaneo, oppure l’anemizzazione progressiva. Le complicanze sono ovviamente correlate all’estensione della malformazione, all’eventuale coinvolgimento di organi ed apparati nobili, alla possibile espansione progressiva per formazione di trombi all’interno della lesione stessa e, nelle forme molto estese, all’insorgenza di gravi sindromi coagulative diffuse come la CID (Coagulazione Intravasale Disseminata).
In Italia l’unico laboratorio che offre il test genetico per le forme ad eredità medeliana è la MAGI, le forme genetiche più comuni sono le Malformazioni Venose Mucocutanee che portano mutazioni a carico del gene TEK (OMIM 600221), le Malformazioni Glomo Venose Causate dalle mutazioni nel gene GLMN (OMIM 601749) ed infine le Malformazioni Capillari-Malformazioni Arterovenose dovute a mutazioni nel gene RASA1(OMIM 139150).
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