Acido obeticolico: le raccomandazioni dell'AIFA

Lo studio COBALT non è riuscito a confermare il beneficio clinico del farmaco, che quindi non potrà essere prescritto a nuovi pazienti

“Nessun nuovo paziente deve essere avviato al trattamento con Ocaliva se non incluso in uno studio clinico. Per i pazienti attualmente in trattamento con Ocaliva, devono essere prese in considerazione le opzioni terapeutiche disponibili”. Recita così la nota informativa pubblicata il 31 luglio dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e concordata con l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA). La nota di AIFA non inficia in ogni caso il principio di libertà prescrittiva del medico e, conseguentemente, la libera scelta dei medici di mantenere in trattamento i pazienti con acido obeticolico (nome commerciale Ocaliva), unico farmaco di seconda linea ad oggi disponibile per il trattamento dei pazienti affetti da colangite biliare primitiva.

L'acido obeticolico è ancora validamente in commercio nell’Unione Europea, e quindi in Italia, in quanto la raccomandazione espressa dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell'EMA il 28 giugno scorso deve ancora essere valutata dalla Commissione Europea, unica autorità competente a emettere una decisione definitiva e vincolante per confermare o meno l’autorizzazione all'immissione in commercio.

L'acido obeticolico, infatti, il 12 dicembre 2016 ha ottenuto dall'Agenzia Europea per i Medicinali un'autorizzazione condizionata all'immissione in commercio per il trattamento della colangite biliare primitiva (PBC) in combinazione con acido ursodesossicolico (UDCA) negli adulti con risposta inadeguata all’UDCA o come monoterapia negli adulti che non tollerano l’UDCA. In Italia, il farmaco è rimborsato dal 2017.

A norma dell'articolo 20 del regolamento CE n. 726/2004, l’acido obeticolico è stato sottoposto dall’EMA a una procedura di revisione dell’autorizzazione in commercio condizionata, finalizzata a riesaminare il rapporto rischio/beneficio del farmaco sulla base di tutti i dati disponibili. La procedura di revisione si è basata su un unico studio randomizzato e controllato con placebo con molteplici limitazioni (ICPT 747-302; COBALT), concepito per soddisfare i requisiti dell'EMA, e ignorando una grande quantità di evidenze raccolte nella pratica clinica (Real-World Evidence, RWE).

Nello studio COBALT il farmaco non ha mostrato alcuna differenza, rispetto al placebo, nell'endpoint primario composito di morte, trapianto di fegato o scompenso epatico per la popolazione “intention to treat” (ITT). Nel sottogruppo di pazienti con PBC compensata, attualmente incluso nell'indicazione autorizzata, i risultati sono stati quasi identici in entrambi i bracci di trattamento (21,3% per l’acido obeticolico e 21,7% per il placebo). Tuttavia, i risultati di questo studio sono stati inficiati da un'alta percentuale di pazienti (principalmente nel gruppo placebo) che ha deciso di abbandonare la sperimentazione e di iniziare il trattamento disponibile di seconda linea con acido obeticolico. Pertanto, i risultati del trial COBALT non possono essere interpretati correttamente.

Nonostante ciò, il 28 giugno 2024, al termine della procedura di revisione, il CHMP ha espresso la raccomandazione di ritirare l’acido obeticolico dal mercato europeo sulla base dei risultati di rischio/beneficio dello studio COBALT e non per questioni di sicurezza o di farmacovigilanza. La raccomandazione, per essere vincolante nei confronti degli Stati membri, deve essere ratificata entro 45 giorni dalla Commissione Europea.

Per approfondire l’argomento è possibile leggere i seguenti articoli:
- Colangite biliare primitiva, gli esperti italiani rassicurano sulla sicurezza dell’acido obeticolico dopo il parere negativo dell’EMA
- Colangite biliare primitiva: la protesta dei pazienti contro lo stop dell'EMA
- Colangite biliare primitiva e acido obeticolico: cosa sta accadendo in Europa?
- Acido obeticolico, l'appello degli esperti: “La Commissione Europea mantenga in commercio il farmaco”

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