E’ stato presentato a Firenze, nei giorni scorsi, il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per la sclerosi multipla della Regione Toscana, elaborato da un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha visto coinvolti i maggiori esperti della malattia e rappresentanti politico-istituzionali della Regione, riuniti per discutere l’applicazione del PDTA nel quadro della nuova riforma del servizio sanitario regionale.
Il modello organizzativo elaborato dal gruppo di lavoro regionale è stato inizialmente proposto dal Consiglio Sanitario Regionale e poi approvato dalla Giunta Regionale con la delibera 686 del 25-5-2015.
Dal punto di vista organizzativo, il PDTA regionale è centrato sul paziente e implica lo sviluppo di reti cliniche costituite da diversi centri ‘hub’, che corrispondono alle aziende ospedaliero-universitarie (Firenze, Siena e Pisa), e di centri ‘spoke’, cioè gli ospedali di primo livello (per esempio, quelli di Prato, Empoli, Pistoia), il cui coordinamento avviene a livello di area vasta e che prevedono un approccio multidisciplinare a 360° sul paziente, dal momento della diagnosi a quello della scelta terapeutica, a quello del monitoraggio della terapia. Nelle fasi più evolute della malattia, purtroppo caratterizzate da gradi severi di disabilità, questo modello organizzativo prevede di creare un coordinamento tra l’ospedale e il territorio, sul quale si sposta il baricentro, sempre però con la supervisione del neurologo del centro hub, che ha il ruolo di ‘case manager’ e al quale è affidata la cabina di regia dell’intero percorso.
Il documento prevede inoltre la presenza di reti di centri neurologici dedicati alla patologia - appunto i Centri Sclerosi Multipla - uniformemente distribuiti sul territorio regionale e organizzati in modo da erogare prestazioni che rispettino standard organizzativi e procedurali omogenei.
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