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Le indicazioni sono state recentemente elaborate da un gruppo internazionale di esperti per agevolare l’identificazione di quattro rare patologie iatrogene poco note

Nonostante un numero ancora limitato di segnalazioni, sono sempre di più le testimonianze di persone che hanno sperimentato conseguenze sulla sfera sessuale dopo l’assunzione di farmaci come l’isotretinoina, gli inibitori della 5-alfa-reduttasi o gli inibitori della ricaptazione della serotonina. Questi disturbi possono perdurare molto dopo l’interruzione del trattamento e sono poco conosciuti anche dagli operatori sanitari, motivo per cui è stato necessario sviluppare dei criteri diagnostici per permetterne l’identificazione. Il progetto ha coinvolto un gruppo multidisciplinare di esperti internazionali e i risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Risk & Safety in Medicine.

I disturbi della sfera sessuale collegati all’assunzione di farmaci sono stati classificati come tali in anni recenti, anche se le prime segnalazioni di queste problematiche risalgono a più di 30 anni fa. Sono patologie con un’incidenza sconosciuta e, purtroppo, a livello globale viene fatta poca ricerca, anche se iniziano ad esserci diversi studi pubblicati sul tema. Se la capacità di diagnosticare gli effetti avversi di un farmaco dovrebbe far parte delle competenze di qualsiasi prescrittore, il fatto che questi disturbi della sfera sessuale possano persistere o emergere anche dopo la sospensione del farmaco che ne è la causa aggiunge un ulteriore livello di complessità. Trascurare questo tipo di patologie rischia di danneggiare ulteriormente i pazienti, esponendoli, ad esempio, a una moltitudine di esami non necessari, o mettendoli di fronte a diagnosi errate in cui tali disturbi sessuali vengono spesso scambiati per problematiche di natura psicologica (un aspetto, quest’ultimo, che nel caso degli inibitori della ricaptazione della serotonina, utilizzati come antidepressivi, può paradossalmente portare a un’ulteriore prescrizione del farmaco che ha provocato il problema).

Dei criteri diagnostici specifici per questi disturbi sessuali possono migliorare sia la ricerca che la pratica clinica e offrire un supporto concreto anche a pazienti, enti regolatori e aziende farmaceutiche. Aumentare l’accuratezza della diagnosi, infatti, permetterebbe di quantificare realmente il problema, fornendo una stima delle persone affette da patologie come il disturbo persistente dell'eccitazione genitale (PGAD), apparso per la prima volta in letteratura nel 2001, o la disfunzione sessuale post-SSRI (PSSD), entrambe causate dagli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI); oppure come la sindrome post-finasteride (PFS), descritta nel 2011 e correlata agli inibitori della 5-alfa-reduttasi, o la disfunzione sessuale post-retinoide (PRSD), così denominata nel 2018 e connessa all’uso di isotretinoina. Oltre alle patologie citate, ci sono segnalazioni di disfunzioni sessuali collegate all’assunzione di altri farmaci, ma non ci sono ancora dati sufficienti per sapere se si tratta di vere e proprie sindromi correlate a medicinali.

Per arrivare alla stesura dei criteri diagnostici di questi disturbi, i ricercatori – molti dei quali già autori di studi scientifici sul tema – hanno analizzato i dati ricavati da RxISK.org, un sito web indipendente e internazionale sulla sicurezza dei farmaci, che ha circa 1000 segnalazioni di eventi avversi relativi ai medicinali oggetto dello studio. I criteri stabiliti sono destinati a essere utilizzati durante il colloquio diagnostico, che dovrebbe comprendere un’anamnesi dettagliata dei farmaci assunti dal paziente.

Medicinali come gli SSRI, gli inibitori della 5-alfa-reduttasi e l'isotretinoina possono determinare disfunzioni sessuali in grado di durare per mesi o per anni, o anche a tempo indeterminato, dopo che l’uso del farmaco che le ha causate è stato interrotto. I pazienti con PSSD, PFS, PRSD o PGAD hanno tipicamente un funzionamento sessuale normale prima di iniziare il trattamento con uno di questi farmaci: se un paziente ha avuto precedenti difficoltà di ordine sessuale, è importante valutare il grado di un’eventuale sovrapposizione. Inoltre, i pazienti con disfunzioni che perdurano tutta la vita senza un uso precedente dei suddetti medicinali, e senza alcuna spiegazione evidente per il problema, dovrebbero essere interrogati sulla possibile esposizione prenatale a questi farmaci.

La speranza è che i nuovi criteri elaborati dagli esperti portino a una maggiore consapevolezza di tali patologie, a diagnosi più accurate e a maggiori sforzi di ricerca sulle opzioni di trattamento per coloro che ne sono affetti. In futuro, potrà essere necessario aggiornare tali criteri in base agli avanzamenti scientifici e all’individuazione di specifici marcatori, siano essi genetici, elettrofisiologici, endocrini o di altro tipo, in grado di semplificare il processo di diagnosi.

Qui sotto riportiamo i criteri principali indicati nello studio pubblicato sull’International Journal of Risk & Safety in Medicine: l’articolo completo tradotto in italiano è disponibile in un blog dedicato alla PSSD creato da una paziente. 

Disfunzione sessuale post-SSRI (PSSD)

Una significativa disfunzione sessuale può verificarsi durante il trattamento e dopo l'interruzione di qualsiasi farmaco inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI). La disfunzione sessuale che accompagna l'uso normale di antidepressivi può persistere per alcuni giorni o settimane dopo la sospensione del trattamento e può avere gravità variabile. La PSSD è talvolta accompagnata dai sintomi di altre condizioni pelviche, come disfunzione del pavimento pelvico e cistiti interstiziali.

Criteri necessari: 

- precedente trattamento con un inibitore della ricaptazione della serotonina;
- un cambiamento duraturo nella sensazione somatica (tattile) o erogena (sessuale) dei genitali dopo la fine del trattamento.

Criteri ulteriori:

- riduzione duratura o perdita del desiderio sessuale;
- disfunzione erettile duratura;
- incapacità duratura di raggiungere l'orgasmo o diminuzione della sensazione di piacere durante l'orgasmo;
- il problema è presente per ≥ 3 mesi dopo l'interruzione del trattamento.

Disturbo da eccitazione genitale persistente (PGAD)

Il PGAD può verificarsi dopo un trauma all'area genitale o pelvica, può accompagnare le cisti di Tarlov, la cistite interstiziale o altre condizioni pelviche. Sembra più comune in perimenopausa e in postmenopausa ed è stato collegato a una serie di farmaci. Tuttavia, uno dei fattori scatenanti più comuni è proprio l'interruzione dei farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina. La PGAD che si verifica dopo gli SSRI può apparire come un'immagine speculare della PSSD, con sensazioni genitali intense e dolorose o anormali e orgasmi spontanei.

Criteri necessari:

- persistenti sensazioni indesiderate di eccitazione genitale o irritabilità;
- l'eccitazione genitale è dolorosa o di qualità alterata piuttosto che piacevole;
- l'attività sessuale fornisce una risoluzione limitata o nulla;
- le sensazioni anormali possono essere innescate da stimoli non sessuali.

Criteri ulteriori:

- eventi orgasmici spontanei sgraditi e spiacevoli;
- la condizione è altamente angosciante ed ego-distonica;
- sono necessarie strategie di gestione come gli impacchi di ghiaccio;
- molti sforzi per trovare una soluzione al problema sono comuni;
- il problema è continuo (sebbene possano verificarsi esacerbazioni/remissioni episodiche);
- se legato ad un SRI, il problema inizia alla sospensione del farmaco;
- il problema è presente per ≥3 mesi dopo l'interruzione del trattamento.

Sindrome post-finasteride (PFS)

Farmaci come la finasteride, la dutasteride e il Saw Palmetto sono inibitori della 5-alfa-reduttasi che possono scatenare una disfunzione sessuale duratura con un profilo molto simile alla PSSD. Come suggerisce il nome, la PFS è più comunemente associata alla finasteride che è stata autorizzata per il trattamento della calvizie maschile nel 1997. Nel 2011, un'avvertenza per la disfunzione erettile che persisteva dopo l'interruzione del trattamento è stata aggiunta all'etichetta del prodotto statunitense per i prodotti a base di finasteride. Questa è stata aggiornata nel 2012 per includere disturbi della libido, disturbi dell'eiaculazione e disturbi dell'orgasmo che continuavano dopo la sospensione. La disfunzione sessuale che si verifica con la finasteride ma che scompare dopo l'interruzione del trattamento non è PFS.

Criteri necessari:

- precedente trattamento con un inibitore della 5 alfa-reduttasi;
- disfunzione sessuale persistente dopo l'interruzione del trattamento.

Criteri ulteriori:

- riduzione o perdita duratura del desiderio sessuale;
- disfunzione erettile persistente;
- riduzione duratura della sensazione genitale e orgasmica;
- il problema è presente per ≥ 3 mesi dopo l'interruzione del trattamento.

Disfunzione sessuale post-retinoide (PRSD)

L'isotretinoina è un farmaco retinoide usato nel trattamento dell'acne ed è stato collegato alla disfunzione sessuale. Nel 2017, l'Agenzia Europea per i Medicinali ha raccomandato di aggiungere un'avvertenza per la disfunzione erettile alle informazioni sul prodotto per i farmaci a base di isotretinoina.

Criteri necessari:

- precedente trattamento con isotretinoina;
- disfunzione sessuale persistente dopo l'interruzione del trattamento.

Criteri ulteriori:

- riduzione o perdita duratura del desiderio sessuale;
- disfunzione erettile persistente o perdita di lubrificazione vaginale;
- riduzione duratura della sensazione genitale e orgasmica;
- il problema è presente per ≥ 3 mesi dopo l'interruzione del trattamento.

Leggi anche: “Disfunzione sessuale post-SSRI: due studi italiani per scoprirne l’eziologia

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