Farmaci

La senatrice Paola Boldrini ha chiesto al Ministro Speranza se sia consapevole delle problematiche vissute dai pazienti

Roma – La finasteride è un farmaco comunemente prescritto in campo dermatologico per contrastare l'alopecia androgenetica maschile, ovvero la calvizie. In alcuni casi, però, può provocare una malattia ancora avvolta da tanti dubbi, chiamata appunto sindrome post-finasteride (PFS). Su questa patologia, lo scorso 22 febbraio, la senatrice Paola Boldrini (PD) ha presentato un'interrogazione parlamentare a risposta orale, con la quale ha chiesto al Ministro della Salute Roberto Speranza sia a conoscenza della situazione dei pazienti affetti, anche tramite i registri di segnalazione di eventi avversi pervenuti all'AIFA, e che cosa intenda fare al riguardo.

La sindrome post-finasteride (PFS) è una condizione patologica caratterizzata dalla persistenza di effetti collaterali subentrati durante o in seguito al trattamento con inibitori della 5-alfa reduttasi, come finasteride e dutasteride. I sintomi impattano fortemente sulla vita delle pazienti e sui loro cari, spesso con ripercussioni professionali, relazionali e sociali: i soggetti che ne sono affetti soffrono di gravi disturbi, come riduzione della libido e del desiderio sessuale, difficoltà nell'eiaculazione, insensibilità nella zona genitale e modificazioni anatomiche di pene o testicoli.

In aggiunta a questi sintomi, la sindrome colpisce talvolta i soggetti con ulteriori disturbi fisici e sistemici, come astenia o problemi gastroenterici, nonché disturbi psicologici quali depressione, anedonia, perdita della memoria, difficoltà di concentrazione e attenzione, irritabilità, attacchi di panico e pensieri suicidi.

I meccanismi alla base della PFS non sono ancora del tutto chiari e, soprattutto, non vi sono test o analisi ordinari che permettano di capire la predisposizione di un soggetto a sviluppare la condizione. Ad oggi non esiste una cura né un trattamento valido, e la PFS non è ancora riconosciuta come patologia: questo comporta una difficile comprensione e diagnosi da parte dei clinici verso i pazienti che lamentano questa delicata situazione.

Per riunire, tutelare e dare supporto a tutti i pazienti italiani affetti dalla sindrome è nata l'associazione AVF (Associazione Vittime Finasteride). Secondo l'AVF, la malattia colpisce concretamente pochi consumatori di finasteride (dall'1 al 5 per cento), ma dato il carattere delicato del problema che può portare i pazienti ad evitare di esporsi, può esservi un'importante sottostima della sua epidemiologia.

L'eziologia deve ancora essere del tutto definita e il mondo scientifico è discordante: una parte ne sostiene l'esistenza, mentre un'altra (specialmente i dermatologi) non attribuisce colpe al farmaco. Infine, non tutti i clinici sono attualmente informati sui fatti, dunque finiscono con l'attribuire i sintomi dei pazienti a “cause psicogene”.

Leggi anche: “Disfunzioni sessuali correlate a farmaci: individuati i criteri diagnostici”.

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