Le persone affette da fibrosi cistica devono tenere sotto controllo le infezioni da Stenotrophomonas maltophilia, un batterio già noto, riscontrabile incirca un paziente su tre,  ma a cui in passato forse non si è data la dovuta importante. A mettere in guardia sui rischi di questo batterio è uno studio canadese pubblicato il primo ottobre scorso sull’ American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine e firmato da Valerie Waters, dell’Università di Toronto. Secondo i dati ottenuti dai ricercatori infatti, diversamente da quanto altri studi  avevano sostenuto in precedenza (si veda ad esempio lo studio condotto nel 2002 alla University of Washington Medical Center di Seattle), l’infezione causata da questo batterio espone a maggiore rischio di  esacerbazioni polmonari acute, una delle complicanze più frequenti a cui i malati vanno incontro e che spesso causano danni polmonari irreversibili.

Lo Stenotrophomonas maltophilia è uno degli organismi multi-farmaco resistente che più comunemente viene isolato dal tratto respiratorio della fibrosi cistica. Fino ad oggi non c’erano studi specifici sugli effetti di questa infezione cronica e in molti avevano ritenuto che non incidesse sulla progressione della malattia. Questo nuovo studio è andato a verificare l'impatto polmonare dell'infezione cronica da Maltophilia  nei malati riscontrando dati che danno indicazioni nuove rispetto al passato.
I dati utilizzati riguardano un arco temporale di ben 12 anni, questo grazie alla disponibilità del database della fibrosi cistica di Toronto che dispone di una casistica raccolta fin dal 1997. Su questi casi, per l’esattezza 692, è stato effettuato uno studio retrospettivo finalizzato a determinare gli effetti dell’infezione cronica da maltophilia sulla gravità della malattia polmonare attraverso studi concentrati soprattutto sulla presenza di anticorpi nel siero dei pazienti. Si è riscontrato dunque che i pazienti con infezione cronica da maltophilia avevano avuto nel corso degli anni un significativo aumento di rischio di esacerbazioni polmonari che avevano richiesto un ricovero ospedaliero e la cura con antibiotici rispetto a quelli che non erano cronici per questo batterio.
I ricercatori ritengono dunque che l'infezione cronica da Maltophilia in pazienti con fibrosi cistica sia  associato ad una risposta immunitaria specifica e che sia un fattore di rischio indipendente per le esacerbazioni polmonari.
"Il nostro studio – da dichiarato in una nota la dottoressa. Valerie Waters -  ha dimostrato che l'infezione cronica con S. Maltophilia, che in precedenza era considerato non come prognosticamente rilevante, può avere un impatto reale sulla progressione della fibrosi cistica. Ci auguriamo che questo studio sia un punto di partenza per ulteriori ricerche, per puntare a possibilità terapeutiche connesse con il controllo di tali infezioni"  

 

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