Le persone affette da questa condizione sono a rischio di infezioni respiratorie e devono ridurre la probabilità di contrarre patologie dalle serie complicanze
Nell’ultimo paio d’anni i dibattiti sulle vaccinazioni hanno subito una netta intensificazione. Purtroppo, non sempre il confronto ha preso un corretto orientamento e sono stati sollevati dubbi ingiustificati sull’utilità di tali strumenti di prevenzione, che salvano più di 7mila vite ogni giorno. Il valore dei vaccini emerge soprattutto se consideriamo le fasce di popolazione più fragili, tra cui gli anziani e i pazienti affetti da condizioni debilitanti quali il deficit di alfa-1-antitripsina (DAAT). Per capire quali vaccinazioni siano raccomandate per quest’ultima categoria di persone ci siamo rivolti alla dott.ssa Anna Annunziata, dell’U.O.C. di Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria dell’Ospedale Monaldi di Napoli.
Contrariamente al sentire comune, i vaccini non sono destinati in via esclusiva ai bambini ma anche alle persone giunte alla terza età e, ancor di più, a coloro che sono affetti da patologie croniche. “Il DAAT espone chi ne è affetto a un maggior rischio di contrarre un’infezione respiratoria o di sviluppare una patologia epatica, con conseguenti complicanze”, afferma Annunziata. “Pertanto, coloro che riportano questa condizione devono essere tutelati come individui fragili e protetti, in particolare, contro gli agenti patogeni responsabili di disturbi dell’apparato respiratorio e del fegato”.
VACCINO ANTI-PNEUMOCOCCO
Una delle prime vaccinazioni che deve esser eseguita da quanti abbiano ricevuto una diagnosi di DAAT è quella contro lo pneumococco (Streptococcus pneumoniae), responsabile di infezioni di varia gravità, sia nei bambini che negli anziani. Uno studio del 2014 pubblicato sulla rivista Open Forum Infectious Diseases conferma che gli individui con artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico (LES), malattia di Crohn, disturbi neuromuscolari e altre patologie croniche sono a maggior rischio di sviluppare complicanze in seguito all’infezione da pneumococco. “Lo Streptococcus pneumoniae è un batterio che si insidia molto facilmente anche come conseguenza di un’infezione influenzale ed è spesso responsabile di una sovra-infezione”, precisa Annunziata, riferendosi a questo patogeno come a una pericolosa causa di otite, meningiti, sepsi e polmoniti. “La vaccinazione anti-pneumococcica con vaccino coniugato 13-valente (PCV-13) è uno strumento oramai validato di prevenzione della polmonite da pneumococco e delle altre forme invasive di malattia pneumococcica. Tutti gli individui affetti da malattia respiratoria cronica o da patologie a carico del sistema immunitario dovrebbero effettuarla secondo le modalità previste, e questo vale anche per le persone con DAAT”. La vaccinazione contro lo pneumococco può essere effettuata simultaneamente o indipendentemente da altre vaccinazioni e in qualsiasi stagione dell’anno.
VACCINO ANTI-INFLUENZALE E ANTI-COVID-19
La stagione fredda si contraddistingue per il ritorno dell’influenza, associata ad un aumento dei tassi di ospedalizzazione nonché di mortalità, soprattutto tra i pazienti immunocompromessi. Per le persone con DAAT, che rischiano di sviluppare malattie del sistema respiratorio come la BPCO (bronco-pneumopatia cronica ostruttiva), la vaccinazione anti-influenzale è fortemente raccomandata. La composizione del vaccino contro il virus dell’influenza varia di anno in anno, sulla base delle varianti più diffuse e aggressive, perciò è importante rinnovarla prima dell’inizio della stagione influenzale allo scopo di ottenere una copertura per tutto l’arco dell’inverno. Si tratta di un vaccino sicuro ed efficace anche per le donne in gravidanza, come confermano i dati di un articolo pubblicato sulla rivista BMJ Open, da cui si evince che tale vaccino non è correlato a eventi avversi gravi durante la gestazione, bensì costituisce una forma di protezione della madre e del bambino. In maniera analoga, il vaccino combinato contro influenza e COVID-19 è caldamente suggerito ai pazienti affetti da deficit di alfa-1-antitripsina. “Non vi sono limitazioni all’esecuzione simultanea dei due vaccini”, afferma Annunziata, aggiungendo comunque che le due vaccinazioni possono essere eseguite anche in momenti differiti.
VACCINO ANTI-PERTOSSE
La pertosse è una malattia altamente contagiosa, provocata dal batterio Bordetella pertussis, che si trasmette con le goccioline di saliva emesse nel corso degli attacchi di tosse persistente tipici della condizione. Contro di essa esiste uno strumento di prevenzione: il vaccino anti-Difterite-Tetano-Pertosse (DTPa), che copre anche contro il tetano e la difterite, fortemente raccomandato alle persone con DAAT. “In Italia la vaccinazione per la pertosse è obbligatoria per legge”, spiega Annunziata. “Si effettua nei bambini a partire dal compimento dell’ottava settimana di vita. A causa della perdita di immunità nel tempo, sono necessari più richiami: la prima dose, la seconda e la terza vengono fatte a 6-8 settimane di distanza. Ad esse si aggiunge un’ultima dose di richiamo verso i 2 anni. In particolare, è raccomandata una dose di richiamo del vaccino anti-DTPa ogni 10 anni, per assicurare il persistere della protezione. Tale richiamo è da attuare soprattutto per coloro che sono a contatto con bambini piccoli, per motivi lavorativi o familiari (insegnanti di asilo nido o nonni)”.
VACCINO ANTI-HERPES ZOSTER
Le complicanze di una patologia polmonare cronica possono essere causa di una riattivazione del virus dell’Herpes Zoster. Si parla di riattivazione perché la malattia - meglio conosciuta come Fuoco di Sant’Antonio - è causata da una “ri-accensione” del virus della varicella. Esiste un vaccino contro l’Herpes Zoster, suggerito non solo negli anziani ma anche nei pazienti con DAAT.
VACCINI ANTI-EPATITE
Il deficit di alfa-1-antitripsina è responsabile non solo di complicanze a livello del sistema respiratorio ma anche di problematiche che interessano il fegato: perciò, coloro nei quali sia stata riscontrata questa condizione devono essere particolarmente attenti alla salute di tale organo. “La vaccinazione contro l’epatite A può essere effettuata da adulti e bambini a partire dai dodici mesi di età”, puntualizza Annunziata. “Il vaccino è fortemente raccomandato in caso di malattie croniche del fegato (esiste un maggiore rischio di forme di epatite fulminante) ma anche nel caso di viaggi in zone in cui la malattia è diffusa, e/o in presenza di comportamenti che ne facilitano la trasmissione”. L’epatite B è una delle forme più note di malattia epatica e può essere causa di tumori e dell’instaurarsi di altre patologie croniche. L’introduzione della vaccinazione contro l’epatite B ha contribuito a ridurre in maniera sensibile i casi di malattia ed è perciò attualmente obbligatoria per l’immunizzazione di base dei bambini. “Il vaccino è fortemente indicato anche per le persone affette da patologia epatica, deficit immunitari, comportamenti a rischio o rischio professionale, come da indicazione del Piano Nazionale Vaccini”, specifica l’esperta napoletana. “In aggiunta alla vaccinazione contro l’epatite B a tutti i nuovi nati, si raccomanda la vaccinazione di tutti gli adulti non precedentemente vaccinati e appartenenti a categorie a rischio per l’infezione da questa malattia”.
DAAT: TUTTE LE VACCINAZIONI A PARTIRE DALL’ETÀ PEDIATRICA
In genere, il paziente pediatrico affetto da patologie croniche del fegato o del polmone nel contesto di un deficit di alfa-1-antitripsina deve effettuare tutte le vaccinazioni previste a norma di legge secondo il calendario vaccinale. “In aggiunta ad esse è fortemente raccomandato il vaccino contro lo pneumococco, responsabile di gravi polmoniti e meningiti nel bambini”, riassume Annunziata. “Nel caso di pazienti fragili sono raccomandati anche il vaccino antinfluenzale stagionale e, in caso di epatopatia, il vaccino contro il virus dell’epatite A. Come abbiamo già detto, il vaccino per il virus dell’epatite B, rientra tra quelli obbligatori”.
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