Policitemia vera - ropeginterferone alfa-2b

I risultati presentati mostrano che un dosaggio personalizzato del farmaco garantisce una risposta ottimale in pazienti con malattia a basso rischio

Pisa – l’azienda AOP Health ha annunciato i risultati di un'analisi che ha valutato l'impatto di un regime di dosaggio personalizzato di ropeginterferone alfa-2b in pazienti con policitemia vera (PV)  a basso rischio: il trattamento con il farmaco, un innovativo interferone monopegilato a lunga durata d'azione, ha indotto elevati tassi di risposta ematologica completa a lungo termine in pazienti affetti da PV e classificati come basso rischio (età ≤ 60 anni e nessuna storia di trombosi) nell’ambito dello studio clinico PROUD-PV, randomizzato e controllato, e della sua fase di estensione CONTINUATION-PV, in cui la dose e stata ottimizzata su base individuale.

LA PATOLOGIA

La policitemia vera (PV) è una malattia rara delle cellule staminali del midollo osseo che provoca un aumento cronico di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Questa condizione aumenta il rischio di disturbi circolatori come trombosi ed embolie, i suoi sintomi comportano una riduzione della qualità della vita e a lungo andare può progredire verso la mielofibrosi o trasformarsi in leucemia acuta. Sebbene il meccanismo molecolare alla base della PV sia ancora oggetto di intense ricerche, i risultati attuali indicano che le cellule staminali del midollo osseo che compongono il sangue presentano una serie di mutazioni acquisite, la più importante delle quali è una forma mutante di JAK2 che costituisce il clone nocivo. Gli obiettivi più importanti del trattamento della PV sono il raggiungimento di una conta ematica normalizzata (ematocrito inferiore al 45%), il miglioramento della qualità di vita e il rallentamento o ritardo della progressione della malattia.

LA DOSE OTTIMALE DI ROPEGINTERFERONE ALFA-2B VARIA SENSIBILMENTE TRA I PAZIENTI

Negli studi PROUD-PV/CONTINUATION-PV i pazienti con PV a basso rischio sono stati trattati con una dose iniziale di 100 microgrammi di ropeginterferone alfa-2b ogni 2 settimane (50 microgrammi in caso di pretrattamento con idrossiurea), con incrementi di 50 microgrammi ogni 2 settimane fino alla normalizzazione della conta ematica, fino ad un massimo di 500 microgrammi ogni 2 settimane. Nel primo anno di trattamento, in media, la dose ogni 4 settimane era leggermente superiore nei pazienti non-responder rispetto ai pazienti responder: 809 microgrammi (valori compresi tra 209 microgrammi e 898 microgrammi) rispetto a 717 microgrammi (valori compresi tra 188 microgrammi e 898 microgrammi).

Il professor Heinz Gisslinger, dell’Università di Medicina di Vienna in Austria, primo autore dello studio, ha sottolineato: "Questi nuovi dati prodotti dagli studi PROUD-PV/CONTINUATION-PV dimostrano che alcuni pazienti con PV a basso rischio necessitano e possono tollerare dosi elevate di ropeginterferone alfa-2b e che la dose ottimale varia sensibilmente da soggetto a soggetto”.

LE CARATTERISTICHE DI BASE DEI PAZIENTI NON SONO ASSOCIATE ALLA RISPOSTA A LUNGO TERMINE AL FARMACO

Lo studio clinico Low-PV, pubblicato in precedenza, ha dimostrato che ropeginterferone alfa-2b in una dose fissa di 100 microgrammi ogni 2 settimane è efficace nei pazienti con PV a basso rischio. Tuttavia, il tasso di risposta è stato inferiore nei pazienti che sono passati a ropeginterferone alfa-2b in seguito ad una risposta negativa alla sola flebotomia. Questo gruppo presentava una percentuale maggiore di uomini con valori basali più elevati per l'indice di massa corporea, richiesta di flebotomia, emocromo e carica dell'allele mutato JAK2V617F, il che suggerisce che queste caratteristiche potrebbero rendere necessario un fabbisogno di dosi più elevate di ropeginterferone alfa-2b.

Per approfondire questo aspetto, Gisslinger e il suo team di ricerca hanno condotto la presente analisi in un gruppo di pazienti identificati a basso rischio negli studi PROUD-PV e CONTINUATION-PV. È emerso che nessuna caratteristica specifica al basale sembrava essere associata alla risposta ematologica completa a lungo termine a ropeginterferone alfa-2b. I maschi erano in percentuale maggiore tra i non ricettivi a 12 mesi ma non sono state osservate differenze in termini di risposta a lungo termine. Il tasso di risposta e stato del 58,9% al mese 12 nel PROUD-PV; i tassi di risposta sono aumentati con la durata del trattamento (80,4% e 73,2% rispettivamente ai mesi 24 e 72).

Questi risultati forniscono nuovi dati e aggiungono un’importante evidenza clinicamente rilevante relativa al fatto che ropeginterferone alfa-2b, somministrato con un regime di dosaggio individualizzato e preciso, sia altamente efficace e ben tollerato nei pazienti con PV a basso rischio.

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