E’ una mozione che impegna per il futuro, intanto in Italia ci sono un milione di malati
Venerdì scorso il Senato si è occupato della malattia di Alzheimer e lo ha fatto approvando all’unanimità una mozione che impegna il Governo ad una serie di azioni per il futuro. Stando alla mozione infatti ci si dovrà impegnare di più su due fronti, uno quello epidemiologico, perché i numeri della patologia sono in aumento ed è necessario almeno rendersi costantemente conto del fenomeno, l’altro è naturalmente quello della ricerca.
Ricerca che va incentivata sia per questa specifica malattia che per le altre di tipo neurodegenerativo. La ricerca però, viene specificato, non può nemmeno essere sganciata da iniziative volte a migliorare l’assistenza e dunque anche all’aggiornamento degli operatori del settore. Tutti impegni importanti quelli assunti dal Governo, anche se l’esperienza dimostra come una semplice mozione abbia in realtà ben poco peso nel determinare le politiche futuro. In attesa di questo ‘domani’ si continua a fare i conti con l’oggi, con una realtà che vede in Italia la presenza di circa un milione di malati (solo in Puglia – per fare un esempio – i casi sono oltre 70 mila) e i costi sanitari e quelli indotti variano tra i 15.000 e i 50.000 euro annui.
''Secondo i recenti Rapporti Mondiali Alzheimer – è scritto nella mozione - il numero di persone affette da demenza è destinato a raddoppiare ogni 20 anni passando dai 36 milioni nel 2010 ai 115 milioni nel 2050, con costi sanitari e sociali stimati in 604 miliardi di dollari, cifra che rappresenta circa l'1 per cento del PIL mondiale. Nel nostro Paese non sono disponibili dati ufficiali e aggiornati sull'epidemiologia del morbo di Alzheimer determinando così una possibile carenza di informazioni, riferita anche alla differente incidenza territoriale della patologia e alla possibile disomogeneità della qualità e dell' efficacia dell'offerta di prestazioni erogate da ciascuna Regione''.
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