Il finanziamento è per due studi volti ad approfondire la conoscenza dei meccanismi della patologia e individuare nuove terapie
Verona – Cercare nuove terapie per la fibrosi cistica studiando l’infiammazione delle vie aeree o bersagli terapeutici alternativi al canale del cloro: sono questi gli obiettivi dei due progetti riservati a giovani ricercatori o ricercatrici finanziati dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica (FFC Ricerca), ente del terzo settore (ETS) nato per informare su questa patologia e promuovere progetti avanzati di ricerca che aumentino durata e qualità di vita delle persone che ne sono colpite.
L’annuncio arriva in occasione della Giornata mondiale della fibrosi cistica, in programma per domenica 8 settembre 2024. A ricevere queste tipologie di finanziamento saranno Michele Genovese del Telethon Institute for Genetics and Medicine di Pozzuoli (NA) per un progetto che vuole chiarire il ruolo di due specifiche proteine di membrana e della via di segnalazione del calcio nel coordinare i meccanismi di difesa delle vie aeree del nostro organismo e Daniela Guidone del Telethon Institute for Genetics and Medicine di Pozzuoli per uno studio sui meccanismi dell’infiammazione cellulare in questa patologia.
Le due borse di ricerca sono intitolate alla memoria del prof. Gianni Mastella, co-fondatore di FFC Ricerca e direttore scientifico fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2021, e sono state istituite con l’obiettivo di offrire a giovani ricercatori l’opportunità di raggiungere l’indipendenza scientifica nell’ambito dello studio della fibrosi cistica.
Accomuna questi progetti l’obiettivo di cercare innovative terapie, grazie a nuove conoscenze sui meccanismi della fibrosi cistica, una delle malattie genetiche gravi più diffuse, purtroppo ancora senza una cura risolutiva. Chi nasce con questa patologia presenta due copie mutate del gene CFTR: questo gene normalmente determina la sintesi di una proteina, chiamata anch’essa CFTR, che regola il funzionamento delle secrezioni di molti organi. Nelle persone con fibrosi cistica, questa proteina è poco efficiente o anche del tutto assente. A subire il maggiore danno sono i bronchi e i polmoni: al loro interno secrezioni mucose dense tendono a ristagnare, generando infezione e infiammazione che nel tempo possono compromettere l’efficacia del polmone.
Dichiara Carlo Castellani, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica: “Esistono oggi farmaci che contrastano i sintomi della patologia compensando l’insufficiente o assente funzionamento della proteina CFTR ma, purtroppo, circa un malato di fibrosi cistica su tre in Italia non può utilizzare queste terapie. L’importanza dei progetti che abbiamo deciso di sostenere risiede proprio nel puntare a trovare nuove soluzioni che possano aiutare quei pazienti che oggi non hanno ancora una terapia e a fornire alternative terapeutiche a chi già l’ha”.
Matteo Marzotto, presidente FFC Ricerca, afferma: “Sostenere l’attività scientifica di giovani ricercatori italiani, mettendoli in rete con la più innovativa ricerca internazionale, è uno degli obiettivi della Fondazione che dal 2002 investe nei migliori talenti contribuendo a migliorare la vita delle persone con fibrosi cistica”.
L’annuncio del finanziamento di questi progetti di giovani ricercatori precede di pochi giorni la Settimana di sensibilizzazione sul test del portatore sano di fibrosi cistica, promossa da FFC Ricerca dal 23 al 29 settembre in diversi Comuni Italiani. Come parte di questa iniziativa, il 24 settembre a Roma la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica approfondirà, oltre che le due borse di studio intitolate al prof. Gianni Mastella, anche le altre 15 nuove ricerche che, come ogni anno, ha deciso di sostenere nel loro sviluppo.
I progetti
“Studio di bersagli terapeutici alternativi per ripristinare la clearance mucociliare delle vie aeree FC” - Michele Genovese Telethon Institute for Genetics and Medicine Pozzuoli (NA)
Lo studio cerca strade nuove per attenuare i sintomi della malattia, in particolare per facilitare il processo di pulizia delle vie aeree, normalmente effettuato grazie all’attività coordinata di muco che intrappola impurità e batteri e battito ciliare delle cellule che lo elimina. Questo meccanismo di difesa è alterato nella fibrosi cistica: il malfunzionamento della proteina CFTR porta alla disidratazione delle secrezioni bronchiali, con conseguente loro accumulo che, a sua volta, ostacola il battito ciliare e quindi ne compromette la mobilità. Ciò favorisce infezioni batteriche ricorrenti e infiammazione.
Il progetto punta a studiare particolari proteine di membrana e verificare se attivano una normale azione del gene CTFR. Queste proteine sono coinvolte in un sistema di meccanismi cellulari di regolazione del calcio.
Si studierà anche se la proteina TMEM16A può costituire un potenziale bersaglio terapeutico nella fibrosi cistica. Inoltre, si approfondiranno le caratteristiche anche di un’altra proteina, TRPV4, anch’essa attiva sui canali del calcio. I ricercatori in precedenza hanno scoperto che la stimolazione di TRPV4 innesca l’attivazione di CFTR. Intendono approfondire come TRPV4 e CFTR interagiscono e che ruolo possono avere in alcune manifestazioni della malattia. Infine, studieranno l’azione di tre molecole individuate in precedenza sulla via di segnalazione del calcio, analizzando la loro capacità di normalizzare le proprietà della superficie delle vie aeree e di ripristinarne i meccanismi di pulizia.
“La superficie delle vie aeree come campo di battaglia contro i batteri” - Daniela Guidone del Telethon Institute for Genetics and Medicine di Pozzuoli (NA)
L’infiammazione è una caratteristica comune delle malattie respiratorie croniche come la fibrosi cistica. Anche nei pazienti trattati con farmaci che correggono e potenziano l’attività della proteina CFTR persistono infezioni batteriche e infiammazione, anche se meno rilevanti. Inoltre, molti pazienti portano mutazioni insensibili a queste terapie e per i quali sono necessarie strategie alternative.
Studiare i meccanismi dell’infiammazione delle vie aeree è quindi importante per comprendere meglio la fibrosi cistica e, di conseguenza, trovare nuove strategie terapeutiche.
Il progetto parte da studi dello stesso gruppo che hanno mostrato che, in corso di un’infezione, le cellule della superficie delle vie aeree aumentano la produzione e il rilascio di sostanze antibatteriche e molecole che richiamano cellule del sistema immunitario e creano infiammazione. Questa infiammazione influisce sulle proprietà della superficie delle vie aeree, inducendo disidratazione e aumento della viscosità.
L’ipotesi dei ricercatori è che l’aumento di viscosità sulla superficie delle vie aeree sia un meccanismo per immobilizzare temporaneamente i batteri e facilitare la loro uccisione da parte delle cellule epiteliali e immunitarie. Verificare tale ipotesi potrebbe portare all’individuazione di nuove terapie.
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