Il testo della Taverna (M5S), approvato in prima lettura dal Senato, ha le carte in regola per diventare legge
Il disegno di legge sugli screening neonatali potrebbe essere promulgato entro la fine dell'anno. Entro i prossimi tre mesi inizierà infatti la discussione nella commissione Affari sociali della Camera del testo approvato in prima lettura dal Senato qualche settimana fa. L'argomento è stato al centro di un interessante convegno organizzato nei locali dell'Istituto “Don Sturzo” di Roma.
Evento utile per favorire il confronto tra legislatori, istituzioni, ricercatori e associazioni dei pazienti. Paola Taverna, senatrice del Movimento 5 stelle e autrice dell'articolato, ha mostrato un certo ottimismo: “Nessun partito si può permettere di giocare con i diritti dei bambini. Abbiamo trovato i soldi per garantire un finanziamento certo e pluriennale ed abbiamo individuato oltre quaranta patologie sulle quali focalizzare la diagnosi. Il Partito democratico e le altre forze della maggioranza non possono permettersi di temporeggiare giocando con la salute dei nascituri. Con questa legge si eviteranno discriminazioni causate dal luogo di nascita. Oggi i controlli vengono effettuati solo in Toscana e da altre strutture in via sperimentale. Con il mio testo diventerà un diritto per tutti. Vigileremo per evitare giochi sulla pelle dei più deboli”.
A Montecitorio sarà la deputata Giulia Grillo ad assicurarsi che il disegno di legge non si incagli nelle secche della contrapposizione politica. La collega di schieramento della Taverna è stata molto chiara: “Entro aprile potremmo iniziare a lavorare attivamente sul testo. Al momento siamo impegnati con le proposte di legge sull'eutanasia e sull'istituzione del Registro dei tumori. Io mi farò carico di chiedere l'immediata calendarizzazione e non credo che qualcuno della maggioranza possa obiettare. Su questi temi è facile trovare un accordo tra le opposizioni e i partiti che sostengono il governo”. Il medico eletto nelle liste pentastellate ha ragionato anche sulle somme destinate alla prevenzione dal nostro ordinamento sanitario: “Attualmente destiniamo solo il 5 per cento dello stanziamento garantito al Servizio sanitario nazionale per questo scopo. Obiettivamente credo che sia davvero troppo poco. Dobbiamo fare di tutto per aumentare le risorse e arrivare – dopo troppi anni di attesa – a un serio aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza”.
A margine dei lavori del convegno è intervenuta anche la dottoressa Domenica Taruscio, responsabile Malattie rare dell'Istituto superiore di Sanità: “Gli screening neonatali rientrano a pieno titolo nella prevenzione secondaria. Arrivare a un loro utilizzo su larga scala sarebbe un sogno che si avvera. Sono molto contenta che il Parlamento abbia preso sul serio questo tema; il confronto con le Regioni sulla materia va avanti da anni. Il testo che presto sarà discusso dalla commissione Affari sociali della Camera va nella direzione giusta. Stiamo parlando di un articolato organico che prevede un collegamento con le reti nazionali e regionali. Saremo noi dell'Istituto superiore di sanità a raccogliere e gestire tutti i dati provenienti dall'attività di screening. Un archivio fondamentale per fare seriamente prevenzione”. La Taruscio si è poi augurata che aumenti l'attenzione per la ricerca scientifica sulle patologie rare: “Dobbiamo mettere il paziente al centro delle nostre attività, lui e la sua famiglia. Serve fare di più anche in materia di investimenti. Mi auguro che il ministero della Salute lavori in sinergia sempre più stretta con il ministero dell'Economia e le Regioni. Dobbiamo riuscire risposte concrete ai pazienti e alle loro aspettative”.
Tutta l'importanza dello screening è stata sottolineata dalla frase pronunciata da un rappresentante di una associazione di pazienti: “Un esame tempestivo può fare la differenza tra una vita sana e la morte. È bene non dimenticarselo”. Nel corso dei lavori si sono susseguiti anche gli interventi di medici, ricercatori e rappresentanti dei malati. A tutti è molto chiara una cosa: questa legge rappresenterà un importante capitolo nella tutela del diritto alla salute in Italia.
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