E’ basato sulle iPSC, cellule staminali indotte alla pluripotenza, il nuovo lavoro del team guidato da Francesco Saverio Tedesco e Giulio Cossu, del Dipartimento di Biologia Cellulare e dello Sviluppo presso l’University College London

Lo studio, pubblicato oggi su Science Translational Medicine con il titolo "Transplantation of Genetically Corrected iPSC-Derived Progenitors in Mice with Limb-Girdle Muscular Dystrophy" e iniziato nel 2009 presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano anche con il finanziamento di Parent Project Onlus, getta le basi per una nuova strategia di terapia cellulare per le distrofie muscolari.

Le iPSC (dall'inglese Induced Pluripotent Stem Cells) sono un tipo di cellule staminali pluripotenti, del tutto analoghe alle staminali embrionali, create in laboratorio da normali cellule somatiche specializzate, come ad esempio quelle della pelle. Queste cellule rappresentano la nuova frontiera nel campo della ricerca sulle cellule staminali e sembrano essere molto utili per lo studio di diverse malattie genetiche, come la distrofia di Duchenne/Becker, e di un loro trattamento terapeutico.

In questo studio, i ricercatori hanno creato delle iPSC partendo da fibroblasti (cellule dell’epidermide) e mioblasti (cellule muscolari) di pazienti con distrofia dei cingoli da deficit di a-sarcoglicano (LGM2D) e le hanno indotte a differenziarsi in mesoangioblasti (che avevano notato essere ridotti in pazienti affetti da questa patologia). I mesoangioblasti sono particolari cellule staminali, normalmente associate ai vasi sanguigni, in grado di rigenerare il tessuto muscolare danneggiato e di ripristinare la sua funzionalità e identificate per la prima volta nel 2002 da Giulio Cossu in collaborazione tra il San Raffaele di Milano e l’Università Sapienza di Roma.
Queste cellule sono state quindi modificate geneticamente con un vettore virale che esprime il gene umano per l’a-sarcoglicano, gene che se mutato causa la distrofia dei cingoli di tipo LGM2D, e successivamente trapiantate in topi modello per la patologia.

L’analisi dei topi trapiantati ha mostrato che i mesoangioblasti umani derivati dalle iPSC "corretti geneticamente" sono stati in grado di colonizzare il tessuto muscolare dando luogo alla formazione di fibre esprimenti l’a-sarcoglicano umano. Inoltre, test di valutazione della funzionalità muscolare hanno evidenziato un miglioramento nei topi trapiantati con simili cellule derivate dalle iPSC murine rispetto a quelli non trattati. I risultati ottenuti sono molto incoraggianti e indicano l'efficacia di questa nuova strategia cellulare in un modello animale. Infine, i ricercatori hanno poi mostrato come la stessa strategia possa essere applicata anche alla distrofia muscolare di Duchenne, utilizzando in questo caso un cromosoma artificiale umano per la correzione genetica delle cellule.

“Nella ricerca scientifica, è importante arrivare a elaborare dei modelli di protocollo applicabili ad un ampio numero di patologie. – dichiara Filippo Buccella, presidente di Parent Project Onlus – Questo risultato rappresenta un passo importante per la terapia cellulare basata su trapianto di tipo autologo, ovvero con cellule del paziente stesso senza bisogno di un donatore, e pone le basi per un nuovo approccio che potrebbe essere applicato anche nella distrofia di Duchenne/Becker. Bisogna ricordare, però, – sottolinea Buccella – che si tratta di risultati ancora preliminari e ci vorrà del tempo prima che si possa parlare di una futura applicazione sull’uomo.”

La distrofia muscolare di Duchenne, rara patologia che porta alla degenerazione muscolare in un bambino maschio su 3.500, è dovuta a una mutazione nel gene della distrofina, proteina con ruolo strutturale e regolatorio nella cellula muscolare. Nell’età adulta, la degenerazione muscolare determina una grave compromissione del muscolo cardiaco, del diaframma e dei muscoli intercostali fino a rendere necessaria l'assistenza respiratoria. Attualmente non esiste una cura specifica ma, un trattamento clinico multidisciplinare e la presa in carico garantita attraverso la preparazione delle famiglie, hanno consentito di migliorare le condizioni generali e raddoppiare le aspettative di vita. In Italia sono oltre 5.000 i pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne/Becker.

Parent Project Onlus, l’associazione di genitori fondata nel 1996, è impegnata nel finanziamento della ricerca scientifica e nell’elaborazione di programmi socio-sanitari mirati a sostenere le persone affette dalla distrofia di Duchenne e Becker e le loro famiglie. Dal 2002, attraverso il Centro Ascolto Duchenne, fornisce gratuitamente un servizio di consulenza dedicato alle famiglie, agli specialisti, ai ricercatori e agli enti pubblici interessati all’approfondimento delle problematiche e agli sviluppi clinici della patologia. Oggi, con otto sedi regionali, segue oltre 600 famiglie.

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