I pazienti italiani affetti da epatite C, che hanno ottenuto il trattamento con sofosbuvir attraverso la procedura ‘ad uso compassionevole’ sono solo 394. Si tratta di un numero esiguo; per questo AIFA chiederà un allargamento del numero di pazienti che ne hanno diritto. O almeno questo è ciò che Luca Pani, direttore generale dell’AIFA, ha annunciato a pochi giorni della proroga richiesta dalla Gilead, ditta produttrice del Sovaldi (sofosbuvir), per concludere procedura negoziale del prodotto.

Come ha dichiarato il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani: “Sono 1.200 i pazienti immediatamente gestibili. L’ Aifa intende però chiedere alla propria Commissione tecnico-scientifica (Cts) di allargare l’uso compassionevole anche ai pazienti con carcinoma trattabile che siano in lista per il trapianto. L’Agenzia può fare la proposta, poi è la Cts a dover decidere.”

L’Italia fa parte di un network di 14 Paesi europei che collaboreranno per la contrattazione sul prezzo del farmaco e l’Italia, come ha sottolineato il Prof. Pani, è il Paese leader di questa alleanza. Ci sono Paesi come la Germania e la Gran Bretagna che hanno già contrattato il prezzo, in linea con gli 84 mila dollari a paziente degli Stati Uniti. Cifre del genere, ha detto il prof. Pani sono impensabili per l’Italia, con il maggior numero di casi rispetto agli altri Stati membri dell’Ue.

 

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