Dopo la pubblicazione di uno studio secondo il quale la chemio aggraverebbe il tumore la discussione si fa accesa

La chemioterapia potrebbe sortire un effetto contrario a quello desiderato, cioè favorire la progressione di alcuni tumori. La scoperta diffusa da un articolo pubblicato su Nature qualche giorno fa e riportata da tutti i principali quotidiani, continua a far discutere. Secondo lo studio, in estrema sintesi, la chemioterapia stimola la produzione della proteina WNT16B, la quale incentiva la proliferazione delle cellule tumorali e le rende resistenti ai trattamenti chemioterapici successivi.
Pe questo si è parlato di “effetto boomerang della chemio” e si è discusso a lungo sulla presunta colpevolezza della chemioterapia.

E’ importante però che sull’argomento ci sia chiarezza senza diffondere messaggi allarmanti che possono disincentivare da un trattamento che ad oggi riesce a salvare molte vite. “Alludere al fatto che la chemioterapia fa male, quando grazie ad essa sono guarite dal cancro milioni di persone nel mondo, è profondamente sbagliato”. Questo il monito di Umberto Tirelli, oncologo italiano a capo del dipartimento di Oncologia Medica del Centro di riferimento oncologico di Aviano (PN). Tirelli ha dichiarato ai microfoni di Quotidiano Sanità la propria preoccupazione circa le notizie che si stanno diffondendo.

“Sono perplesso da questo lavoro e penso che non abbiamo bisogno di studi di questo tipo. Sappiamo già benissimo quali sono gli effetti negativi della chemioterapia: in sé lo studio può anche essere interessante, ma non dice molto di nuovo. Su molti tumori solidi metastatici non abbiamo mai ottenuto risultati con la chemioterapia, e per questo si tentano altre terapie”.

Lo studio di Nature ha preso in considerazione il carcinoma prostatico, sul quale la chemioterapia notoriamente sortisce scarsi effetti. Tuttavia le forme tumorali sono estremamente diverse tra loro e non è possibile accomunarli semplicemente.
E’ quindi necessario ricordare che la chemioterapia ha salvato milioni di persone e che gli effetti collaterali di questa terapia esistono da quando la terapia esiste. “Dare il messaggio che la chemioterapia fa male è profondamente sbagliato”, conclude Tirelli.

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